Milano
L'apogeo di Milano e l'inizio della fine
Segnali piccoli e grandi sembrano indicare che a Milano si è raggiunto il punto più alto. E da qui si può solo scendere. Il commento

L'apogeo di Milano e l'inizio della fine
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Ci sono dei segnali, piccoli e grandi, che si è raggiunto l'apogeo, il punto più alto, l'apice. E da qui, non si può far altro che scendere, o al massimo se si è bravissimi mantenere la rotta, calando poco. Ieri sul Corriere della Sera un articolo raccontava quello che molti addetti ai lavori sapevano ovviamente già: che dopo secoli Milano non parteciperà al Conclave. Il motivo? Semplicissimo: Papa Francesco non ha voluto nominare cardinale l'arcivescovo di Milano. Non lo ha voluto con scelta deliberata, poiché nel 2022 "creò" cardinale ad esempio Oscar Cantoni, di Como. Eppure la Chiesa ambrosiana è una delle più grandi, e complesse, e ricche.
Stasi a Milano: arriverà un vento nuovo o sarà tempesta?
Spostiamoci da Dio a Mammona, dallo spirito al denaro: l'assalto alle strutture economiche di Milano da parte di Roma è partito, con mosse e contromosse. C'è in gioco la primazia della capitale economica. Spostiamoci dal denaro alla giustizia che influenza il denaro: lo stallo sull'urbanistica. E poi la politica: la difficile fase della seconda parte del secondo mandato, momento complesso per qualunque città, figurarsi in una che è cresciuta tantissimo, in un periodo, dal 2015 ad oggi, che verrà ricordato come l'età d'oro della nostra città. E adesso? Adesso c'è da riflettere, e fare scelte difficili, complicate, coraggiose. In un clima nel quale più che i soldi e le relazioni, sembrano mancare sia le idee che l'entusiasmo di applicarle. C'è quella strana stasi che può portare a un vento nuovo, o a una tempesta. Ma visto che questa non è materia divina, ma umana, se sarà l'uno o l'altro lo decideranno i milanesi di buona volontà.