Milano
Altro che Parisi commissario di Fi. L’obiettivo è fare il premier. Da Milano
Stefano Parisi punta a fare il candidato premier su investitura di Silvio Berlusconi
di Fabio Massa
L’idea, come ampiamente previsto, di fare il commissario di Forza Italia è tramontata. Stefano Parisi non lo farà un po’ perché c’è stata la levata di scudi nei suoi confronti, un po’ perché, come dicono i suoi fedelissimi ad Affaritaliani.it, non è questa la sua aspirazione. Non è questa l'impostazione dalla quale parte Mr. Chili per la sua permanenza in politica. L'idea dalla quale partire è semplice: Berlusconi mi ha chiamato a rivitalizzare il centrodestra, io a Milano l'ho fatto, facciamolo anche a livello nazionale. Per una volta (per tagliare la testa al toro dei mille paragoni con Fini, Alfano, Casini, Fitto, etc etc) non contro Berlusconi ma per Berlusconi, grazie a Berlusconi, in team con Berlusconi. Questo pone alcuni paletti che non sono eludibili, e che in Lombardia stanno già facendo registrare movimenti sotto traccia, agitazioni carsiche. Il primo paletto è il perimetro della coalizione. Per Parisi ci sono Forza Italia, ovviamente, e poi Italia Popolare (non Ncd), Pensionati, Fratelli d'Italia. E la Lega Nord. Una Lega Nord che però non può (secondo paletto) e non deve esprimere il candidato premier, così come vorrebbe l'alleanza tra Toti e Salvini, ma che sia "tarata" sulla vecchia Lega, quella di Bossi, che era alleato prezioso con moltissimo peso ma non con la leadership. Ovvio che i leghisti duri e puri di osservanza lepenista, come il think tank milanese Il Talebano, vedano il progetto con il fumo negli occhi. E' ovvio che su questo progetto non ci sono neppure Toti, che è l'altra gamba del progetto salviniano, ma non ci sono neppure Romani e la nomenklatura romana, mentre Mariastella Gelmini pare sia attendista, un po' perché conosce meglio Parisi, un po' per abilità politica personale. Quindi, per dirla chiara, anche se Mr. Chili potrebbe sempre smentire (ma fa parte del suo apprendistato in politica), Stefano Parisi punta a fare il candidato premier su investitura di Silvio Berlusconi. Non ha alcuna intenzione di mettersi a giocare con le correnti. Non ha alcuna intenzione di formarne una. Non entra neppure nel gruppo di Forza Italia in consiglio comunale a Milano e non entra in Forza Italia tesserandosi. Semplicemente, si pone come uomo di raccordo. Che non vuole fare il commissario, ma il candidato premier. Del resto, scendere in politica doveva valerne la pena: fare il sindaco ne poteva valere la pena. Fare il premier, anche di più.
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