Aler risponde, filo diretto con il presidente

La casa per migliorare l’Italia. Un costruttivo confronto pubblico-privato

"Dobbiamo spingere per ripristinare un Ministero che si occupi di casa". La ricetta di Angelo Sala

Buongiorno Presidente,

ho partecipato al convegno “La casa per migliorare l’Italia. Dalla rigenerazione urbana al recupero delle periferie” del 26 novembre scorso nell’ambito della 3 giorni della kermesse IDEE ITALIA. Ho apprezzato il suo contributo, e l’idea che mi sono fatto di lei è che sia un uomo del fare. È stato concreto e limpido nell’esporre i numeri dell’azienda pubblica che rappresenta. Non si è fatto sconti, ma mi è parso davvero determinato a lavorare sodo nel perseguire l’obiettivo di risanare le falle di ALER Milano.

Da giornalista, osservo il mondo dell’edilizia pubblica e i fenomeni che ne determinano gli andamenti, ma ho esperienza anche del settore privato. Si potrebbe dire “mal comune”, ma … qual è la sua ricetta?

LA RISPOSTA

Buongiorno

La ringrazio per l’arguta provocazione alla quale di certo non intendo rispondere cinicamente ma con grande trasparenza, quella che devo ai miei inquilini, collaboratori e a chiunque mi segua e legga qui.

Un male affligge il settore casa, trasversale e comune ai settori pubblico e privato, che ne soffrono indistintamente anche se in forme diverse. L’emergenza è a tutti i livelli, come è chiaramente emerso dallo stimolante confronto del 26 novembre a cui lei fa riferimento.

Presenti in sala a dibattere sul tema amministratori ai vari livelli, dal comunale, all’associativo, finanziario e governativo, per fare il punto su tematiche che anche per Aler sono vitali: defiscalizzazione e rilancio delle politiche a sostegno del settore. Ciascuno dei protagonisti sia del pubblico che del privato ha apportato un sintetico ma ricco contributo che, collettivamente, è diventato un appello forte e deciso alle istituzioni centrali affinchè si affronti definitivamente, a livello governativo, una emergenza non più procrastinabile.

Io, sul palco, rappresentavo l’azienda pubblica che più ha risentito della crisi. Il crollo delle entrate da affitto e la mancanza di finanziamenti esterni hanno portato l’Aler di Milano ad una situazione stagnante e instabile. Gli sforzi che facciamo quotidianamente per tamponare le emergenze, con il solo supporto eccezionale di Regione Lombardia, non saranno mai sufficienti se lo Stato non si assume appieno le proprie responsabilità e si attiva concretamente per il rilancio di un settore trainante per la ripresa socioeconomica del Paese. Perché è una realtà: in Europa i primi segnali di crescita nell’ultimo anno si sono registrati e sono evidenti anche dal recupero dei valori del mercato immobiliare (+ 3,5% /4% dati EUROSTAT). In Italia non accade. Siamo ancora in stallo.

ALER Milano e i comuni, spesso in prima persona gli amministratori pubblici, sono sempre sulle pagine dei giornali per le loro mancanze, per le difficoltà degli inquilini, l’obsolescenza e fatiscenza degli immobili e il malessere sociale che ne deriva. Ma anche il settore privato lamenta disagi.

La rappresentanza dell’imprenditoria, della finanza e dell’osservatorio immobiliare, gli alti vertici di Confedilizia, Assoimmobiliare, ANCE, hanno esposto una panoramica sui numeri della casa in Italia a tratti raccapricciante: in Italia ci sono 24 milioni di famiglie proprietarie, per un valore complessivo di 12 mila miliardi di euro, che negli ultimi 10 anni ha avuto una svalutazione del 40%. L’80%% degli immobili è obsoleto, fuori dal mercato, e il 70% a rischio sismico. La prioritaria forma di risparmio degli italiani è stata erosa irreparabilmente dalla crisi.

Siamo vittime di una fiscalità punitiva che grava sul nostro patrimonio come su quello di tutti i cittadini: ALER Milano paga 35 milioni di euro ogni anno solo di tasse sugli immobili. Imposte che depauperano i bilanci senza restituire prospettive di crescita e di reddito. Un sistema tributario incoerente e fallimentare che ci ha portato ad un estremo impoverimento, un flusso di perdita costante di risorse che per le aziende che gestiscono ERP con finalità sociali sono le uniche per la sopravvivenza, propria e degli aventi bisogno e diritto ad un tetto. Un tetto che però ormai possiamo offrire a chi è sì in difficoltà, ma che comunque per quanto basso un reddito lo abbia, e che sia in grado di pagare un affitto medio di 60 euro al mese. Altrimenti fra tassazione e morosità Aler Milano si vede stretta in una morsa che è l’esatto contrario della crescita.

Un quadro allarmante, che proprio in quanto tale obbliga il governo a prendere una posizione e può aprirsi nuove prospettive.

Condivido pienamente la richiesta di tutti i partecipanti al dibattito di un riferimento centrale unico a livello statale: dobbiamo spingere per ripristinare un Ministero che si occupi di casa al quale il sistema dell’edilizia residenziale pubblica, i Comuni, l’industria delle costruzioni possano rivolgersi in maniera diretta e univoca.

Un ente centrale che applichi prima di tutto una politica dell’ascolto delle molteplici e multiformi esigenze abitative del paese, in grado di fare un piano di salvataggio, sviluppo e supporto finanziario di livello nazionale. Non è plausibile fare riferimento al Ministero delle Infrastrutture per una materia così ampia, complessa, gravosa. È urgente la strutturazione di un ente capace di una progettualità di medio-lungo periodo che si ponga come obiettivi quelli suggeriti dagli stessi protagonisti del mondo immobiliare. Un soggetto determinato ad individuare e stanziare finanziamenti strutturali che abbiano come obiettivo la rigenerazione dell’esistente e il rilancio del complesso comparto casa, da sempre motore di sviluppo, capace attrarre anche capitali esteri e diventare il traino della rinascita edilizia e sociale delle nostre città.

Ne siamo capaci. Basta ricordare la rigenerazione di cui è attualmente protagonista uno dei nostri quartieri più problematici, il Lorenteggio che, come ha sottolineato l’Assessore regionale alla casa Fabrizio Sala, è stato il primo grande progetto di riqualificazione urbana a livello internazionale ad aver catalizzato quasi 90 milioni di fondi europei.

Se si realizzeranno le prerogative di cui sopra, potremo fare questo e molto di più. Per il “bene” comune.

La saluto e la invito a rimanere in contatto con noi.

Angelo Sala