Milano
Brebemi, la direttissima delle Olimpiadi (per la gioia degli australiani...)
L'A35 Brebemi sarà l'asse principale nei collegamenti Milano-Cortina. Buon per il fondo austrialiano che l'ha acquisita un anno fa. Meno per gli automobilisti
Brebemi, direttissima delle Olimpiadi, per la gioia degli australiani. Ma a pagare sono i lombardi
La partita delle Olimpiadi invernali 2026 si gioca sul terreno dell’ospitalità di due regioni leader: Lombardia e Veneto. Va da sé che i collegamenti tra Milano e Cortina (oltre a Bormio) saranno la chiave del successo per portare turisti, sportivi e appassionati da tutto il mondo da una città all’altra. Cortina e Bormio le città dello sport bianco e Milano capitale dello shopping e degli affari. La direttissima per collegare le due città delle Olimpiadi Milano-Cortina è la Brebemi, l’A35, che fino ad ora – vuoi per le tariffe proibitive – non ha ottenuto grandi risultati di traffico.
Ma c’è dell’altro. L’autostrada, nata da un project financing, in realtà sostenuto da soldi pubblici, è stata venduta a metà dell’anno scorso (in piena pandemia) al fondo australiano Aleatica controllato da Ifm Global Infrastructure Fund. Una delle tante operazioni di shopping delle imprese italiane destinate a fare soldi. Peccato che Brebemi, per essere realizzata, ha incassato due maxi-prestiti: 820 milioni da Cassa Depositi e Prestiti (controllata dal ministero dell’Economia), e 700 milioni dalla Banca Europea degli Investimenti (con garanzie di Sace, gruppo Cassa Depositi e Prestiti). Non basta, dal cilindro della legge finanziaria (2014) sono saltati fuori 260 milioni (quindici tranche annuali da 20 milioni dal 2017 al 2031). Altri 60 li ha sganciati la Regione. In tutto fanno 320 milioni. “La Brebemi poi – scrivono Roberto Cuda, Damiano Di Simine e Andrea Di Stefano (Edizioni Ambiente, 2015) - è stata realizzata con costi economici assai superiori a quelli previsti inizialmente: 1,6 miliardi di euro circa (che diventano 2,4 se si considerano anche gli oneri finanziari), contro gli 0,7 assunti negli studi di fattibilità (diventati poi 1,2 nel 2005 a valle delle procedure di valutazione ed approvazione del progetto definitivo)”.
Insomma un pozzo senza fondo gradualmente passato nelle mani di Intesa San Paolo che, a sua volta, l’ha ceduta ad Aleatica. Insomma una quarantina di chilometri in più che vanno ad aggiungersi ai 1.350 controllati dal gruppo Ifm Global Infrastructure Fund in Australia, Sud America, Nord America, Europa. Per la gioia dei fondi pensione di mezzo mondo. In Lombardia – oltre alla direttissima per Cortina – restano i pedaggi salati, da pagare.
RICEVIAMO E PUBBLICHIANO DA BREBEMI
Egregio Direttore,con riferimento all’articolo del Sig. Mario Dioguardi, pubblicato sul Suo quotidiano in data 14 maggio 2021 con il titolo “Brebemi, la direttissima delle Olimpiadi (per la gioia degli australiani…)”, Le chiediamo cortesemente di voler provvedere alla pubblicazione, ai sensi di legge, della seguente replica.Il Sig. Dioguardi dopo aver asserito che “La direttissima per collegare le due città delle Olimpiadi Milano-Cortina è la Brebemi, l’A35, che fino ad ora – vuoi per le tariffe proibitive – non ha ottenuto grandi risultati di traffico”, menziona la recente operazione di investimento nell’infrastruttura da parte del Gruppo Aleatica e di IFM definendola “una delle tante operazioni di shopping delle imprese italiane destinate a fare soldi”, aggiungendo che “Brebemi, per essere realizzata, ha incassato due maxi-prestiti: 820 milioni da Cassa Depositi e Prestiti (controllata dal Ministero dell’Economia), e 700 milioni dalla Banca Europea degli Investimenti (con garanzie di Sace, gruppo Cassa Depositi e Prestiti)”.
Il Sig. Dioguardi evidenzia infine che l’autostrada è stata realizzata con contributi pubblici (statale e regionale) e costi economici assai superiori a quelli previsti inizialmente.Tali affermazioni vengono smentite dal fatto che:(i) la A35 Brebemi è un’infrastruttura che ha ricevuto un apprezzamento in costante crescita da parte dell’utenza, con un rilevantissimo aumento di traffico dalla entrata in esercizio nel 2014 sino al 2019 (il 2020 ha ovviamente fortemente risentito della pandemia Covid-19), pari al 172% dei Veicoli Teorici Giornalieri Medi (il traffico dei veicoli pesanti, poi, è addirittura aumentato del 239%); d’altra parte, è evidente che l’investimento citato nell’articolo – in esito al quale la Società di Progetto Brebemi S.p.A. è entrata a far parte del Gruppo Aleatica, primario attore internazionale nel campo delle infrastrutture - non può fondarsi sulla sola prospettiva di un aumento del traffico durante le Olimpiadi invernali 2026;(ii) la nuova infrastruttura è stata realizzata in tempi record e secondo i più moderni standard costruttivi e di sicurezza, con il sistema del project financing ovvero mediante l’impiego di capitali privati.
Per realizzare la A35 Brebemi, i soci finanziatori hanno infatti impiegato oltre 590 milioni di euro di fondi propri, mentre la Società ha contratto un debito di oltre 1,5 miliardi di euro con un pool di primari istituti di credito e a condizioni di mercato. Tra questi istituti figurava anche Cassa Depositi e Prestiti, interamente rimborsata in occasione del rifinanziamento dell’Opera intervenuto nel 2019; l’ingresso nel finanziamento di Cassa Depositi e Prestiti (nonché di Banca Europea per gli Investimenti), evidentemente è bene ripeterlo, in ogni caso non poteva in alcun modo avere natura di finanziamento pubblico, essendo stata prevista a favore dei finanziatori una remunerazione commisurata ai tassi di mercato;(iii) appare dunque meramente demagogico e speculativo il confronto con le tariffe di pedaggio di altre infrastrutture, la cui realizzazione non è avvenuta, come nel caso di Brebemi, con l’impiego di capitali privati;(iv) la Società di Progetto Brebemi S.p.A. nel dicembre 2013 ha avanzato specifica istanza al proprio Ente Concedente al fine di ottenere il riequilibrio del Piano Economico Finanziario di concessione; l’esigenza del riequilibrio derivava da un’alterazione economico-finanziaria dovuta a eventi straordinari non imputabili alla Concessionaria, conseguentemente traducendosi in un diritto previsto dalla normativa vigente e dalla Convenzione Unica di concessione.
Tale istanza non richiedeva peraltro una contribuzione pubblica, bensì l’accesso alle misure di defiscalizzazione previste dalla L. 183/2011, che sono state però negate; in sede di riequilibrio del Piano Economico Finanziario è stata invece prevista l’erogazione di una contribuzione regionale e statale per complessivi 320 milioni di euro, connessa tra l’altro alla realizzazione di nuovi interventi infrastrutturali. Anche attraverso tali contributi è stato assicurato il miglioramento dell’accessibilità alla viabilità autostradale e sono state ripristinate le condizioni infrastrutturali di collegamento alla rete nazionale originariamente previste e afferenti a interventi non ancora realizzati da altre Concessionarie;(v) quanto ai costi dell’opera, occorre rammentare come il Progetto Brebemi abbia assicurato non solo la realizzazione dell’asse autostradale A35 ma anche rilevanti interventi di viabilità ordinaria, mitigazioni e compensazioni ambientali a favore di un territorio che ha evidentemente beneficiato di un importante aumento della propria competitività in un momento di forte crisi economica.Auspichiamo pertanto per il futuro che le informazioni e dichiarazioni rese relativamente alla concessione Brebemi siano diffuse nel rispetto della verità sostanziale dei fatti, nonché dei doveri imposti dalla lealtà e della buona fede.Distinti saluti. Avv. Antonio Comes