Atm, 5S all'assalto dei depositi. L'esito di una trattativa inutile
Lo sciopero di Atm? Una perfetta operazione politica. Ecco l'accordo tra sindacati e Comune
di Fabio Massa
Una perfetta operazione politica. Lo sciopero di quattro ore, ieri mattina, in un giorno di sovraffollamento della città con il Salone del Mobile, e l'accordo chiuso in tarda serata non si può che definire così: una grande operazione politica. Del resto, la posta in gioco è altissima. Chiunque sia stato in piazza Scala, un paio di giorni fa, ha visto che cosa succede ad aizzare gli animi dei ferrotranvieri. Gente dura, lavoratori che fanno il loro ma che quando vedono toccato il posto di lavoro, o se vengono sobillati, non ci pensano due volte a far valere le proprie ragioni. E viene in mente, in un passato che sembra lontano, Paolo Pillitteri che litiga per ben due volte con i sindacalisti di Atm, che impedivano l'uscita di duecento autobus dal deposito di via Palmanova per la presenza di alcune roulotte di disperati parcheggiate di fronte. "I deboli hanno diritto ad essere rispettati e alzando la voce non si risolvono i problemi", dovette dichiarare, conciliante, a Mike Bongiorno che lo intervistava su Canale 5.
Che cosa c'era, in quell'episodio, di significativo? Non certo la presenza di due roulotte. La contestazione era più profonda. Il populismo si era fatto strada nei depositi. Non a caso il sindacato leghista, poi scomparso nelle nebbie della Storia, muoveva i primi passi proprio da là. Arrivò alla conquista della città con Formentini, il Carroccio, dopo la bufera di Tangentopoli. Da allora, i depositi sono stati un luogo di lavoro prima che di rivendicazione politica. Neppure alle elezioni sono stati più penetrati da politici e affini.
Invece, secondo quanto può riferire Affaritaliani.it Milano, la politica è tornata nei depositi. Per la precisione, ci sono tornati i 5 stelle, alla cui corte ora c'è Bruno Rota, l'ex dg. Girano volantini, materiale, la consigliera Bedori esce con la pettorina azzurra in piazza Scala e viene acclamata. I tranvieri tornano ad agitarsi. La Cgil, la Cisl e la Uil corrono ai ripari. Se davvero lo sciopero verrà annullato, il rischio di essere delegittimati è altissimo. Secondo rumors, la questione viene spiegata a Beppe Sala, che sceglie la linea morbida. Understatement, minimizzare, ammorbidire. Trattare. Lo sciopero si faccia, ma poi chiudiamo la questione.
Ma su che cosa, bisogna trattare? Sulla gara, ovviamente. In piazza Scala in tranvieri sostengono che la cotoletta è meglio dello spezzatino. Ce l'hanno con i francesi, che ritengono i colonizzatori. E pure con Fs. Tutto l'armamentario di motivazioni agitate a più riprese dall'ex direttore generale Bruno Rota. Peccato che non si sia neppure certi che la gara si farà, tanto che il sindaco a più riprese dichiara di stare studiando la soluzione in-hou se (peraltro alquanto i mpercorribile, visto il pronunciamento dell'antitrust che qualcuno vorrebbe sollecitato da Fs). Peccato che il pericolo, in caso di gara, giungerebbe da Arriva, tedesca e non francese, e avrebbe come obiettivo il servizio di superficie, che in Atm non è concorrenziale (le cifre parlano chiaro). Se davvero si volesse distruggere Atm, infatti, basterebbe spacchettare la gara non tra core e no-core, ma tra servizi di superficie e metropolitana. Peccato che il Comune stia proprio tenendo uniti bus e metro, e che l'intenzione dichiarata da mesi sia quella di fare una gara che non separi i destini. Dunque, l'intento di proteggere Atm sembra chiaro. Sulla questione dei soldi, il bilancio di previsione è lampante, e non sono previsti tagli.
Alla fine, dopo lo sciopero, il rito della trattativa.
I sindacati entrano alle 15.30 ed escono alle 21 circa. Producono il documento che vedete in foto, firmato. Che recita: "Il sindaco e la giunta si impegnano alla proroga dei contratti di servizio (...) non riducendo il perimetro di esercizio e confermando la previsione di spesa approvata dal Consiglio Comunale (Bilancio preventivo 2017) al fine di non ridurre ma di potenziare l'attuale servizio di mobilità fornito all'utenza". E ancora: "Precedentemente alla scelta della modalità di affidamento (gara o in house) dei servizi di mobilità (...) si impegnano ad individuare le modalità normative, tecniche ed economiche per la gestione unitaria di tutti i servizi di mobilità e/o per mantenere la garanzia occupazionale e salariale (...)". E ancora: "Si impegnano ad indicare il lotto unico come scelta preferenziale per la conservazione dell'attuale sistema di mobilità". Il resto è nel documento integrale. Riassumendo: i sindacati e i lavoratori hanno ottenuto che ci fosse un lotto unico tra metropolitana e bus. Esattamente quello che già era previsto. Forse quindi lo scopo non era questo, dello sciopero. Forse lo scopo era impedire che quei volantini 5 stelle, dopo la conquista dei depositi, finissero per conquistare le coscienze dei ferrotranvieri. Che quando ci si mettono sono incisivi. Chiedere a Pillitteri per conferma. Ma ai quali andrebbe detta la verità, senza alzare fuochi che fanno male a Milano, ai milanesi, e all'Atm stessa.
@FabioAMassa
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