Milano
"Black Friday": via libera al progetto di legge in consiglio regionale
Il consiglio regionale ha detto sì al progetto di legge (pdl) che dà il via libera a iniziative promozionali come il “Black Friday”
Il consiglio regionale ha detto sì al progetto di legge (pdl) che dà il via libera a iniziative promozionali come il “Black Friday”, la vendita promozionale della tradizione USA in concomitanza del Giorno del Ringraziamento, che cade il quarto giovedì di novembre. Commenta così il capogruppo di Lombardia Popolare Angelo Capelli: “Il provvedimento, voluto dal nostro assessore Mauro Parolini per ristabilire un contesto di concorrenza leale, va incontro alle esigenze del nostro tessuto commerciale, e soprattutto dei negozi di vicinato che sono quelli ad aver subito i più grandi cambiamenti delle nuove pratiche di vendita on line o dei grandi centri commerciali”. “L’anno scorso – spiega Capelli – il Black Friday ha avuto in Lombardia un’applicazione limitata per il divieto di fare offerte promozionali oltre il 25 novembre e fino all'inizio dei saldi invernali”.
“Per questo – conclude Capelli – abbiamo sostenuto con decisione il pdl trasmessoci dal nostro Assessore, esaminandolo rapidamente per allineare il divieto di promozioni ai trenta giorni antecedenti l'inizio dei saldi invernali. In questo modo abbiamo rimosso il divieto del mese di novembre, permettendo la piena operatività del Black Friday e favorendo un nuovo dinamismo tra domanda e offerta nel periodo di vendita prenatalizio”.
“Va bene il Black Friday. Ma questo è un provvedimento a spot, una piccola toppa su una problematica complessa che richiedeva di essere affrontata con ben altra visione strategica”. Così Daniela Mainini, consigliera regionale del Patto Civico, spiega il suo sì alla legge che disciplina i presaldi all’americana di fine novembre, approvata oggi in Aula.
“Non è in modo così riduttivo che si possono dare risposte serie al tema scottante della concorrenza sleale. Anche perché oggi i periodi ufficiali di saldi sono di fatto bypassati attraverso gli strumenti offerti dalla tecnologia, come gli sms con sconti personalizzati, che sono naturalmente appannaggio delle grandi catene, non certo dei negozi di vicinato. Senza poi contare la necessità di uniformare le date sul territorio nazionale, per evitare le migrazioni interregionali dei consumatori. Questa leggina elude il dibattito su una liberalizzazione più ampia che è in sostanza già in atto. Occorreva davvero più coraggio per una riforma vera del settore”.