Milano
Alan Rizzi: “Mi candido con la Lega. In Fi mancanza di ascolto”
Rizzi: "Il rapporto con Matteo Salvini è storico e nasce nel 1997, quando eravamo insieme in Consiglio comunale"
Alan Rizzi: “Mi candido con la Lega. In Fi mancanza di ascolto”
A ottobre avrebbe festeggiato i 30 anni di militanza con Forza Italia. Ma Alan Rizzi, assessore alla Casa e all'Housing Sociale della Regione Lombardia, ha deciso di candidarsi alle regionali con la Lega. "C'è rammarico per come è finita, anche per averci provato in tutti i modi. Il tema non è valorizzare le persone, ma il lavoro che fanno". In un'intervista ad Affaritaliani.it Milano Rizzi assicura di aver cercato "di far emergere ciò che stavo facendo nei miei primi mesi alla Casa, così come avevo fatto negli anni precedenti da sottosegretario. Ma non interessava, non sono stato ascoltato".
Rizzi, perché proprio con la Lega?
Una scelta convinta. Il rapporto con Matteo Salvini è storico e nasce nel 1997, quando eravamo insieme in Consiglio comunale. Abbiamo iniziato a relazionarci nei primi anni 2000. È capitato che io andassi alle sue iniziative e viceversa. Un rapporto molto umano, cosa fondamentale quando si fa parte di una comunità e che è mancata in Fi.
Perché gli elettori dovrebbero confermare il presidente Attilio Fontana?
Intanto perché è stato fatto un lavoro importante, anche nei momenti più difficili, che il presidente deve raccontare in campagna elettorale. Penso al Piano Marshall da oltre 4 miliardi finanziato dalla Regione per far ripartire l'economia. O al Piano Casa da un miliardo e mezzo di investimenti.
In passato si disse "scioccato" dalle mosse di Letizia Moratti, ex vice di Fontana oggi candidata con il sostegno del Terzo Polo.
Moratti è un mio ex sindaco, ero al suo fianco in giunta dal 2009 al 2011. Forse era in un momento difficile, ma fare il vicepresidente e decidere di candidarsi contro di il presidente e la sua maggioranza è davvero incredibile.
E di Pierfrancesco Majorino cosa ne pensa?
Non potevano scegliere un candidato migliore per loro e questo è tutto un dire. Majorino è un disfattista per natura. Non ricordo nulla - dai tempi in cui era capogruppo Pd a quando ha fatto l'assessore comunale - che possa essere uscito dalla sua bocca in termini positivi. Se gli chiedi cosa pensa di fare non riesce a dire assolutamente nulla.
La Regione ha azzerato i rincari delle bollette per gli inquilini delle case Aler. Si proseguirà su questa strada anche nel 2023?
Quando sono arrivato io c'era un aumento del 100% sul 2022 e del 150% sul 2023. Mi sono occupato di fare in modo che questi rincari non arrivassero nelle bollette degli inquilini Aler, non di tutti ma di quelli che rispettano le regole. Feci queta promessa a settembre fino al 31 dicembre e ora abbiamo esteso il provvedimento fino alla metà del 2023. Faremo tutto il possibile, finché sarà necessario farlo, affinché non ci sia nessun aumento.
Vi siete posti l'obiettivo degli 'zero alloggi sfitti'. Come ci riuscirete?
Da quando sono in assessorato avrò fatto una centinaio di sopralluoghi. La necessità è quella di snellire le procedure e fare in modo di far scorrere le graduatorie, con bandi non limitati alla disponibilità di alcuni appartamenti ma intercettando la domanda e le esigenze. Occorre mettere a disposizione alloggi finché non si esaurisce la graduatoria. E comunque Aler nel 2022 ha assegnato il 100% in più rispetto al 2021.
La struttura delle Aler la convince? Quella di Milano andrebbe 'spacchettata'?
Le altre quattro Aler hanno bisogno solo di spendere le risorse, ristrutturare gli immobili e garantire assegnazioni nel più breve tempo possibile. Altro mondo rispetto ad Aler Milano: bisognerebbe staccare la gestione delle case della città rispetto a quelle dell'hinterland. E individuare quartieri come Tessera e San Siro, o zone come Rozzano, dove ci sono tantissimi abitanti in case popolari, e immaginare strumenti innovativi per garantire più servizi e quel mix abitativo di cui hanno bisogno.
L'idea di una Milano a "30 all'ora" la convince?
A Palazzo Marino non hanno idee, le buttano lì e poi le ritirano. Quante volte il sindaco Giuseppe Sala ha buttato un amo per poi fare marcia indietro? Chi aveva deciso di confermarlo alle elezioni si è già pentito. E questa campagna elettorale regionale la facciamo anche per gettare le basi per le elezioni comunali del 2026, quando Sala avrà finito di vessare i cittadini e tagliare nastri.
Il più grande 'peccato’ del sindaco?
Sala gestisce le problematiche per comparti. Quando ero in giunta con Albertini e Moratti abbiamo ridisegnato la città. C'è mancanza di strategia con assessori che prendono decisioni in forma autonoma, quando la giunta dovrebbe essere un organo collegiale. Ma il sindaco non ha nessun tipo di visione o di strategia per il futuro.