Antinori: "Operati, ti esplode l'utero. Se parli ti faccio uccidere "
Il ginecologo accusato di prelievo di ovuli con la violenza: "Contro di me complotto arabo"
Per 'convincere' l'infermiera spagnola di origini maghrebine di 24 anni della necessita' di sottoporsi a un intervento chirurgico per le cisti ovariche, Severino Antinori le avrebbe paventato l'ipotesi che, in assenza dell'operazione, il suo utero sarebbe "esploso". Non solo, il ginecologo sarebbe giunto a minacciare di morte la donna in quanto "possedendo denaro e potere, avrebbe incaricato alcune persone di ucciderla" se lei avesse denunciato alla Polizia quanto accaduto.
E' quanto si legge nell'ordinanza di custodia cautelare che ha portato agli arresti domiciliari il noto ginecologo con l'accusa di avere prelevato, lo scorso 5 aprile, nella clinica Matris, 8 ovuli alla ragazza contro la sua volonta'. Nel provvedimento, il gip riporta che il medico, dopo aver saputo che la donna aveva sofferto di cisti ovariche, asportate durante l'adolescenza, l'aveva sottoposta a un'ecografia di controllo. Dall'esame sarebbe emersa la presenza di un'altra ciste, "rimuovibile mediante l'assunzione continuativa di alcuni farmaci, per iniezione, si' da evitare l'operazione chirurgica". Antinori avrebbe quindi provveduto "personalmente a iniettare ogni giorno tutti i medicinali nel corpo della vittima". "Informata poi dall'Antinori - si legge ancora nell'ordinanza - circa la necessita' di una semplice operazione chirurgica in anestesia locale, pena la 'esplosione dell'utero', e insospettitasi in ragione delle precedenti rassicurazioni in merito alla sufficienza della terapia farmacologica, si allontanava dal luogo di lavoro, rifugiandosi in albergo, al fine di fare ritorno in Spagna". Stando alla ricostruzione della Procura, sarebbe poi stata convinta da una delle collaboratrici di Antinori delle "buone intenzioni" del medico. Il giorno seguente sarebbe stata sottoposta all'espianto di ovuli contro la sua volonta'.
"TRASCINATA A FORZA IN CAMERA OPERATORIA" - Il giudice, nel ricostruire i fatti, spiega che la giovane vittima è una "spagnola di origine maghrebine residente in provincia di Malaga, diplomata come infermiera, all'epoca dei fatti disoccupata, dotata di un'assai limitata conoscenza della lingua italiana". Drammatico il racconto dell'operazione: la giovane sarebbe stata "afferrata e spinta contro il muro con la forza, trascinata per le braccia fino alla sala operatoria e rivestita con il camice. Malgrado implorasse piangendo di non essere sottoposta all'intervento, veniva messa sul lettino (...) e totalmente sedata, mediante un'iniezione al braccio". Quindi, al risveglio, le minacce nel caso si fosse rivolta alle forze dell'ordine come invece ha fatto. Gli accertamenti cui la ragazza si è sottoposta alla clinica Mangigalli, dove è stata ricoverata, sono accompagnati da referti medici delle ecchimosi.
IL GIP: "INDIFFERENZA NEI CONFRONTI DELLE DONNE" - Severino Antinori, il ginecologo diventato celebre anche per aver fatto partorire donne in tarda eta', avrebbe manifestato "indifferenza nei confronti della dignita' e del corpo della donna" nella vicenda in cui si ipotizza l'espianto di ovuli a una donna contro la sua volonta'. Lo scrive il gip di Milano nell'ordinanza che ha portato ai domiciliari il medico, sottoposto anche al divieto di esercitare la professione medica per la durata massima e all'obbligo di dimora per un anno. Nel ricostruire il movente dei presunti illeciti, il gip scrive che "l'impellente bisogno di reperire ovociti, idonei all'immediato impianto nell'utero delle clienti, nell'esclusiva ottica della massimizzazione del profitto, induceva Antinori e le sue collaboratrici a comportamenti spregiudicati, giunti sino al prelievo forzoso, mediante la violenta privazione della liberta' personale". "L'indifferenza nei confronti della dignita' e del corpo della donna - affonda il magistrato - dimostrata da Antinori, obnubilato dalla finalita' di guadagno, e dalle sue segretarie, disposte a tutto per di assecondare i desideri del suo datore di lavoro, rende evidente il pericolo della commissione di delitti della stessa specie".
IL GINECOLOGO: "CONTRO DI ME UN COMPLOTTO ARABO" - Intercettato dalle telecamere di Pomeriggio Cinque, Antinori ha dato la sua versione dei fatti: "È chiaro che si tratta di un evidente complotto. Mi ha calunniato, organizzata dal mondo arabo. Non è spagnola, viene da Marrakech. Ha ordito una specie di complotto, a dimostrare che queste tecniche sono vergognose, falsando la verità". "Nessun tipo di violenza - ha proseguito Antinori -. Lei si è auto-lesionata. All'uscita si è fatta male con il bastone, abbiamo 30 prove. La signora si è sottoposta a tecniche di ovodonazione, con tanto di spiegazione in spagnolo e in arabo. Non era ignara. Ha tentato, io non volevo, mi ha incontrato l'11 novembre in un locale dove si gioca, dove si balla... Sapendo il mio nome... io dico 'ma come fai a sapere il mio nome?', e glielo dico in francese, in italiano e in spagnolo. 'So che lei è molto bravo e vorrei donare gli ovulì, vabbè.... arrivederci... dopo due ore è nel mio albergo". "Non è vero - è la conclusione di Antinori - che lei è stata forzata, è tutto falso. Il magistrato ha le carte. Violenza di nessun tipo, lei si è auto-lesionata. All'uscita si è fatta male con il bastone, abbiamo 30 prove. Io avrei reagito in modo violento per far dimostrare che lei... che io... sono una persona malvagia. È chiaro che lei mirava anche al denaro". I legali del ginecologo hanno depositato istanza di revoca della misura dei domiciliari e del sequestro della clinica Matris.