Milano
Azienda della Bergamasca cerca un manutentore da pagare 3.500 euro al mese. Ma non trova nessuno
Lo sfogo del titolare di Albogroup: "Investiamo in innovazione ma non troviamo operai e manutentore. L'agenzia ci manda solo stranieri senza competenze. I giovani italiani? Se gli parli di lavorare il sabato, scappano..."
Azienda della Bergamasca cerca un manutentore da pagare 3.500 euro al mese. Ma non trova nessuno
(IMPRESE-LAVORO.COM) Bergamo- «Sto cercando tre dipendenti pronti a entrare in servizio subito e sono disposto a pagare fino a 3.500 euro netti al mese per un manutentore assunto con un contratto a tempo indeterminato. Le agenzie per il lavoro mi hanno mandato, negli ultimi mesi, una sessantina di candidati. Uno peggio dell’altro. Nessuno è adatto». Lo sfogo - sul Corriere Della Sera - è di Danilo Bonassoli, amministratore unico di Albogroup, con sede a Lallio, nella Bergamasca.
L'imprenditore: "Che senso ha innovare se non troviamo operai?"
«Abbiamo investito in due nuove linee di produzione circa due milioni di euro — spiega Bonassoli —. L’ultima deve partire a febbraio. Mi servono due operai e un manutentore. La parte economica non è un problema: per i primi lo stipendio base è di 1.600 euro netti al mese, mentre un manutentore può arrivare a guadagnarne 3.500, ma l’agenzia ci manda solo stranieri senza competenze che, finora, si erano arrangiati con i lavori che hanno trovato e al massimo sanno scaricare i camion o guidare l’auto».
Tra le prime aziende in Italia Albogroup, da qualche anno, ha lanciato sul mercato la linea Solid.o Original: shampoo, bagnodoccia, shampoo doccia, detergente intimo, struccante viso, sapone barba solidi. L’azienda ha 15 dipendenti e, nel 2024, ha fatturato 8 milioni di euro. «Che senso ha per noi — si domanda Bonassoli — investire nella linea di produzione di un prodotto innovativo se non troviamo nessuno disposto a sacrificarsi e a imparare un mestiere?».
"I candidati? Se sanno che potrebbero lavorare il sabato, non accettano"
Il candidato ideale per l’azienda ha tra i 25 e i 30 anni. Il lavoro avviene su due turni. «Nessun italiano si è presentato — prosegue l’imprenditore —. E non mi stupisce: i giovani che appartengono a questa fascia d’età lavorano per qualche mese, poi stanno a casa con la Naspi e lo stipendio all’80% finché, una volta terminata la disoccupazione, non trovano un altro che li assume e vanno avanti così magari vivendo a carico dei genitori fino a 40 anni. Se poi sanno che potrebbero lavorare il sabato non accetterebbero mai». Molto meglio la vecchia guardia. «Un cinquantenne è più affidabile dei ragazzi di oggi — conclude — e avrebbe più voglia di lavorare. Il problema è che, giustamente, pensa alla meritata pensione»
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