Milano

Brera, il direttore Bradburne: "Avevo deciso di lasciare, poi..."

Il direttore di Brera James Bradburne confessa: "Leggi che volevano smontare la riforma mi avrebbero reso inutile, volevo andarmene"

Brera, il direttore Bradburne: "Avevo deciso di lasciare, poi..."

"Ci sono state delle leggi che volevano smontare la riforma che mi ha portato qui e mi avrebbero reso inutile, tanto da non poter essere la persona giusta per fare questo lavoro. Quindi avevo deciso di lasciare con profonda tristezza". Racconta cosi', James Bradburne, direttore di Brera, gli ultimi travagliati mesi del suo primo incarico, a cavallo tra la crisi di Governo e la riconferma da parte del neoministro della Cultura, Dario Franceschini. Bradburne ne ha parlato oggi con i giornalisti durante una conferenza stampa per illustrare il suo progetto quadriennale per la Pinacoteca nel primo giorno del nuovo mandato. "All'inizio di agosto non mi aspettavo che il futuro direttore di Brera sarei stato io. Mentre oggi questa conferenza stampa e' un passaggio di consegne a me stesso", ha scherzato; spiegando poi la sua visione: "Una delle cose importanti della riforma del 2014 a firma di Franceschini, quella che mi ha portato qui, era ridare l'autonomia ai musei e permetteva di rimettere il museo nel cuore della sua citta' e questa e' una cosa che ho molto a cuore. Questa e' una visione del museo molto diversa da quella che hanno posto gli altri" ha spiegato. "Il ritorno sul territorio e il turismo sono conseguenze ma non potranno mai essere il nostro scopo, il nostro scopo e' servire la comunita'. Se vengono i turisti sono felice ma non possiamo pensare che l'unica misura della qualita' di un museo siano i visitatori o i turisti. Questi vengono solo se un museo e' amato dalla propria citta'" ha concluso.

Sul progetto di Palazzo Citterio dove sorgera' 'Brera Modern', "stiamo lavorando con la certezza di andare avanti, mi aspetto una conferma e non mi attendo nessun ostacolo. Non credo che il ministro della Cultura, Dario Franceschini contraddira'" le decisioni del suo predecessore, Alberto Bonisoli. Lo ha detto il direttore di Brera, James Bradburne, oggi durante al conferenza stampa all'indomani della conferma del suo incarico. Il Mibact ad agosto aveva approvato il progetto di restauro del Palazzo secondo le nuove indicazioni di Bradburne, in quanto l'intervento della Sovrintendenza non aveva tenuto conto delle esigenze museali (come ad esempio per la parte che riguardava la climatizzazione o la scala d'ingresso). "Siamo pronti, abbiamo un comitato scientifico e stiamo lavorando sui documenti per mettere a gara". ha aggiunto Bradburne. "Quanto ai tempi tecnici delle gare, questi dipendono da fattori che non possiamo prevedere - ha fatto presente -: per la nostra parte siamo pronti per affidare i pacchetti. Prevedo pero' non un tempo infinito anche se non posso promettere una data certa". L'orizzonte comunque per l'apertura della nuova ala di Brera e' "l'inizio del 2021" ha auspicato. Mentre sul contenuto delle sale ha precisato: "Non possiamo pretendere piu' di sviluppare l'arte contemporanea, non c'e' piu' tempo, e non vogliamo fare un secondo Museo del Novecento. Ma possiamo sviluppare il collezionismo milanese a partire dalle raccolte Jesi, Vitali, Mattioli, e Jucker, di cui spero che arrivi qualche opera".

Acquisire il Cenacolo Vinciano nella gestione della Pinacoteca di Brera "non credo sia basilare, non sono convinto. Secondo me il Cenacolo e' gia' in buone mani, quindi posso anche non prenderlo. Ma lo scopo e' comunque di far rientrare l'opera di Leonardo nella vita milanese in maniera importante". Cosi' il direttore di Brera, James Bradburne, ha risposto alle domande dei giornalisti oggi durante una conferenza stampa per illustrare il suo progetto relativo ai prossimi 4 anni di direzione dopo che il ministro della Cultura, Dario Franceschini, gli ha rinnovato l'incarico. Il tema dell'acquisizione del Cenacolo rientrava in un decreto ministeriale firmato dall'ex ministro Alberto Bonisoli lo scorso 13 agosto, in piena crisi di governo, poi congelato dal neo eletto al Mibact. Lo scopo di riunire le due istituzioni era di fare in modo che gli introiti consistenti dell'opera Leonardesca rimanessero allo Stato (Brera e' un museo statale) e non rientrassero in un eventuale piano dell'Autonomia regionale, qualora fosse stata approvata la riforma. Questo pero' avrebbe privato il sistema Regionale dei musei lombardi di una fonte di sostentamento importante. Attualmente comunque "siamo in un limbo amministrativo e attuativo - ha spiegato Bradburne - il decreto attuativo e' congelato, amministrativamente non ci sono stati cambiamenti e stiamo tutti aspettando". "Non mi aspetto di avere il Cenacolo in gestione: se arriva, lo prendiamo e lo organizziamo secondo la mia idea. Siamo pronti ad accettare la decisione per come sara' presa", ha aggiunto. Secondo Bradburne, se l'opera piu' importante del genio di Vinci dovesse arrivare sotto la gestione di Brera pero' "non farebbe la Grande Brera ma farebbe la Grande Milano, perche' il compito e' ridarlo alla citta', visto che ci sono tanti milanesi che non l'hanno mai visto" ha concluso.

Primo giorno di nuovo mandato per James Bradburne, confermato direttore di Brera dopo l'insediamento di Dario Franceschini al Ministero della Cultura del governo Conte bis. Questa mattina nella Pinacoteca Bradburne ha incontrato i giornalisti per illustrare il suo progetto per i prossimi 4 anni, forte del raggiungimento di un risultato record: 400mila visitatori raggiunti lo scorso anno. Non sono pero' i numeri la cosa piu' importante per il britannico: "Non possiamo pensare che l'unica misura della qualita' di un museo siano i visitatori o i turisti", ha affermato. Per il prossimo anno "i trend sono positivi e possiamo sperare di arrivare a quella cifra", ma "potremo parlare di numeri effettivi solo il primo gennaio". Brera "non sara' mai un museo da un milione di visitatori perche' le sale sono piccole, ma il mio obiettivo e' avere piu' giovani, piu' famiglie e piu' persone che tornano", ha auspicato. Questa dunque l'ispirazione con cui intende procedere Bradburne, traendola dai suoi predecessori, da Fernanda Wittgens a Franco Russoli per "far diventare sempre di piu' Brera il museo del cuore di Milano", da cui la collaborazione con ospedali, associazioni come Vidas, che si occupa di malati terminali, e con le universita'. Nel sentiero tracciato anche l'attenzione all'accessibilita' con nuovi sentieri tattili per i ciechi, e olfattivi.

Nei programmi anche il sempre piu' forte collegamento tra la biblioteca e l'Accademia: "Gli anni di disaccordo con l'Accademia sono finiti. Mentre per la biblioteca abbiamo in mirino l'acquisto di un'importante collezione che". Tra l'autunno e il prossimo anno saranno organizzati inoltre due "dialoghi": "Uno su Raffaello e uno su Orazio e Artemisia Gentileschi", tra gli autori di punta della Pinacoteca: "I musei dovrebbero vivere valorizzando la propria collezione permanente, sia conservando le opere, sia valorizzando museo. Tra le opere che hanno bisogno di essere restaurate urgentemente c'e' Gerolamo Genga", ha fatto presente il direttore. Brera poi varchera' i confini italiani: "Vogliamo sviluppare una mostra in Cina per rappresentare l'eccellenza dell'arte italiana"







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