Milano

Brescia, sequestrata la Caffaro per inquinamento ambientale

la Procura contesta l'inquinamento di suolo e sottosuolo e la cattiva gestione del sistema di pompaggio che ha contaminato la falda acquifera

Brescia, sequestrata la Caffaro per inquinamento ambientale

La Procura di Brescia ha sequestrato il complesso aziendale della Caffaro Brescia srl e applicato la misura interdittiva del divieto di esercitare uffici direttivi a tre manager del gruppo. I reati contestati sono quelli di inquinamento ambientale, deposito incontrollato di rifiuti speciali pericolosi, tra cui il cromo esavalente, e disastro ambientale, per non aver garantito l'efficienza della barriera idraulica Mise (Messa in sicurezza d'emergenza). La Caffaro Brescia era subentrata alla Caffaro Chimica, rilevandone anche gli obblighi di decontaminazione dei reflui del ciclo industriale. Ora la Procura contesta l'inquinamento di suolo e sottosuolo e la cattiva gestione del sistema di pompaggio che ha provocato la contaminazione della falda acquifera. L'indagine era nata in seguito a due segnalazioni dell'Arpa del 2019. La Procura ha nominato custode dei beni sequestrati un funzionario del Ministero dell'Ambiente, poiche' il complesso sequestrato si trova all'interno di un sito di interesse nazionale.

Caffaro, Costa: "sequestro da' ragione a cittadini" 

"Quanto sta accadendo in queste ore nel Sin Caffaro di Brescia e' frutto di due anni di indagini e di lavoro incessante per riscrivere la storia di quel sito, che tanto dolore ha causato a migliaia di cittadini. Li incontrai il 20 novembre 2018 in un lungo pomeriggio di racconti e mi portarono dati denunce analisi cliniche. La Procura distrettuale della Repubblica di Brescia, Arpa e i Carabinieri forestali, che ringrazio, hanno compiuto un lavoro certosino e oggi le indagini danno ragione a quei cittadini". Lo dichiara il Ministro dell'Ambiente Sergio Costa in merito al sequestro per disastro ambientale dell'azienda Caffaro, storica industria chimica del territorio, eseguito questa mattina dai carabinieri forestali dopo due anni di indagini nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Brescia. Un provvedimento, si legge in una nota, dovuto al continuo inquinamento dell'impianto, con valori di cromo e mercurio ben al di sopra dei parametri di legge.

 "L'inquinamento - prosegue il Ministro - non era solo un'eredita' del passato, ma e' stato perpetrato nel tempo. Il nostro impegno per Brescia, insieme con le istituzioni locali, e' stato ed e' costante: abbiamo definito dopo oltre vent'anni l'accordo di programma per la bonifica del Sin e stiamo lavorando senza sosta per il relativo piano operativo di bonifica. Con il sequestro di oggi si aggiunge un nuovo tassello al mosaico che comporra' una nuova pagina per la citta' di Brescia. Lo Stato e' presente, e non abbandona mai i cittadini". "Con il sequestro di queste ore si aggiunge un tassello al processo di risanamento di una delle aree piu' ferite del nostro Paese. Un risultato importante, frutto del lavoro delle istituzioni al fianco dei cittadini" commenta il Sottosegretario Roberto Morassut. "La comunita' bresciana non sara' sola - continua -. Per scongiurare il rischio che venga meno la barriera idraulica che impedisce alle acque inquinate dalle sostanze tossiche rilevate di disperdersi nel sottosuolo e nelle acque di falda, siamo intervenuti pochi giorni fa con un'ordinanza del Ministero, intimando a tutti i soggetti responsabili di non interrompere le attivita' a tutela della falda. In ogni caso la barriera idraulica non verra' meno, perche' esplicitamente previsto nell'accordo di programma sottoscritto dal Ministero nel novembre scorso per gli interventi di messa in sicurezza e bonifica del SIN Brescia Caffaro". Il Sottosegretario spiega inoltre che, ove i privati interrompessero il barrieramento, subentrerebbe il Commissario per la bonifica con risorse pubbliche per evitare rischi per l'ambiente e la salute. I costi di tale intervento saranno poi recuperati dalle aziende responsabili dell'inquinamento dell'area Caffaro. "Brescia e' una delle zone piu' difficili e dove la sfida del risanamento ambientale ha un valore nazionale, per il grande processo di riconversione industriale e per il triste fenomeno del trattamento illegale dei rifiuti, ed e' una sfida che vogliamo vincere - conclude Morassut -. L'attenzione rimane alta, e il Ministero dell'ambiente continuera' a monitorare l'evoluzione del fenomeno. Un grazie ai funzionari del ministero e ai colleghi degli enti locali che non mollano e con i quali continueremo a lavorare".







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