Milano
Anima: “In Lombardia la meccanica è il motore della ripresa”
di Fabio Massa
“I segnali di ripresa ci sono. Piccoli. La Lombardia? E’ la locomotiva in un settore che rappresenta il motore dell’Italia: la meccanica”. Parola di Andrea Orlando, direttore generale di Anima, che ad Affaritaliani.it fa il punto sulla ripresa economica dall’osservatorio privilegiato che è l’associazione delle aziende della meccanica
Direttore Orlando, andiamo subito a bomba. Com’è lo stato di salute della meccanica in Italia? Siamo fuori dalla crisi?
Diciamo che in molti lo dicono, che siamo usciti dalla crisi.
Ed è vero?
Ci vogliamo credere. I segnali ci sono, ma sono ancora piccoli, deboli. Ad esempio, dal mondo delle costruzioni arrivano segnali positivi, ma dopo 7-8 anni di crisi profonda. Non dobbiamo illuderci di aver risolto di colpo tutti i problemi. Poi certo è vero: dal petrolio all’euro, ci sono valori che aiutano a rilanciare il sistema Paese.
A proposito di meccanica: esiste ancora in Italia? Oppure, come vuole la vulgata giornalistica, è tutto terziario e servizi?
Non solo esiste ancora, ma noi rappresentiamo il motore trainante dell’Italia. Si parla di moda, di quel che è più visibile, che magari di italiano ha solo l’idea e poi viene prodotto all’estero, e non di quello che qui nasce e viene creato. In alcuni settori della meccanica arriviamo a quasi il 99 per cento delle esportazioni.
Quale tipo di prodotto esporta di più?
Pompe, valvole, rubinetti. In Europa e fuori dall’Europa. Faccio un esempio: le macchine tedesche sono fatte con la componentistica italiana.
Quanto è importante la Lombardia, in questo panorama?
Dal punto di vista del comparto produttivo la Lombardia, il Piemonte e il Veneto sono le zone più importanti in Italia. E’ sempre stato così. La capacità produttiva si sviluppa in questa zona.
Milano ha ancora il ruolo di locomotiva?
A livello di produzione non molto. A Milano più che altro passa la finanza, il denaro. La produzione si è spostata in gran parte nel Veneto, o nell’hinterland di Milano. Ma anche in Emilia.
Che cosa chiederebbe alla politica per uscire definitivamente dalla crisi?
Due cose. Prima di tutto bisognerebbe stimolare una politica energetica che sia di sostegno all’industria. Ancora c’è poca chiarezza su questo concetto, in Italia. Non abbiamo bisogno di incentivi, ma di una politica che stimoli l’inserimento nelle nostre aziende delle energie rinnovabili. Faccio un esempio…
Prego.
Tra i nostri associati abbiamo i produttori delle pompe di calore. E’ un prodotto che funziona con l’energia elettrica. Fin quando il costo dell’energia è il più alto d’Europa difficilmente potranno affermarsi, andando a sostituire sistemi meno efficienti.
La seconda cosa da chiedere alla politica?
Un sistema di controllo sul mercato. Attualmente sul mercato ci sono prodotti non conformi a normative e leggi. Chi rispetta le leggi è penalizzato perché il controllo del mercato è fatto in maniera sporadica alle dogane. Ma se un prodotto non viene trovato rispondente ai canoni di conformità il ritiro non è affatto celere.
@FabioAMassa