Beppe Sala eletto sindaco. Grande festa a Palazzo Marino
Comunali 2016, dopo la vittoria di Giuseppe Sala al ballottaggio di Milano il chiostro di Palazzo Marino trabocca, ribolle. Pisapia ha gli occhi lucidi
di Fabio Massa
“Allora, Massimo Moratti, ci sarà un altro sindaco interista!”. La risposta ad Affaritaliani.it, sorridendo, mano nella mano con la moglie Milly, candidata ed eletta in consiglio comunale con il Pd: “Pare che ormai sia una tradizione, ed è bene così”. I cortili di Palazzo Marino traboccano. C’è Luca Gibillini, consigliere uscente di Sel, che stappa la bottiglia. Ci sono i cori, del tipo: “De Corato di-soc-cu-pa-to”. E quando arriva Beppe Sala, portato in giro come una Madonna sotto la madonnina, arriva la Bella Ciao intonata ad alta voce. E poi quel beffardo “Parisi non salta più”.
Massimo Ferlini, intercettato da Affaritaliani.it mentre prende il suo scooter tre ruote, è contento ma misurato: “E’ andata bene? Sì, è andata bene. Se poteva andare meglio? Abbiamo fatto quel che si è potuto, abbiamo portato i voti. Un assessorato? Beh, adesso vedremo”. Già, ecco, la questione degli assessorati è uno dei temi che adesso si toccherà, che si elaborerà. Il chiostro di Palazzo Marino trabocca, ribolle. Pisapia ha gli occhi lucidi. E’ arrivato presto, a vedere i risultati, in Comune. Già alle 23. Caterina Sarfatti stringe il pugno in alto. Ci sono Davide Corritore e Fabio Terragni. C’è Paolo Limonta con una bella polo bordeaux.
Beppe Sala alza le braccia, come alle primarie, allo stesso modo. Prosegue dritto da una parte all’altra del cortile, poi si infila nel palazzo, per bere alla bouvette un po’ di spumante. Del resto lo aveva confessato: “Se vinco che cosa faccio? Magari nella prima serata mi ubriaco un po’. Ma dal giorno dopo si inizia a lavorare”. La prima parte della promessa, alle due di notte, la sta mantenendo. Per la seconda bisogna aspettare il passaggio di consegne, che avverrà probabilmente o martedì oppure mercoledì, quando la Prefettura accerterà il regolare svolgimento delle elezioni. Formalità. E’ il tempo dell’ubriacatura di Mr. Expo e di una sinistra che ha avuto paura ma che ce l’ha fatta.
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