C’era una volta una città, Milano, dove si parlava tanto di donne in p
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ASCOLTA LA RUBRICA "PINOCCHIO" OGNI GIORNO SU RADIO LOMBARDIA (100.3), IN ONDA ALLE 19.15 DURANTE IL PROGRAMMA DI APPROFONDIMENTO "PANE AL PANE" E IN REPLICA IL GIORNO DOPO ALLE 6.45
C’era una volta una città, Milano, dove si parlava tanto di donne in politica. Una volta tanto, vorrei dire la mia anche su questo tema trito e ritrito. Sono anni, decenni, che se ne parla. Le donne e la politica, le donne escluse dalla politica, le donne ostacolate nel loro fare politica. Nel Pd, e va detto questo a loro merito, le quote rosa sono state rispettate, anche se non c’è scritto da nessuna parte che alla fine debbano essere eletti in egual misura uomini e donne. Al contrario, nel consiglio comunale se vincesse Stefano Parisi sarebbero quasi tutti uomini. Perché da quella parte non c’è stata nessuna attenzione particolare, nessuna cautela, semplicemente si è candidato chi ha voluto. Il Pd ovviamente attacca Parisi su questa cosa, e in campagna elettorale ci può pure stare. Così come ci sta che Parisi dica che è la democrazia, e che se sono stati eletti gli uomini che cosa ci può fare lui. Tutta questa vicenda, però, dovrebbe indurci a riflettere. Abbiamo, nel centrodestra, elettori di cultura, di classe medio alta, altre volte popolari, ci sono ovviamente gli stupidi e i retrogradi, come ovunque. Ma è uno spaccato composito e vario esattamente come lo è lo spaccato di centrosinistra. E se fra le donne e gli uomini, l’elettorato sceglie in misura massiccia gli uomini qualcosa vorrà pur dire. Per esempio, che le quote rosa sono una cavolata, e che alla fine conta la competenza, la passione e la determinazione. Perché per quanto uno possa creare recinti e facilitazioni, alla fine la realtà viene sempre a galla: per imporre una classe politica al femminile, in questo paese, c’è molta strada da fare. Partendo però dagli elettori, che nell’urna sono sempre quelli che decidono.