Milano

"Atroci attenzioni sessuali da Sangalli". Ma Confcommercio grida al complotto

La segretaria accusa Sangalli: "Mi sono dovuta difendere da lui". Confcommercio non ci sta: "Precisa regia senza possibilità di difesa"

Confcommercio: "Sangalli minacciato, ha ceduto e pagato"

"Una precisa regia, che contestava comportamenti scorretti tra i piu' infamanti contro cui non vi sarebbe stata alcuna possibilita' di difesa. In questa situazione il Presidente, pur non avendo alcuna colpa, ha ritenuto di cedere alle richieste e pagare". Cosi' la Confcommercio in una nota sulla vicenda che vede coinvolto il presidente Carlo Sangalli ed una sua ex segretaria. Nella nota si precisa che il 14 si svolgera' il Consiglio direttivo per "la riorganizzazione interna che ha comportato la risoluzione del rapporto di lavoro con il Direttore Generale Francesco Rivolta per motivi oggettivi".

Durante il Consiglio direttivo, si legge nella nota, "il Presidente Carlo Sangalli relazionera' sui recenti fatti di cronaca. A questo proposito si conferma che il Presidente, abbandonando la sua usuale vocazione al dialogo, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica ritenendosi parte offesa per gravissime condotte di estorsione e diffamazione. Proseguira' a querelare con fermezza chiunque costruisca, diffonda o alimenti notizie false e diffamatorie. Dunque, accuse infamanti o illazioni, anche e soprattutto se provenienti da soggetti con una storia ben diversa da quella del Presidente, saranno oggetto di querela immediata".

"Il Presidente - continua la nota- esclude categoricamente di aver mai mancato di rispetto a nessuno dei suoi collaboratori (nel 2011, come in ogni giorno di tutta la sua carriera). Carlo Sangalli e' stato oggetto di una lunga e ben orchestrata sequenza di episodi, di minacce e lettere anonime, una vera e propria violenza psicologica che lo ha profondamente segnato. Una precisa regia, che contestava comportamenti scorretti tra i piu' infamanti riferiti al 2011, contro cui non vi sarebbe stata alcuna possibilita' di difesa. In questa situazione il Presidente, pur non avendo alcuna colpa, ha ritenuto di cedere alle richieste e pagare. Il Presidente ha scelto di farlo nella forma piu' trasparente possibile dell'atto pubblico, per tutelare la Confederazione e la propria serenita' familiare, e conservare ampia prova delle pressioni subite. Nonostante l'avvenuto pagamento, con pervicacia, sono state richieste a piu' riprese le dimissioni con toni minacciosi, allusivi e nei contesti piu' inopportuni. Solo di recente, dopo una lunga e complessa attivita' di ricerca, si e' scoperta la reale natura delle richieste estorsive e si e' avuta prova degli accordi e delle responsabilita' dei singoli". "Il Presidente Sangalli e la Confcommercio - si conclude- attendono il lavoro della magistratura per individuare i responsabili di queste azioni gravissime".

Le accuse: "Atroce attenzione sessuale, una vera ossessione"

Secondo quanto riportato oggi dal Corriere, l'ex segretaria del presidente Sangalli ha accusato presunte molestie sessuali a partire dal 2010. C'è un suo messaggio del 20 marzo 2014 al cellulare di Duilio Aragone, uno dei principali collaboratori di Sangalli, che inizia così: "Ho dovuto subire proprio dal mio massimo superiore (il Presidente Sangalli) un’atroce attenzione sessuale diventata giorno dopo giorno una vera e propria ossessione alla quale con tutte le mie forze mi sono ribellata. Ho cercato di ragionare con lui, ho pianto davanti a lui, l’ho supplicato di lasciarmi stare. Sono arrivata a dovermi difendere fisicamente da lui per togliere le sue mani che tentavano l’approccio sul mio corpo".

"Questa vicenda - prosegue il messaggio - mi ha logorato, per un lungo periodo, nella mente e nel fisico. Sono arrivata — prosegue — a vomitare spesso nel bagno dell’ufficio, ad avere uno stress tale da dover ricorrere per ben due volte al pronto soccorso per tachicardia e pressione altissima". La donna non ha mai detto nulla "per sconcerto e timore di essere coinvolta in uno scandalo". Dopo essersi confrontata con Aragone ed altri superiori, la donna è stata trasferita  nell’ufficio del direttore generale Francesco Rivolta, che ha testimoniato alla donazione di fronte a un notaio ed è stato licenziato a ottobre da Sangalli che lo ha anche denunciato con la signora e i tre vice presidenti (Maria Luisa Coppa, Renato Borghi e Paolo Uggé) per estorsione e diffamazione.

Due anni prima, riporta ancora il Corriere basandosi su un video della consulenza tecnico-legale eseguita su incarico della signora a settembre scorso, c'era stato un faccia a faccia nell'ufficio romano di Sangalli. Già allora la donna chiedeva un trasferimento sostenendo di non riuscire più a lavorare con Sangalli. «Non posso più lavorare per lei». «Perché?», domanda Sangalli. «Perché non ce la faccio, perché questa situazione mi sta creando veramente disturbi psicologici». Lui pare non capire: «Quale situazione?». «Questa qui nostra, insomma, nostra nel senso queste, magari, queste cose un po’... queste attenzioni, queste cose io non, non riesco a... non riesco presidente», prosegue assicurando di non voler creare «alcun problema. Ma sa che vuol dire alcun problema? Nulla! Dirò semplicemente che non riesco a tenere più, diciamo, le, le due segreterie, perché comunque è un lavoro non indifferente. Quindi la scusa tiene, tiene benissimo».Sangalli replica: «Ma cosa c’entra, ma come, dai. Resta come, come l’inizio. No, no, non fare casini». La donna insiste: «Sì presidente. Anche un mese fa, si ricorda, avevamo detto basta». «Basta, basta, basta, basta», ripete Sangalli. Lei: «E invece poi non è così».«Da parte mia basta. No basta basta, basta, basta, basta», la interrompe. «Eh da parte sua! È da parte sua! Perché non è che sono io che... capito?» Sangalli a quel punto pare capitolare: «No è chiuso, va che non succede più» e chiude l’argomento con un «devo andare a confessarmi. Eh allora basta eh». «Quindi che fa? Si confessa e via, finisce tutto», replica la donna.







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