Milano

Pinocchio/ C’era una volta il consiglio regionale



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C’era una volta il consiglio regionale. Non ricordo, nel recente passato, una tale fuga dal consiglio legislativo della Regione Lombardia, un posto che dovrebbe essere una sorta di piccolo Eden per chiunque: lavoro il giusto, decisamente non troppo, e stipendio sopra i 100mila euro lordi all’anno. Devo moderare le parole, perché altrimenti poi la struttura stampa del consiglio regionale mi tira le orecchie, ma faccio volentieri rilevare che fare abbastanza ferie non è certo un problema, per i consiglieri. Quindi, tirando le somme, un posto da consigliere regionale è roba che qualunque politico aspirerebbe a fare. E invece in Lombardia si sta verificando qualcosa di strano, da un paio d’anni a questa parte: i consiglieri lasciano per andare a lavorare. L’ultimo è Ambrosoli, che va a fare il presidente della BPM SPA. Ma prima c’è stato Micheli, andato a fare il sindaco. O Stefano Carugo, che si è dedicato a fare il primario. Insomma, in Lombardia c’è chi pensa che invece di fare politica è meglio lavorare. Potremmo pensare che è un qualcosa di positivo, di meritorio. Invece io penso che sia un pessimo segnale. Non per chi ha fatto questa scelta, che è onorevole e degna di rispetto, ma per l’Ente Regione. Se infatti c’è il fuggi fuggi dal consiglio, è perché il consiglio non è più quello di una volta. Perché c’è meno interesse, engagement, passione, entusiasmo. E questa non è una cosa buona, affatto.







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