Milano
Autonomia, il sottosegretario Piazza: "La Lombardia è determinata ad andare avanti"
Il sottosegretario regionale Mauro Piazza: "Inspiegabile giravolta da parte del Pd. L'impianto della legge resta perfettamente legittimo e costituzionale". L'intervista
Autonomia, il sottosegretario Piazza: "La Lombardia è determinata ad andare avanti"
Sull'autonomia "la Lombardia è determinata ad andare avanti". Parola del sottosegretario regionale Mauro Piazza, che sta seguendo i negoziati con il ministro Roberto Calderoli insieme al governatore Attilio Fontana. Trattative che continueranno, come assicura l'esponente della giunta, su tutte le materie per cui non è prevista la definizione dei Lep. In un'intervista ad Affaritaliani.it, Piazza punta il dito sul Pd che nel 2018 "firmò le pre-intese con le Regioni che erano molto più avanti rispetto alla legge Calderoli". Non solo: "In Consiglio regionale votarono una risoluzione che dava mandato a Fontana per trattare su tutte e 23 le materie, senza una legge quadro. La loro è una giravolta inspiegabile".
Piazza, cosa succede dopo i rilievi della Consulta?
Intanto bisogna sottolineare che i ricorsi presentati dalle Regioni di centrosinistra puntavano a far emergere l'incostituzionalità per buttare la legge nel cestino. Questo non è avvenuto. Anzi, è successo l'esatto contrario. L'impianto della legge è perfettamente legittimo e costituzionale, con la Consulta che ha ribadito ciò che è scritto nel Titolo V, ossia che sono possibili, nel nostro ordinamento, delle forme di autonomia. Bisogna che da questo punto di vista le opposizioni si mettano le mani in pace.
Sulle osservazioni della Corte bisognerà comunque lavorare.
Le materie per cui non sono previsti i Lep, quelle su cui stiamo negoziando con lo Stato, non vengono toccati dalla Consulta e questo ci permette di andare avanti nel cammino che stiamo facendo, continuando anche gli incontri con gli stakeholders. Bisognerà analizzare nel dettaglio le osservazioni, ma Calderoli già intravede una via. Prima della sua legge non c'era nulla, solo il Titolo V che permetteva le intese dirette. Se la Calderoli è stata suscettibile di qualche rilievo, la legge Boccia era direttamente da cestinare, visto che mancava sia di passaggi istituzionali sia dal punto di vista della determinazione Lep.
C'è chi sottolinea che, forse, era meglio procedere di nuovo con le intese, senza una legge quadro.
Ma c'è un tema di contesto. Quando venne modificato il Titolo V c'era un sentiment trasversale e condiviso, oggi il clima è profondamente mutato, sicuramente a sinistra ma parzialmente anche a destra. Quindi era giusto non utilizzare lo strumento dell'intesa diretta. Poi c'è il tema della determinazione dei Lep, argomento rimasto lettera morta per oltre 20 anni. Calderoli si è mosso con determinazione ma anche grande saggezza. Sullo sfondo rimane chi ha cambiato radicalmente idea. Farebbero meglio a dire che sono direttamente contro l'autonomia, senza nascondersi dietro all'attuale legge che loro continuano a chiamare erroneamente 'riforma' come se si stesse introducendo qualche novità quando, invece, si sta solo attuando la Costituzione.
Al Nord, nel Pd, non tutti la pensano allo stesso modo sull'autonomia.
Ma loro sono quelli che al governo nel 2018 firmarono le pre-intese con le Regioni che erano dieci volte più avanti rispetto alla legge Calderoli, con materie Lep pesantissime. Ma soprattutto ci devono spiegare perché qui in Lombardia, in Consiglio regionale, hanno votato una risoluzione dove si dava mandato al governatore di trattare su tutte e 23 le materie in una forma di autonomia estesissima e senza una legge quadro.
Che fine farà il referendum delle opposizioni?
Non ho conoscenza giuridica ma applico il buon senso. Se la legge venisse modificata secondo i suggerimenti della Consulta, sembrerebbe assurdo andare a chiedere un referendum su una legge che è stata modificata. Se la si ritenesse ancora oggetto di consultazione, bisognerebbe riattivare tutta la procedura. Credo che quel percorso, di fronte a una legge modificata, non avrebbe senso, perché chiederemmo ai cittadini di esprimersi su una cosa che parzialmente non è più quella. Ad ogni modo non abbiamo nessun timore: in Lombardia vogliamo essere padroni del nostro territorio.
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