Milano

"C'entrano qualcosa": Erba, condannati gli hater dei fratelli Castagna

Redazione

L'1 marzo inizia il processo di revisione nei confronti di Rosa e Olindo. Nel frattempo, condannato chi sui social ha accusato i parenti delle vittime

Torna in aula la strage di Erba: l'1 marzo inizia il processo di revisione

Tutto puo' succedere venerdì 1 marzo nell'aula della Corte d'Appello di Brescia, anche che arrivi una decisione definitiva di rigetto dell'istanza di revisione che pero' appare un'ipotesi remota. Ricomincia il processo a Rosa Bazzi e Olindo Romano. Da giorni fervono i preparativi al Palazzo di Giustizia per gestire le decine di richieste di assistere al processo di revisione da parte dei rappresentanti dei media che dovranno presentare un accredito all'ingresso e dovrebbero essere distribuiti tra ben tre aule. L'udienza si aprira' con la relazione di uno dei giudici del collegio formato dal presidente Antonio Minervini e, a latere, Ilaria Sanesi e Marcello Mainardi. Il documento che consiste in una sorta di sintesi dei passaggi processuali verra' probabilmente depositato e non letto. A quel punto prenderanno la parola la Procura Generale rappresentata dal procuratore generale Guido Rispoli affiancato dall'Avvocato Generale delo Stato Domenico Chiaro che per sei anni ha guidato la Procura di Lodi. I due hanno preparato una memoria che sara' depositata ai giudici.

Cosa accadrà in aula l'1 marzo

Poi tocchera' alle parti civili, l'unica in aula e' Azouz Marzouk, assistito dall'avvocato Solange Marchignoli, l'uomo di origine marocchina che perse la moglie e il figlio piccolo. E' il solo tra le parti civili a dubitare della sentenza di condanna. Infine la parola passera' alla difesa di Olindo e Rosa che contano su 4 legali: Fabio Schembri, Luisa Bordeaux, Nico D'Ascola e Patrizia Morello. Chiuso il confronto tra le parti, che presumibilmente sara' lungo e serrato, i giudici potrebbero gia' ritirarsi in camera di consiglio. C'e' la possibilita', remota, che escano stroncando subito l'istanza di revisione oppure con un'ordinanza con quali prove ammettere tra le tante richieste da chi vuole ribaltare un verdetto non piu' scolpito nel granito come sembrava fino a poche settimane fa. E in aula, ad assistere a tutto, torneranno insieme Olindo e Rosa.

"Ci sono dentro sino al collo": condannati gli hater dei fratelli Castagna

Nel frattempo, cinque "leoni da tastiera" sono stati condannati con pena sospesa a a pagare una provvisionale di 10mila euro, più le spese legali, a Pietro e Giuseppe (detto Beppe) Castagna, al centro di attacchi su una pagina Facebook. "Ci sono dentro fino al collo" oppure "Che la famiglia c'entri qualcosa ne sono sicuro" sono alcuni dei commenti online lasciati dagli hater, in merito alla strage di Erba. Commenti che sono stati ritenuti diffamatori dalla giudice di Como Maria Elisabetta De Benedetto.

Messaggi che mettono in discussione il ruolo dei fratelli Castagna nel massacro dell'11 dicembre 2006 quando, sotto i colpi di spranga e coltello, sono stati uccisi la sorella Raffaella, il nipote Youssef di soli 2 anni e la mamma Paolo Galli. Una strage che non ha risparmiato Valeria Cherubini uccisa dai vicini di casa, i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati in via definitiva all'ergastolo per il quadruplice omicidio.

Le precedenti condanne per diffamazione

Quella decretata pochi giorni fa a Como non è la prima condanna, come ricostuisce Adnkronos: alcuni hater sono già stati denunciati, rintracciati dalla polizia Postale e condannati, altri sono in via di identificazione. Anche Azouz Marzouk, marito di Raffaella, è già stato condannato per diffamazione nei confronti della famiglia Castagna, e altri - a pochi giorni dall'udienza sulla revisione - rischiano di finire a processo. Beppe e Pietro Castagna  venerdì 1 marzo saranno parti civili nell'aula della seconda corte d'Appello di Brescia per difendere la propria famiglia, a partire da chi non c'è più.

Olindo Romano: "Tarfusser ci ha ridato fiducia, spero in un processo sereno"

Spera in un processo sereno e oggettivo a Brescia, ringrazia il sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser e ribadisce l'innocenza propria e di sua moglie Rosa Bazzi. È questo, in sintesi, il contenuto della lettera scritta da Olindo Romano, condannato con la moglie all'ergastolo per la strage di Erba, al giornalista Marco Oliva. Le dichiarazioni integrali saranno in onda questa sera a partire dalle 20.30 su Telelombardia, ospite in studio il magistrato Tarfusser, che per primo aveva richiesto la revisione del processo.

"Caro Marco, ho saputo della revisione telefonando a Rosa, lei era emozionatissima e anche io mi sono emozionato non vedevo l'ora di rifare il processo" ha scritto Olindo. "Noi - ha aggiunto - ci aspettiamo che finalmente possa esserci un processo vero che con oggettività valuti le prove. Penso proprio che saremo in aula il 1 marzo. Voglio ringraziare il Procuratore Generale di Milano Tarfusser che ci ha fatto riconquistare la fiducia nella giustizia. Speriamo che a Brescia ci siano magistrati che valuteranno con serenità tutte le anomalie di questa vicenda. A me e Rosa in questi anni è mancata la possibilità di stare insieme come facevamo prima, vogliamo solo quello". Olindo ha commentato anche le recenti dichiarazioni di Giuseppe Castagna, che nella strage di Erba ha perso madre, sorella e nipotino. "Penso che i fratelli Castagna - ha scritto Romano - dovrebbero essere interessati a capire come sono andati veramente i fatti e non capisco perché nascondano la testa sotto la sabbia pur di non confrontarsi con gli innumerevoli dubbi che continuano a emergere da questa vicenda. Non so chi sia il colpevole e non posso accusare nessuno senza prove, so io cosa vuol dire e non lo auguro a nessuno".







A2A
ZX