Milano

Bernardo: "I veri vincitori sono l'astensionismo e il Pd. Sala non è autonomo"

Di Lorenzo Zacchetti

Il candidato del centrodestra: "La mia lista civica ha avuto un buon risultato. Ripartiamo da qui per recuperare il voto dei moderati"

In campagna elettorale lei è stato protagonista di due episodi che hanno fatto discutere e che l’hanno anche fatta arrabbiare: il caso della pistola e quello del messaggio vocale sui fondi che i partiti dovevano versare per la sua campagna. Crede che l’abbiano danneggiata?

"Sicuramente l’atteggiamento nei miei confronti è cambiato. Finché ero il medico che ha visitato circa tre quarti dei bambini di Milano c’era un certo atteggiamento, poi è iniziata una campagna di disinformazione da parte di alcuni giornalisti. Non parlo delle testate, che rispetto molto in quanto grandi testate e di grandi cultura. Però alcuni giornalisti hanno fatto proprio disinformazione politica, perché, come ho sempre detto, parliamo di un porto d’armi che mi è stato legalmente dato da più di dieci anni, tant’è che ho denunciato il medico che ha rilevato questa cosa. Sull’audio rubato, dico che dobbiamo fare politica in un altro modo. Forse Sala ha avuto un po’ di vergogna, quando ha detto di non aver mai preso soldi dai partiti, cosa che è assolutamente trasparente e onesta. Giustamente anche lui quando era alla prima elezione ha chiesto alla sua famiglia politica, il Partito Democratico, di essere aiutato col finanziamento. Io ho fatto esattamente la stessa cosa e, visto che a noi non piace incontrarci ai bar e col telefono spento (cosa che immagino non faccia mai nessuno), non abbiamo problemi a lasciare tracce: messaggi, mail, vocali. E comunque si trattava di una chat riservata, al cui interno c’erano sette persone, tra cui dei parlamentari, e qualcuno sicuramente l’ha fatto uscire. Non credo di essere stato danneggiato da questo, anzi probabilmente ne ho beneficiato perché abbiamo dato dimostrazione ai milanesi della trasparenza, dell’onestà e dell’incorruttibilità di Luca Bernardo. Non chiesto sostegno finanziario a chiunque, ma ai partiti: è la cosa più normale e ufficiale del mondo. Io ho vergogna di chiedere agli amici e non si sa mai cosa di ritorno potrebbero chiedere loro". 

Scusi, ma quando parla di “incontri per strada con il telefono spento” per caso si riferisce per caso all’inchiesta sulla “Lobby nera” che ha fatto molto discutere, alla vigilia del voto?

"No, mi riferisco all’immaginario che i cittadini hanno del politico, anche se poi la realtà è molto diversa. Tuttavia esiste questo immaginario fatto di incontri di nascosto, discorsi nell’orecchio… un po’ la vecchia politica. Ho dato un segnale del fatto che la nuova politica va fatta diversamente. Da persona che viene dalla società civile, non ho problemi a parlare tranquillamente, scambiando messaggi e senza preoccuparmi che qualcuno li possa sentire. In campagna elettorale ho dato il mio numero privato a tutte le persone che ho incontrato, perché sono assolutamente tranquillo e trasparente".

In campagna elettorale avete puntato molto sul disagio nelle periferie, eppure avete perso in tutti i 9 municipi della città, oltretutto al primo turno: come se lo spiega?  

"In questo momento non saprei come analizzare il dato. I 7.000 km di cui parlavo prima mi hanno portato nei vari quartieri, tra i problemi delle persone che ho ascoltato una ad una. Mi hanno fatto entrare nelle case e ho guardato tutti negli occhi, ascoltando i disagi su casa, lavoro, bollette da pagare… Dovremo analizzare questo risultato a mente fredda, ma credo che la spiegazione sia legata al profondo distacco nei confronti della politica. Altrimenti non si spiegherebbe quel numero enorme di cittadini di Milano che non sono andati a votare, ne’ per me, ne’ per il Sindaco Sala. Avrei preferito perdere con 900.000 votanti, anche se poi avessero comunque scelto Sala. Io credo che non ci sia un vincitore: c’è una conferma del Sindaco precedente, che rispetto da uomo delle istituzioni. In democrazia si prende atto del voto e va riconosciuto che i milanesi hanno scelto il Pd, più che il Sindaco Sala. Infatti il risultato della lista Sala non è straordinario, se lo paragoniamo alla mia lista di neofiti della politica: dalla lista del Sindaco uscente mi sarei aspettato molto di più. Oggi quindi Sala non è indipendente perché è stato eletto dal Pd. Però probabilmente è giusto così: ci deve essere una sintesi dei partiti". 

Cosa mi dice, invece, rispetto al suo rapporto con la politica? Continuerà oppure si ferma qui?
 

"Vado avanti. Sarò senza dubbio in consiglio comunale. La mia opposizione sarà corretta e trasparente e, dove ci sarà bisogno di supportare il Sindaco e la giunta, lo farò. Vengo dalla società civile e so che se uno fa bene va supportato e aiutato. Qualora rilevassi che ciò non avvenisse, farò opposizione, anche in modo importante. Credo che la mia lista abbia fatto un buon risultato ed è un piccolo seme che piantiamo nel terreno: sono sicuro che nascerà una pianta robusta, che potrà dare qualcosa alla città di Milano, cercando soprattutto di recuperare quell’elettorato moderato che non è andato a votare. Questo è il lavoro che farò nei prossimi cinque anni". 
 







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