Milano
Balzani: “Le primarie? Prima di me una storia già scritta”
di Fabio Massa
Francesca Balzani, il vicesindaco di Milano, la candidata alle primarie. La sfidante di Pierfrancesco Majorino e Giuseppe Sala. Indossa un chiodo nero, scarpe con il tacco (del resto, inutile aspettarsi il contrario: l’aveva detto che pure le ciabatte ce le ha con il tacco…), tiene gli occhi fissi sull’interlocutore mentre parla. Non ha accento, ma non apre neppure le vocali. Scandisce ma senza essere professorale. “Io piego la schiena sui numeri”, ma esprime tanti concetti più che snocciolare cifre.
Vicesindaco Balzani, iniziamo dallo smog. Come fare diversamente? Si parla di blocco che serve, non serve, area vasta, Comune e Regione. Insomma, tutto l’armamentario polemico solito…
Iniziamo con il dire che quando c’è una emergenza come quella che stiamo vivendo occorre una risposta d’emergenza. Poi è chiaro che la risposta d’emergenza non risolve il problema. Ma è necessaria.
Quindi ok al blocco.
La risposta d’emergenza contro lo smog non può che essere il blocco della circolazione delle auto. La salute deve essere il primo bene da tutelare. Poi ci sono le risposte di sistema che riguardano le competenze cittadine. Da questo punto di vista io ho proposto tanti spazi dove le auto non possano entrare. Micropedonalizzazioni sul territorio.
Dove pensa di chiudere alle auto?
Prima di individuare le zone bisogna fare tanto lavoro d’ascolto. Condividere il più possibile: sono scelte che impattano fortemente sui cittadini, sui commercianti, sulla vita quotidiana del quartiere. E’ un tema sul quale ci vuole la partecipazione, quella vera. Poi ci sono le risposte di sistema: ne dico una.
Prego.
In questi giorni è mancata la possibilità di una decisione d’emergenza su area vasta, metropolitana. Questo è un problema: se il sindaco metropolitano avesse un potere oserei dire federale forse faremmo un passo avanti. Poi c’è la Regione: ho parlato di un piano Marshall contro lo smog. Ne sono convinta.
Fare linee metropolitane nuove è importante?
Il tema del trasporto pubblico è importante perché più trasporto pubblico uguale meno mezzi privati. Fare nuove metropolitane è una soluzione, ma di lunghissimo periodo. Forse è molto più veloce e molto più rapido immaginare il rinnovo delle caldaie. Una cosa più rapidamente realizzabile e con un impatto assolutamente forte sulla qualità dell’aria.
A proposito delle metropolitane, perché non ha votato la M4 in giunta?
Io sono arrivata in giunta nel 2013. Tutte le decisioni relative ad M4 erano state prese, non avevo preso parte in nessun modo all’iter sui contratti e sui costi. Il mio sì sarebbe stato un semplice avallo e non mi sarebbe sembrato coerente con la mia storia: io voglio sempre partecipare attivamente alle decisioni e non semplicemente schiacciare un bottone.
Quindi sull’opera è d’accordo.
L’opera in sé è un’ottima opera. Ma non ho potuto partecipare ai tavoli di negoziato. Sarebbe bello riuscire a condividere questo percorso e valorizzare il lavoro di tutti perché questa grande opera sia un’occasione per tutta la città.
Torniamo alla sua candidatura. Alfieri ci ha lavorato tutta l’estate. Perché non ha accettato mesi fa?
Non lo so, mi sono fatta anche io questa domanda. Ma vorrei girarla in positivo: non perché rifiutai, ma perché ho deciso di candidarmi.
La risposta?
Improvvisamente le cose sono cambiate. Ho avuto la percezione netta che queste primarie fossero una storia già scritta e quindi che non ci fosse l’entusiasmo e la voglia di partecipare che invece meritavano. Insomma, sembravano articolate su uno schema già fatto e finito. Una storia già scritta: con Pierfrancesco (Majorino, ndr) già in pista da mesi. Tra l’altro su questo gli devo dare grande merito, perché ha tenuto il punto su queste primarie che in certi momenti sono state messe davvero a rischio. Poi c’era Giuseppe Sala candidato non candidato: doveva sciogliere la riserva ad agosto, poi a settembre, poi ad ottobre, siamo arrivati a fine novembre e ancora chiedeva garanzie a Renzi prima di candidarsi.
Una situazione ingessata.
In questa situazione che sembrava non avere un’evoluzione così dinamica e così coinvolgente come devono essere le primarie con più di un protagonista che effettivamente portano avanti le proprie proposte, ho colto la voglia di tante persone di avere una proposta in più. E questa per me è stata una forte spinta.
Giuliano Pisapia l’ha spinta? Che cosa le ha detto?
Considero il voto di Giuliano un voto da conquistare. Ho parlato con molti, ma la decisione di candidarsi alle primarie è una decisione che ho preso io.
Ci si aspetta che alla fine della raccolta firme il sindaco dica qualcosa. Da candidata che cosa si auspica? Il sindaco che ruolo dovrebbe interpretare: arbitro oppure giocatore?
Mi sembra che Giuliano abbia detto che c’è una data importante, ovvero la fine della raccolta firme e quindi avremo la griglia dei candidati. In questa fase molto importante nella quale si stanno formando le candidature, sta tenendo il ruolo che ha sempre tenuto: essere il sindaco di questa città. Poi deciderà lui.
Dei suoi colleghi di giunta in sette stanno con Sala. Quasi tutti. Questa cosa come se la spiega?
Ciascuno fa le sue scelte, ha la sua storia e le sue esigenze. Non entro nel merito.
Però?
Però è certo che io sono abituata a dare il mio appoggio a chi fa una proposta politica e devo dire che ad oggi la proposta politica di Sala mi sembra non ci sia, forse ancora giustamente, perché siamo in una fase ancora preliminare. Ma faccio un esempio: sullo smog, intervistato dal Corriere della Sera, credo abbia detto “devo ancora pensarci”. Ecco, io sono abituata a dare il mio sostegno a una proposta politica nella quale mi riconosco, diversamente faccio fatica a dare il mio sostegno.
Lei è anche vicesindaco. Non avete imbarazzi in giunta con gli assessori che sostengono Sala?
Assolutamente no.
Credo che in politica esistano due famiglie peraltro abbastanza ambigue: i politici e i civici. Ammesso che questa classificazione valga, lei come si sente?
Partiamo dalla mia storia: fino ai 40 anni ho lavorato molto, ho fatto l’avvocato e ho avuto modo di costruirmi un’indipendenza. Poi ho fatto la deputata europea, ho avuto modo di seguire un orizzonte internazionale che bisognerebbe tenere presente con più forza perché impatta sulle vite di tutti noi. Questa è stata un’esperienza politica che mi ha insegnato molto. Ho la fortuna di avere avuto una esperienza lavorativa importante. Se mi chiede come vedo la mia candidatura io dico: beh, credo di avere la fortuna di riunire in me queste due esperienze, quella di una vita di lavoro e quella di un impegno politico tutt’altro che semplice.
Ha parlato della sua candidatura con il Pd?
Sono nella segreteria regionale del Pd. Due giorni prima di annunciarla ho incontrato Bussolati e Alfieri, ne ho parlato molto.
Che risposte ha avuto?
Non ho fatto domande…
Correggo: che reazioni ha avuto?
Quelle giuste, ritengo: che le primarie sono belle se sono sincere e se il potenziale elettorato viene coinvolto tutto. La mia candidatura risponde a un elettorato vasto e allarga. Basti dire che sono l’unica donna.
Parliamo di cose concrete e iniziamo dagli scali ferroviari che tanto vi hanno fatto soffrire. Se dovesse essere sindaco…
E’ una questione che va ripresa. Gli scali sono un grande patrimonio di spazio e una grande opportunità. Io lo vedo come un grande arricchimento della città.
Quale progetto edilizio le piacerebbe portare a termine? Una zona, una piazza…
Vediamola in maniera un po’ più politica: pensiamo a come bisogna ripensare l’approccio del mattone nelle città. Oggi abbiamo il tema grande del recupero di tanto patrimonio edilizio che è dismesso, sottoutilizzato o che va rigenerato. Credo che dovremo prima di tutto porci questo grande obiettivo: di fare in modo di azzerare il consumo di suolo. Come possiamo fare per utilizzare tutto il costruito che già c’è e che è sotto utilizzato per renderlo veramente utile? Una direttiva europea nel 2050 imporrà di recuperare tanta area brown quanta edificata: sarebbe bello anticipare.
Intanto, per dirne una, la Torre Galfa è ancora là. Non potevate agire in questo mandato? Non le abbiamo già sentite queste cose cinque anni fa? Ricordo Boeri…
Ho lavorato tanto in questi anni per lanciare un fondo di sviluppo urbano. Saremo la seconda città dopo Londra ad averlo. Risorse del comune di Milano, risorse di una realtà finanziaria e risorse della Banca Europea Investimenti verranno messe insieme per finanziare, speriamo con 80-100 milioni di euro, progetti di rigenerazione urbana che fino ad oggi non avevano gli strumenti per accedere al credito.
Altro tema: parliamo di housing sociale. E quindi parliamo di Aler.
O di MM.
No, parliamo di Aler perché con MM una parte del problema l’avete risolto. Ne resta un’altra parte da risolvere però. Sono sempre cittadini milanesi.
Io dico che aver affidato a MM le nostre case e il nostro patrimonio sta iniziando a dare buoni frutti. Si è cominciato a migliorare la relazione tra gli inquilini e il gestore, c’era il tema grosso dei pronti interventi, della manutenzione ordinaria e straordinaria. Ho visto in questi giorni quartieri popolari, e vedo che le piccole cose sono grandi cose. Sicuramente Aler è una realtà su cui bisogna per forza lavorare con la Regione, perché è patrimonio della Regione. Inutile andare per improvvisazione, si dovrà andare a cercare di capire come creare una buona sinergia tra il Comune che ha la responsabilità del decoro, dei quartieri, della qualità di vita dei cittadini e Aler. Sarà un ragionamento complesso.
Torniamo alla politica e facciamo ipotesi: Majorino si ritira. Come lo coinvolge nel suo progetto?
Io ho detto molte volte che con Pier ho sempre lavorato bene. Abbiamo condiviso momenti difficili. Quando sono arrivata la situazione di bilancio era complessa e io avevo la responsabilità di farlo quadrare e lui di non mandare in sofferenza i suoi servizi. E’ la persona con cui ho condiviso la parte più complicata. Poi è anche un amico. Io e lui ci parliamo sempre. Abbiamo sempre avuto un rapporto di stima reciproca. Quindi è l’ultimo dei problemi quello di lavorare insieme a Pier. E’ sempre stato un punto di forza. La porta è sempre aperta. Ma questo tormentone del resta o si ritira, basta…
E se non si ritira, come ci lavora?
Come ci ho sempre lavorato. Condividendo con lui qualunque cosa. Con stima e con rispetto e con fiducia. Continueremo così, senza farci mancare il reciproco rispetto.
Se l’è un po’ presa perché non ricorda la fine del suo libro…
Ma è perché sono una lettrice compulsiva… L’ho giustificato, dai, non mi sembra una cosa grave…
Facciamo che lei vince le primarie e magari anche le elezioni, quale incarico dà a Sala? Idee?
Non lo so. Ma io sono molto rispettosa delle risorse e considero tutte le persone risorse importanti. Il bilancio in questo è una grande palestra: ci vuole approccio inclusivo e di squadra. Qualunque cosa avvenga trovo importante riuscire ad essere costruttiva e applicare un buon gioco di squadra.
Facciamo che vince lui, lei che cosa può mettergli a disposizione?
Chiunque vinca dobbiamo fare squadra per vincere le elezioni. Questa è la cosa importante.
Esclude che a una sua convention si presentino esponenti Ncd o Scelta Civica?
Non mi è mai capitato. Ho fatto già molti incontri pubblici, non mi è mai successo di avere esponenti di Scelta Civica o di Ncd.
Perché la Balzani è incompatibile con Scelta Civica o Ncd?
Non ho detto questo. Mi ha fatto una domanda e io ho risposto con un fatto incontrovertibile: non è mai successo.
Allora voglio essere esplicito: trova sia un problema che Ncd si presenti da Sala?
Insomma, queste sono le primarie del centrosinistra, dobbiamo considerare che questo elemento è nel dna sul quale Matteo Renzi ha costruito un patrimonio identitario forte. Dobbiamo difendere questo strumento. Come tutto quello che riguarda la democrazia, parliamo di processi delicati e quindi credo che nelle primarie di centrosinistra il coinvolgimento o la presenza di partiti ed esponenti di altre forze politiche possano far sorgere legittime domande.
La cosa più bella e la cosa più brutta fino ad oggi della campagna.
La cosa più bella è questo clima davvero positivo che sento intorno a me. Fin dall’inizio mi sento circondata da molta voglia di partecipare, da gente che mi offre aiuto e disponibilità. Lo sento come un vento potente e così è.
E la brutta?
Sarebbe brutto se Sel uscisse dalla coalizione. Se ci fosse questa fuoriuscita sarebbe brutto perché una delle fortune di questa giunta è stato il fatto di avere una maggioranza politica composita, di avere consiglieri comunali di Sel autorevoli e leali. Questo ha generato dinamismo. E il dinamismo è innovazione, energia. Al di là dei calcoli la coalizione più ampia fa innovazione. E noi abbiamo bisogno di questo.
@FabioAMassa