Milano

Cam, mozione regionale per non abbandonare i 17 bambini

Il Consiglio Regionale ha votato all’unanimità una mozione congiunta di Ncd e Pd sulla situazione del Centro Assistenza Minori. “Per un corto circuito istituzionale non può essere messa a rischio una struttura di eccellenza come il Centro Assistenza Minori di Milano. Con questa mozione la Regione conferma la volontà di voler fare la sua parte ora attendiamo che anche il Comune di Milano si assuma le proprie responsabilità”. Questo il commento del capogruppo del Nuovo Centrodestra, Luca Del Gobbo, dopo l'approvazione all’unanimità della mozione, di cui è primo firmatario, e dopo aver incontrato i rappresentanti dei lavoratori della Città Metropolitana.

“Siamo convinti - sottolinea Del Gobbo - che attraverso la convocazione di un tavolo di confronto con il Comune di Milano e la Città Metropolitana sarà possibile trovare una soluzione così da evitare ulteriori traumi per i bambini oggi ospitati e salvaguardare i livelli occupazionali. La Regione vuole e può giocare l'importante ruolo di play-maker ma è necessario che tutti i soggetti coinvolti, ognuno secondo le proprie competenza, accettino di assumersi oneri e onori lasciando da parte le sterili e inutili polemiche che colpirebbero unicamente i bambini e i lavoratori”.

Durante l'incontro con i rappresentanti dei lavoratori, il capogruppo del Nuovo Centrodestra, Luca Del Gobbo, ha inoltre ipotizzato come soluzione quella consortile. “Sono convinto - ha spiegato - che si potrebbe andare verso una gestione associata del Centro Assistenza Minori con il ruolo di capofila affidato al Comune di Milano. Una soluzione già sperimentata per molti servizi in numerosi comuni lombardi  perché garantisce costi minori a fronte di una maggiore efficienza”.

L'ASSESSORE GALLERA: "REGIONE PRONTA A FARE LA SUA PARTE" - “Il Cam è nato negli anni 70 per iniziativa della provincia di Milano che ha adottato, in modo estremamente innovativo, soluzioni relazionali, psico pedagogiche e organizzative che privilegiavano la dimensione domestica, della piccola abitazione anticipando lo sviluppo successivo delle comunità educative destinate ad accogliere minori”, ha dichiarato l’assessore Giulio Gallera. “L’attuazione delle  norme sull’affidamento e sull’adozione dei minori e l’attribuzione ai comuni di chiare competenze per quanto riguarda lo sviluppo di un sistema integrato di servizi  e interventi sociali a favore della persona e della famiglia – ha ricordato Gallera -, hanno concorso a determinare  il progressivo sviluppo sul territorio, grazie anche ad un forte coinvolgimento del  terzo settore, di reti di accoglienza familiare o comunitaria che nel tempo hanno saputo acquisire modalità gestionali che il Cam aveva saputo individuare e attuare tra i primi. Le comunità  del Cam oggi sono parte della rete di 691 strutture educativo assistenziali che operano in Lombardia a tutela dei minori in difficoltà e che al 31 dicembre 2014 ospitavano circa 2500 minori.

La legge Delrio, nel 2014, ha specificato in maniera puntuale le funzioni che la Città Metropolitana deve esercitare e ha sancito l’impossibilità di utilizzare le proprie risorse per attività diverse da quelle previste dalla legge. Di conseguenza la Città Metropolitana non può farsi carico del Cam. A oggi la competenza sui minori è del Comune di Milano che deve decidere se e come mantenere e rilanciare il Cam. 

Detto questo - conclude l'assessore Gallera - Regione Lombardia, è pronta a fare la sua parte per salvaguardare i 17 bambini oggi presenti nella struttura e garantire loro la continuità educativa al fine di evitargli ogni altro trauma e permettendogli di concludere il loro percorso fino al reinserimento definitivo. Questo a fronte di un impegno della Città Metropolitana a razionalizzare i costi. È evidente che spetta al soggetto che ha il compito di gestire il Cam, ovvero il Comune di Milano, impegnarsi con una chiara scelta politica sullo sviluppo definitivo del centro”.

TOIA (MARONI PRESIDENTE): "AVVIARE RIFLESSIONE SUI COSTI" - "Salvaguardare la funzione del Centro Assistenza Minori di Milano attraverso l’istituzione di un apposito tavolo che veda la presenza di tutti gli interlocutori coinvolti": questo l’appello espresso in Aula dal consigliere regionale del Gruppo “Maroni presidente” Carolina Toia nel corso del dibattito sulla mozione inerente il Cam presentata dalla maggioranza e approvata dal Consiglio.

"Questa mozione mi porta ad effettuare alcune riflessioni, soprattutto in vista del prossimo 20 novembre, giorno in cui si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza istituita dall’Onu – ha esordito Carolina Toia –. Proprio in virtù del riconoscimento della cittadinanza dei bambini e dei cambiamenti intervenuti nella cultura, si è legittimata la possibilità, in situazioni di grave rischio per il benessere dei figli minorenni, di allontanarli dalla propria famiglia, garantendo loro una momentanea accoglienza presso un’altra famiglia oppure presso una struttura socio assistenziale in cui sviluppare adeguati rapporti affettivi e di cura. Il Centro Assistenza Minori di Milano, attivo 24 ore su 24, fin dagli anni Settanta è l'unica struttura pubblica milanese che accoglie i minori da 0 a 6 anni per i quali il Tribunale abbia disposto l’allontanamento dalle famiglie. Nelle quattro case protette di via Pusiano trovano rifugio bimbi picchiati, abusati, bambini tolti a genitori schizofrenici o tossicomani. La struttura, che attualmente accoglie 17 bambini, conta 50 operatori e costa alla comunità 3 milioni di euro".

"La Città metropolitana ha inglobato gli uffici che erano della Provincia, fra cui anche il Cam, che però non può gestire non avendo competenza per il sociale: funzioni che invece sono proprie del Comune di Milano  – osserva ancora la consigliere della Lista Maroni –. Il problema di fondo che sottostà a questo rimpallo di responsabilità è la contrazione delle risorse statali che hanno messo in difficoltà sia la Città Metropolitana che gli Enti Locali. Siamo quindi favorevoli alla proposta di salvaguardare la funzione di questo Centro così specializzato sulla tenera età e di scongiurarne la chiusura attraverso l’istituzione di un apposito tavolo che veda la presenza di tutti gli interlocutori coinvolti. Riteniamo che sia anche utile avviare una riflessione legata alla sostenibilità dei costi di gestione dei servizi erogati dai Centri di Accoglienza, con particolare attenzione al rapporto numerico tra educatori e bambini, al fine di conciliare qualità ed economicità".

LA "ROAD MAP" ROMANA - Mentre si svolgevano le votazioni al Pirellone, a Roma si definiva la road map per evitare il "corto circuito" istituzionale innescato dalla legge Delrio. Otto delle 39 educatrici, assieme al consigliere comunale Rosaria Iardino e all'assessore Pierfrancesco Majorino, hanno incontrato la presidente della commissione Infanzia Michela Vittoria Brambilla per trovare una mediazione. La strada pare quella della privatizzazione con gara d'appalto, preso atto che il Comune non può internalizzare il servizio. Previsto a questo punto uno stanziamento delle istituzioni coinvolte pari a due milioni di euro, utile a coprire le spese sino alla fine del 2016 e poi giungere ad una collocazione definitiva.







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