Milano

Appalto alla moglie di Fontana. Due stranezze e scoppia il caso

I soldi? Non sono mai stati neppure versati. C’era stata una fattura e una nota di credito. Che strani questi corrotti Lombardi che di soldi non ne maneggiano

Appalto alla moglie di Fontana. Due stranezze e scoppia il caso



Oggi il Fatto pubblica un presunto scoop di Report nel quale si dice che l’azienda di proprietà della moglie di Attilio Fontana avrebbe incassato un affidamento diretto per la fornitura di dispositivi medici (camici e altro). Uno sobbalza sulla sedia: che scoop Report, tanto che pure il Fatto lo mette in prima pagina. Ci sono tutti i dettagli. Risiko societario, proprietà, documenti. Poi però uno va avanti a leggere e che cosa scopre? Che l’affidamento è di metà aprile. E che dopo un mese l’azienda restituisce alla Regione tutti i soldi. Che strani, questi corrotti Lombardi: prima si fanno dare i soldi e poi li restituiscono.

In effetti, l’amministratore della società della moglie di Fontana spiega che è stato fatto un errore. Loro, quei dispositivi, volevano donarli. Ma poi gli uffici hanno fatto casino e quando se ne sono accorti hanno restituito il denaro. Da questo si ricavano due conclusioni. La prima è che Fontana come corrotto non è proprio bravo. Forse perché non lo è. La seconda è che qualcuno negli uffici dovrebbe rispondere del fango che è piovuto, un giorno in più, una volta in più, su Regione Lombardia.

Ps. Mentre scriviamo apprendiamo che i soldi in effetti non sono mai stati neppure versati. C’era stata una fattura e una nota di credito. Che strani questi corrotti Lombardi che di soldi non ne maneggiano.


Il Fatto: ordine di camici a una ditta vicina alla moglie di  Fontana

Il 16 aprile, durante l'emergenza coronavirus, Aria, la centrale acquisti della Regione Lombardia, ha ordinato 513 mila euro di camici alla societa' Dama spa di cui e' socia al 10% Roberta Dini moglie del governatore Attilio Fontana. Lo afferma oggi in prima pagina con servizio all'interno il quotidiano Il Fatto riportando un servizio di un giornalista di Report. Aria ha pero' replicato, in sintesi, che si e' trattato di una donazione e che non un euro e' uscito dalla Regione. Nello stesso articolo si riporta lo storno delle fatture il 22 maggio come detto dal ceo di Dama, il cognato di Fontana, Andrea Dini.

La nota di Attilio Fontana: querelo

"Ho dato mandato ai miei legali di querelare 'Il Fatto Quotidiano' per l'articolo di oggi che anticipa i contenuti della prossima puntata della trasmissione televisiva della Rai 'Report' in cui si racconta di una donazione di camici per protezione individuale forniti alla Regione Lombardia. Si tratta dell'ennesimo attacco politico vergognoso, basato su fatti volutamente artefatti e scientemente omissivi per raccontare una realtà che semplicemente non esiste". Lo comunica il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in merito a quanto pubblicato oggi da 'Il Fatto Quotidiano' in relazione a un articolo circa la fornitura di camici durante l'emergenza Covid-19.

"Agli inviati della trasmissione televisiva 'Report' - prosegue Fontana - avevo già spiegato per iscritto che non sapevo nulla della procedura attivata da ARIA SpA e che non sono mai intervenuto in alcun modo. Oggi il titolo di prima pagina del 'Fatto' e il testo mettono in connessione la ditta fornitrice con la mia persona attraverso la partecipazione azionaria (10%) di mia moglie e invocano un conflitto di interesse peraltro totalmente inesistente, proprio perché non vi è stato da parte mia alcun intervento".

"Il testo del 'Fatto'- conclude il governatore - infatti, in maniera consapevole e capziosa omette di dire chiaramente che la Regione Lombardia attraverso la stazione appaltante ARIA SpA non ha eseguito nessun pagamento per quei camici e l'intera fornitura è stata erogata dall'azienda a titolo gratuito. Ho anche dato mandato a miei legali di diffidare immediatamente la trasmissione 'Report' dal trasmettere un servizio che non chiarisca in maniera inequivocabile come si sono svolti i fatti e la mia totale estraneità alla vicenda".

 

Tutte le risposte di Aria Spa all'articolo del Fatto

L'emergenza Covid, esplosa il 21 febbraio ha costretto l’Unità di crisi regionale e le strutture sanitarie a un impegno straordinario per reperire presidi DPI per medici e operatori sanitari degli ospedali con urgenze e quantità che superavano di almeno cento volte le ordinarie necessità di approvvigionamento pre Covid. Regione Lombardia ha incaricato la propria centrale acquisti, ARIA spa, di assicurare l'approvvigionamento di forniture e servizi per fronteggiare tali necessità e nello specifico di DPI, compresi i camici di protezione. L'azienda regionale ha pertanto fatto ricorso all'istituto della procedura negoziata ex art. 53 d.lgs. 50/2016 prevista dal codice degli appalti per ragioni di estrema urgenza, rivolgendosi ad aziende del settore, ed emesso ordinativi di fornitura nei confronti di diversi operatori economici. Relativamente ai Camici Impermeabili DPI di III categoria, ecco alcuni dei prezzi proposti da produttori italiani ad ARIA nel periodo di emergenza COVID:

Fornitore                                                        Prezzo unitario (in euro)
Empire srl                                                      6,00
EMGI srl                                                         9,00
P&C Srl                                                          8,00

In quegli stessi giorni, come ampiamente raccontato anche dalla stampa, molte aziende lombarde hanno avviato una gara di solidarietà verso ospedali e operatori. Fra queste anche Dama SpA, che aveva già fatto donazione in denaro sul fondo straordinario per l'emergenza istituito da Regione Lombardia, ha fornito gratuitamente presidi ad alcuni ospedali.

L'azienda avendo ottenuto le necessarie certificazioni, ha risposto all'invito di procedura negoziata.

Il 16 aprile 2020 anche Dama Spa è stata oggetto di un ordinativo di fornitura da parte di ARIA Spa, per
• 7.000 set costituiti da camice + cappellino + calzari al costo unitario di euro 9,00
• 75.000 camici al costo unitario di euro 6,00.
Le consegne sono state fatte quotidianamente, non appena disponibili i prodotti, fra il 17 aprile e il 16 maggio.

Pochi giorni dopo, con mail del 20.05.2020, Dama spa ha comunicato ad ARIA Srl di aver “deciso di trasformare il contratto di fornitura n. IA.2020.0019646 del 16.04.2020. in una donazione, anticipando che sarebbero state emesse:
• “nota di credito per la fattura n. 10865 del 30.04.2020 per un valore di euro 247.308
• “fattura per donazione di euro 112.164 per quanto riguarda i camici consegnati a maggio.”

Con nota di credito nr.11142 del 22.05.2020 Dama spa stornava effettivamente la fattura nr. 10865 del 30.04.2020 e, con documento nr. 11854 del 28.05.2020, fatturava per donazione la rimanente parte della fornitura, per euro 112.164, oltre iva.

Pertanto ARIA Spa non ha eseguito nessun pagamento nei confronti di Dama spa e la fornitura, erogata a titolo gratuito è da considerarsi conclusa.

 







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