Milano

Bernardo e la pistola: "Posso tenerla ovunque, ma non la porto in corsia"

Il candidato del centrodestra a Milano Luca Bernardo sul suo porto d'armi: "Idealmente potrei portarla anche in ospedale, ma non l'ho mai fatto"

Bernardo e la pistola: "Posso tenerla ovunque, ma non la porto in corsia"

Il candidato sindaco del centrodestra a Milano Luca Bernardo torna sulle polemiche relative al suo porto d'armi e sul dibattito scaturito dalle parole del consigliere regionale - e suo collega al Fatebenefratelli - Michele Usuelli di +Europa, il quale ha dichiarato sabato a Repubblica che sarebbe cosa nota che il primario di Pediatria dell'ospedale milanese girerebbe per le corsie con la sua pistola: "Io ho un porto d'armi da difesa personale. Il che vuol dire che in tutta Italia, tranne nelle aggregazioni politiche posso portare l'arma addosso. Quindi, idealmente anche in ospedale, in corsia, sul metro, in tram, in macchina, ovunque. In corsia non l'ho mai portata e non la porterò mai. È un titolo che può essere rilasciato solo dalla Prefettura, non dalla Questura, e può essere rilasciato solo per motivazioni".

Bernardo ha parlato ai cronisti a margine di una conferenza stampa a Palazzo Pirelli per presentare il progetto di legge per l'istituzione del 'garante regionale per la tutela dei diritti delle persone anziane'. Commentando la richiesta di accesso agli atti avanzata dal Pd al Fatebenefratelli, lo stesso Bernardo ha spiegato: "Al Pd ignorano le cose, perché se uno ha un porto d'armi da difesa personale ha la possibilità di trasportarla ovunque e sempre e non deve avvertire nessuno per legge perché si chiama 'porto occulto'. Il Fatebenefratelli non deve neanche rispondere perché posso andare ovunque tranne che nelle aggregazioni politiche".

Bernardo: "No vax? Si facessero un giro in un reparto Covid..."

Bernardo ha affrontato anche altri temi. Commentando le proteste contro il green pass di sabato scorso ha detto: "Negazionisti e no vax dovrebbero studiare e rendersi conto e stare in un reparto con pazienti malati e vederli morire, e poi forse farebbero un lavoro più serio".

"Mai parlato di movida blindata"

 E sulla movida milanese: "Non ho mai parlato di movida blindata, di stato di assedio ma di una movida sicura, dove ci sia innanzitutto e soprattutto rispetto per la vita, perché molte sono le aggressioni come vediamo noi medici in ospedale, quando i ragazzi arrivano feriti, accoltellati e ubriachi. I giovani possono e devono divertirsi ma tutelando innanzitutto la propria salute, il tutto in piena armonia con i residenti i commercianti, tra cui i ristoratori. Prevenzione e presidio del territorio sono la nostra ricetta per una Milano che torni sicura, noi ci siamo".








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