Autonomia Regione, il referendum spacca il Pd: 8 sindaci per il sì
Giorgio Gori e Beppe Sala annunciano un comitato "senza bandiere" assieme ad altri sei sindaci di centrosinistra a favore del sì al referendum sull'autonomia
Otto sindaci Pd di capoluoghi lombardi, ovvero tutti tranne il primo cittadino di Pavia, hanno annunciato oggi il proprio sì al referendum sull'autonomia della Regione in programma il prossimo 22 ottobre. Si tratta di un comitato "senza bandiere" che vede in prima linea il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e quello di Milano Beppe Sala e che sarà presentato l'11 luglio a Varese.
"L'autonomia e i benefici per la crescita e il lavoro per tutti non possono essere strumentalizzati da una parte politica che ha isolato fino ad ora la Lombardia - dichiarano i sindaci di Milano, Bergamo, Brescia, Varese, Lecco, Mantova, Cremona e Sondrio in una nota dell'ufficio stampa di Gori -. Per questo diciamo un sì convinto e ci organizzeremo perché il referendum sia una vittoria di tutti i lombardi e non una bandierina di una parte. Il comitato si presenterà pubblicamente l'11 luglio a Varese. In questa occasione verranno spiegate le ragioni della scelta di votare sì".
Una mossa che di fatto allinea gli amministratori di centrosinistra alla posizione già espressa dal centrodestra e dal Movimento Cinque Stelle, favorevoli alla consultazione. E che sta suscitando reazioni.
Così Claudio Pedrazzini, Forza Italia: "Dopo la batosta elettorale nei ballottaggi di domenica scorsa in tutta la Lombardia, il PD cambia rotta sul referendum di autonomia e si mette maldestramente alla testa di un movimento che di civico non ha nulla. Il voltagabbana sindaco di Bergamo, il suo compagno di Milano e tutti i loro colleghi di sinistra, ultimi superstiti alla guida dei capoluoghi di provincia lombardi, hanno annusato l’odore della sconfitta e cercano di correre ai ripari contro il malcontento crescente verso un Governo che continua a succhiare risorse ai contribuenti e contro le amministrazioni locali, impotenti di fronte ai reali problemi dei loro cittadini. E’ evidente a tutti la contraddizione del Partito Democratico, che prima attacca in ogni modo la scelta del centrodestra di indire il referendum, poi si divide tra favorevoli e contrari (con ruoli intercambiabili e a tempo: Gori è stato talvolta favorevole, talvolta contrario) e infine, solo dopo il flop elettorale, sembra schierarsi per il “Sì”. Mi sto domandando come Gori possa candidarsi alla guida della Regione sfruttando una battaglia che fino ad oggi non è mai stata ufficialmente del PD e dopo tutti i danni causati ai nostri enti locali dall’infausta riforma Del Rio"
E Paolo Grimoldi, segretario della Lega Lombarda: "Bene la decisione dei sindaci del PD di schierarsi ufficialmente per l'autonomia della Lombardia e per il SI al referendum del 22 ottobre. Una decisione di buon senso da parte degli amministratori del PD che accogliamo con soddisfazione, anche se in parte era scontata. Così facendo, scendendo in campo per l'autonomia della Lombardia, i sindaci del PD dimostrano di mettere gli interessi dei cittadini lombardi davanti agli interessi di bottega di partito, a differenza di quanto hanno fatto finora i vertici nazionali e regionali del PD..."