Milano

Bussolati-Comincini e l'incandidabilità: è frattura tra renziani ed ex

Segreteria del Pd milanese, Comincini getta il sasso e apre la campagna elettorale attaccando l'attuale leadership rappresentata da Bussolati. E ora?

di Fabio Massa

Eugenio Comincini ha lanciato forte il sasso nello stagno. E' un'operazione politica, ovviamente. Renziano della prima ora, attacca il Modello Milano sul quale Beppe Sala e l'amministrazione milanese stanno cercando di costruire una specificità esportabile. Ovvero, un Modello per il Pd. La critica, neppure troppo implicita, è al gruppo dirigente attuale del partito metropolitano. Che ha la sua leadership in Pietro Bussolati, attuale segretario. Un gruppo che, e questo è chiaro a tutti fin da quando Pierfrancesco Maran, leader storico di 02PD andò alla secondo Leopolda, ha avuto in Matteo Renzi per lungo tempo un punto di riferimento, prima di un deterioramento continuato e incessante dei rapporti e della stima. I turbo-renziani, li hanno chiamati. Che ora vengono messi in mora da un renziano. Con un punto, prettamente tecnico. Pietro Bussolati non si può ricandidare. Anche Eugenio Comincini non si può candidare. Entrambi sono incompatibili. Il primo perché consigliere regionale, il secondo perché parlamentare. A meno che. A meno che non venga fatta una deroga, da chiedere in assemblea. Un'operazione che di fatto riaprirebbe i giochi per entrambi. Sarà renziano contro ex renziano? Sarà modello Milano contro Modello Città Metropolitana? Chissà. Di certo la campagna è iniziata. E sarà assai lunga.

fabio.massa@affaritaliani.it







A2A
ZX