Aler risponde, filo diretto con il presidente
Nuove misure preventive per combattere l’abusivismo. Le guardie giurate
Aler, Angelo Sala: da febbraio 2018 abbiamo avviato in via sperimentale un progetto di monitoraggio notturno del territorio nei quartieri più a rischio
Buongiorno Presidente.
Vivo in un alloggio popolare in un quartiere in cui i tentativi di occupazione abusiva non si contano più, soprattutto di notte. Da qualche tempo però ho notato che circolano delle auto con lampeggianti, e ho sentito dire che è un nuovo servizio di ALER per la sicurezza. Di cosa si tratta?
Antonio C.
LA RISPOSTA
Buongiorno Signor Antonio.
Più volte su questa rubrica ho trattato di sicurezza, perchè le email che ricevo sul tema sono davvero numerosissime. sia in città che in provincia. Si tratta di pattuglie di guardie giurate che circolano dalla mezzanotte alle ore otto del mattino, sette giorni su sette, coordinate dal Settore Pronto Intervento Abusivismo. Un servizio che abbiamo voluto attivare perché, supportati dai dati, riteniamo che la prevenzione del fenomeno delle occupazioni sia più efficace dell’intervento ex post, quando lo sloggio diventa un iter complesso e purtroppo poco spesso garanzia di riuscita. Ma lascio che ad illustrare in maniera più ampia le strategie contro l’abusivismo e per la sicurezza sia il nuovo Responsabile Settore Pronto Intervento Abusivismo.
Grazie per la sua testimonianza
Angelo Sala
Il quadro generale
Buongiorno a tutti
Ho assunto l’incarico di Responsabile Settore Pronto Intervento Abusivismo a marzo 2018. Provengo da una 25ennale esperienza in uffici operativi nella Polizia di Stato, fra i quali anche la DIGOS. Conosco molto bene la città di Milano e le sue problematiche. Nonostante ciò, al mio arrivo, devo confessare che l’impatto con i dati relativi all’abusivismo è stato forte. Non mi aspettavo di trovare una situazione così degenerata, e toccarla con mano mi ha dato la misura della sua serietà. Credo siamo all’apice dell’evoluzione del fenomeno che interessa ALER in quanto agisce sul nostro patrimonio ma, essendo un reato, è di competenza degli organi istituzionali. Occorrono misure urgenti, soprattutto preventive per combatterlo in maniera efficace.
Il racket delle occupazioni abusive: come funziona.
Il racket delle occupazioni di alloggi pubblici ALER e comunali è diffuso, ma si concentra in specifici quartieri periferici, diventati delle vere e proprie enclavi del malaffare gestito da clan organizzati di etnia prevalentemente rom e nord-africana. Questi delinquenti hanno fatto di alcune zone dei veri e propri fortini, nei quali anche le forze dell’ordine sono in difficoltà ad operare. Veri e propri criminali contro i quali ALER da sola può poco, se non in collaborazione con gli organi istituzionali preposti alla tutela del territorio e della legalità.
Questi soggetti agiscono in maniera pianificata e difficilmente controllabile: conoscono perfettamente il patrimonio, le tutele e i programmi di ALER Milano, del Comune, della Prefettura, e studiano ogni colpo nel dettaglio. La loro strategia consiste nello sfruttare a loro favore le leggi sulla tutela delle categorie protette facendosi beffe della legalità.
Sono abilissimi nello forzare, scassinare e rimuovere qualunque tipo di chiusura degli alloggi, anche le lastre blindate, e velocissimi nell’insediarvi all’interno bambini, donne gravide, anziani o disabili assoldati e complici che, essendo tutelati dalla legge, non possono essere “toccati”.
Questi complici “protetti” infatti rimangono negli alloggi occupati un tempo variabile da uno a qualche giorno, in base ai tempi di reazione di ALER: se siamo allertati e riusciamo ad intervenire tempestivamente possiamo agire l’intervento in flagranza, altrimenti occorre procedere con il Protocollo che prevede una serie di step in collaborazione con le forze dell’ordine, i servizi sociali, ecc. che allungano inesorabilmente i tempi e la riuscita dell’operazione.
Se infatti i primi due tentativi di sfratto vanno a vuoto, questi criminali sanno che avranno un lasso di tempo per agire, quindi sostituiscono immediatamente i finti bisognosi con altra famiglia “pagante” e “in lista” (sicuramente con minori). L’occupazione a questo punto come da Protocollo per ALER è “consolidata” e quindi lo sgombero viene programmato ai tavoli della Prefettura. L’iter di recupero di occupazioni consolidate risulta difficile, a volte impossibile, date le dimensioni e la capillarità del fenomeno.
L’organizzazione del Settore Pronto Intervento Abusivismo
Di concerto con i vertici aziendali, ho mantenuto la struttura così come organizzata precedentemente perché davvero i miei collaboratori fanno un lavoro straordinario. Per ora cerco di incentivare la loro già salda e ammirevole motivazione con il mio supporto morale e fattivo e di lode da parte della direzione, soprattutto quella dei 15 ragazzi operativi, gli Ispettori del Pronto Intervento Abusivismo che, da semplici dipendenti, senza titoli e qualifiche specifiche, sono i primi ad agire sul territorio, compiendo un lavoro davvero eccellente. Sono reperibili h24, sette giorni su sette. Anche gli amministrativi, che dall’interno coordinano tutte le procedure anche in emergenza, sono meritevoli. Sono veramente rimasto colpito dall’efficienza dei miei collaboratori, senza distinzione alcuna, sono tutti bravissimi ed efficienti nel raggiungimento degli obiettivi.
La novità
Per incrementare il servizio da loro svolto a marzo 2018 abbiamo avviato, in via sperimentale, il servizio delle guardie giurate, organizzate in quattro pattuglie che circolano sul territorio nei quartieri più a rischio, tre in città e una in provincia. Le pattuglie sono disponibili sulla fascia notturna, da mezzanotte alle otto del mattino, sette giorni su sette.
Le modalità operative
Ogni pattuglia effettua un servizio di ronda e sorveglianza di uno o più quartieri particolarmente delicati e problematici, e nel momento in cui arriva una segnalazione al nostro centralino (di tentativo di occupazione abusiva o qualunque altra tematica inerente la sicurezza) viene contattata dall’operatore e inviata sul posto. Essendo già sul territorio “caldo”, in un tempo relativamente breve fa un primo intervento, che consiste nell’arrivo sul posto con lampeggiante. Il malintenzionato colto sul fatto, in genere, a questo punto scappa: le divise fungono da deterrente.
E questo è già un risultato. Il punto forza del servizio delle guardie giurate è infatti la tempestività dell’intervento nelle fasce notturne, ore in cui maggiormente si consumano i tentativi di reato.
Nell’eventualità invece che i delinquenti proseguano indefessi in quanto, ribadisco, sono davvero organizzati, vengono allertati ed intervengono gli Ispettori del Pronto Intervento, tutelati dalle guardie giurate. Si mette in atto quindi il Protocollo per gli sgomberi in flagranza. L’Ispettore verifica l’effettività e le modalità dell’occupazione e ne dà l’eventuale conferma alla centrale operativa della Polizia Locale. Questa a sua volta avverte le Forze di Polizia Competenti e i servizi sociali per il primo intervento. E così di seguito come concordato fra Regione Lombardia, Comune di Milano, ALER, MM e Prefettura.
I risultati
Finora gli esiti sono stati più che positivi. Il servizio funziona soprattutto in termini di prevenzione e come deterrente, per cui immaginiamo di proseguire ed eventualmente ampliare la squadra. Noi facciamo il possibile e adottiamo tutti gli accorgimenti per evitare i reati, ma per essere davvero efficaci la collaborazione con le Forze dell’Ordine è indispensabile.