Milano
Autobus dirottato, i ragazzini soffrono di disturbo post-traumatico
Autobus dirottato a San Donato, le testimonianze dei genitori: "Mio figlio fatica a uscire di casa"; "Panico il giorno della cresima"
Autobus dirottato, i ragazzini soffrono di disturbo post-traumatico
Ansia, mancanza di concentrazione, disturbi del sonno, pianti, depressione: i cinquanta studenti che erano a bordo dell'autobus dirottato e poi incendiato lo scorso 20 marzo a San Donato Milanese da Ousseynou Sy soffrono di «disturbo post-traumatico da stress». E' emerso dai drammatici racconti delle famiglie dei ragazzini di 12-13 anni che hanno testimoniato ieri in Corte d'assise. Le loro parole sono state riprese dal quotidiano Il Giorno: «Mio figlio era solare, allegro, è molto cambiato, mi capita di vederlo piangere da solo, in silenzio, in un angolo, si allarma quando sente urlare, non riesce più a salire su un autobus e nemmeno in metropolitana, ha un blocco, scappa, ha paura del buio e non ha mai più voluto dormire da solo nonostante abbia 12 anni - spiega una mamma -, deve dormire con me e mio marito e con la luce accesa. È molto dura, è quel senso di paura che non gli passa mai. Ormai fatica anche ad uscire di casa». Ed un altro genitore aggiunge: «Qualche giorno fa, mentre stavamo facendo l’albero di Natale, mi è caduta una fascetta da elettricista. Mia figlia l’ha raccolta e mi ha detto: “Con questa sono stata legata”. Poi è scoppiata a piangere».
Ed ancora: «Niente più coltelli in casa, mia figlia quando li vede esce dalla stanza. Ha manifestato ansia e disturbi durante la notte, quando sente puzza di benzina ha immediatamente i conati di vomito e si intristisce". Ed il padre di una ragazzina: «Dopo quel giorno è come se le si fosse spenta la luce negli occhi, come se non fosse più una bambina, si rivede continuamente con il coltello puntato, è diventata aggressiva e diffidente, ha paura del fuoco, non dorme più, se non attaccata a me, all’inizio non voleva più andare a scuola che ha sempre frequentato con entusiasmo. Lei e alcuni altri suoi compagni di classe il giorno della Cresima, quando si sono chiuse le porte della chiesa, sono andati nel panico e sono scappati fuori».