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Avanti! In uscita il nuovo numero di giugno

Avanti! In uscita il nuovo numero di giugno

È in uscita il nuovo numero dell'Avanti! del 2 Giugno, Festa della Repubblica. Il 2 giugno lo storico giornale socialista compie un anno nella nuova edizione mensile diretta da Claudio Martelli e Stefano Carluccio.

In questa occasione il giornale socialista lancia la proposta di una Grande Riforma Parlamentare per una sola Assemblea Nazionale che rimedi ai danni istituzionali provocati dal taglio dei parlamentari. La proposta, illustrata da Claudio Martelli, è commentata favorevolmente sull'Avanti! da un nutrito gruppo di giuristi, tra cui Sabino Cassese, Enzo Cheli, Andrea Manzella, Beniamino Caravita, Francesco Clementi.

"Il contesto attuale - scrive Martelli - che vede un governo del Presidente sostenuto da una maggioranza di (quasi) unità nazionale è il più propizio a una revisione costituzionale nello spirito repubblicano di una riforma chiara, semplice. Gli ultimi due anni di legislatura sono più che sufficienti per una revisione che istituisca un’unica Assemblea Nazionale di 600 membri sostitutiva sia della Camera dei Deputati sia del Senato della Repubblica. In tal modo non solo assorbiremmo in un’unica revisione le varie correzioni necessitate dal taglio dei parlamentari ma finalmente supereremmo il bicameralismo tante volte denunciato e doteremmo la Repubblica di un Parlamento monocamerale pienamente rappresentativo, efficiente ed efficace in linea con le migliori democrazie moderne, proporzionato alla popolazione nel numero dei suoi membri".

Le parole dell’ex Ministro socialista sono condivise anche da un costituzionalista di eccellenza come Sabino Cassese che commenta: "C’è un ulteriore motivo per incamminarsi decisamente verso il monocameralismo: l’esistenza, ormai da mezzo secolo, di 20 parlamenti regionali, i quali svolgono, in ambiti limitati, le stesse due funzioni del parlamento nazionale: fornire un consenso all’esecutivo e adottare atti normativi. Non dimentichiamo che la riduzione dei parlamentari aveva un intento di operare un «downgrading» della democrazia rappresentativa, a beneficio della democrazia diretta. Non si volevano tanto ridurre i parlamentari, quanto ridurre il Parlamento".

 

 

 
 
 

 

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