Milano

Babyworld, l'educatrice: "Ho dato un morso ma non ho avuto condotte violente"

Maltrattamenti sui bambini all'asilo nido Babyworld di Milano, le incongruenze nell'interrogatorio di Milena Ceres

"Non ho posto in essere condotte violente nei confronti dei bambini dell’asilo": così Milena Ceres, educatrice del nido BabyWorld di Milano arrestata per maltrattamenti sui bimbi, nel corso dell'interrogatorio di convalida del fermo. Ma le parole della donna sembrano essere in contraddizione con quelle pronunciate poco dopo e riportate oggi dal quotidiano Il Giorno: "Il giorno dell’arresto, quando sono intervenuti i carabinieri, stavo svolgendo con Mario (nome di fantasia, ndr) le attività di cui ho parlato prima per il recupero delle emozioni. In particolare, gli ho dato dei pizzicotti sul braccio e un piccolo morso nella zona sottostante il lobo dell’orecchio, per far comprendere al bambino che tali gesti non vanno fatti nei confronti degli altri bambini (la donna ha affermato che il piccolo lanciava i giocattoli contro gli altri bambini, ndr) come fa lui. L’ho anche abbracciato e gli ho dato un bacino per mostrargli come deve comportarsi con gli altri bambini. Il bambino, a fronte di questi gesti, non ha avuto alcuna reazione". Ma le telecamere degli inquirenti che da mesi tenevano sotto osservazione la struttura dimostrano che il bimbo di due anni a seguito del morso si è messo a piangere, portando all'operazione conclusa con l'arresto della donna e del compagno e titolare del nido Enrico Piroddi.

"MILENA MI DISSE CHE AL BAMBINO CI PENSAVA LEI" - Del trattamento riservato al bimbo parlano anche altre le due educatrici che ha maggio si sono presentate in caserma per denunciare quanto avveniva nell'asilo: "Mario ha lasciato nel piatto la carne, e la Ceres ha giustamente cercato di insistere al fine di fargli comprendere la correttezza di un’alimentazione completa. Nonostante la prima pazienza, Mario ha continuato a non mangiare, e la Ceres ha iniziato a costringere con fare impositivo – metteva quasi con la forza il cucchiaio in bocca al minore – Mario a mangiare, ignorando i conati che il piccolo aveva e, ancora più grave, i segnali di nervosismo del bambino, che, tirando il bavaglio, si stava causando dei segni sul collo. Appena rappresentai a Milena tutto questo, mi rispose che al bambino ci pensava lei e che io non mi dovevo preoccupare: ricordo che quel giorno il piccolo Mario non venne messo a riposare proprio perché doveva prima finire la carne che era nel piatto".







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