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Brescia, missione russa: ancora sospetti sui militari di Putin

Bergamo, missione russa: ancora sospetti sui militari di Putin


Militari russi in Italia durante l'emergenza Covid: non si fermano i sospetti su possibili motivazioni "alternative" rispetto a quelle sanitarie. La Russia a marzo 2020 intervenne con una delegazione di medici e militari per aiutare il nostro Paese in quel momento in grande difficoltà. A Bergamo erano operative più di 30 equipe russe per un totale di oltre 120 persone, attive nell'ospedale da campo costruito dagli Alpini all'interno della fiera di Bergamo per fronteggiare l'emergenza Coronavirus.

Brescia, missione russa: tra sospetti e incertezze

Oltre alla bergamasca anche il bresciano è stato interessato dall'aiuto dell'esercito russo, che ha messo a disposizione le proprie competenze nella lotta al virus. Solo in un momento successivo, e con la guerra in Ucraina ancora di più, sono nati i sospetti di possibili secondi fini. Quello che è certo è che i militari russi non erano controllati, e sarebbe stato forse anche difficile farlo, 24 ore su 24, come racconta al Giornale di Brescia uno degli autisti volontari dei gruppi alpini che quei giorni d’emergenza guidava uno dei mezzi che portavano i membri dell’esercito russo dai loro alloggi ai luoghi delle operazioni. Al mattino erano occupati nelle varie attività di supporto, ma poi nel pomeriggio erano abbastanza liberi. Liberi di fare cosa però non è stato mai chiarito ed è quindi ancora difficile fare qualsiasi considerazione affidabile. 

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