Avvelenamenti da tallio, confessa il nipote delle vittime:"Volevo sterminarli"
Avvelenamento da tallio: arrestato Mattia Del Zotto, 27 anni, nipote delle 3 vittime. "Ho eliminato soggetti impuri"
E' stato arrestato il responsabile di avvelenamento da Tallio di un'intera famiglia nel Monzese: si tratta di Mattia Del Zotto, 27 anni. I carabinieri di Nova Milanese e Desio hanno dato esecuzione questa mattina a un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Monza.
Il giovane e' ritenuto responsabile del triplice omicidio del nonno 94enne e di una zia 67enne (morti il 2 ottobre) e della nonna 83enne (morta il 13 ottobre), avvenuta "a mezzo somministrazione di solfato di Tallio". Gli omicidi - stando alla ricostruzione delle indagini - sono stati premeditati.
Il ragazzo e' ritenuto responsabile anche del tentato omicidio di altre 5 persone: nonni materni, marito della zia morta, altra zia e badante dei nonni paterni.
Il nipote pianificava l'avvelenamento da giugno
Mattia Del Zotto pianificava di avvelenare la sua famiglia fin da giugno: analizzando il suo computer i carabinieri hanno trovato i primi contatti con la ditta fornitrice con una mail risalente al 22 giugno. Poi e' passata l'estate e il 27enne si e' recato a Padova a ritirare il veleno: il 15 settembre il suo telefono ha agganciato le celle della cittadina veneta, mentre alla famiglia ha raccontato di dover andare a fare un colloquio. Ai carabinieri ha ammesso di aver agito in diversi momenti, continuando ad avvelenare gli elementi della famiglia per una questione di "opportunita'". Le boccette comprate erano sei: l'ipotesi e' che avesse intenzione di colpire anche i genitori, per il momento graziati.
LA CONFESSIONE DEL KILLER
Ha ammesso Mattia Del Zotto, di aver ucciso "per punire soggetti impuri". A dichiararlo oggi in conferenza stampa il procuratore di Monza Maria Luisa Zanetti, nel descrivere il momento in cui e' stata notificata l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il 27 enne ha ammesso di aver commesso il fatto e manifestato il suo carattere "introverso", come ha descritto il capitano Mansueto Cosentino, dei carabinieri di Desio.