Milano

Camici a Regione Lombardia, Fontana interviene in consiglio. VIDEO

Inchiesta sulla fornitura di camici da parte dell'azienda del cognato di Fontana, il governatore oggi affronta il consiglio: "Troppe ricostruzioni false"

Camici a Regione Lombardia,  Fontana interviene in consiglio

Fornitura di camici in Regione da parte dell'azienda del cognato del governatore Attilio Fontana: il presidente è intervenuto in consiglio per difendersi. Il Movimento Cinque Stelle ha pronta una mozione di sfiducia per chiedere le dimissioni del governatore, ed anche il Pd  invoca un passo indietro del governatore . QUI IL TESTO INTEGRALE DEL DISCORSO DI FONTANA

Fontana in aula: "Qui per voltare pagina, polemiche sterili e strumentali"

"Ho riflettuto molto sull'opportunita' di intervenire oggi, soprattutto per la preoccupazione di fare da cassa risonanza a polemiche che ritengo sterili e strumentali. Ma alla fine ho deciso di essere qui per voltare pagina con la volonta' di andare oltre per guardare sfide e opportunita' che ci aspettano": così  Fontana nel corso del suo intervento in Consiglio regionale. "Abbiamo vissuto e stiano vivendo circostanza storica eccezione Covid ha investito come tsnumani la Regione Lombardia e il mondo intero", ha aggiunto Fontana. "Sono convinto che giorno dopo giorno la verità verrà a galla".

Fontana: "Non sapevo dei rapporti negoziali tra Aria e Dama. Report? Non c'entra"

"Non ho saputo dei rapporti negoziali tra Aria e Dama fino al 12 maggio. Sono tutt'ora convinto che si sia trattato di un negozio del tutto corretto ma ho chiesto a mio cognato di rinunciare al pagamento per evitare polemiche e strumentalizzazioni. Ma poiche' il male e' negli occhi di chi guarda ho chiesto a mio cognato si rinunciare al pagamento e di considerare quel mancato introito come un ulteriore gesto di generosita'". "Non e' vero che la rinuncia sia dipesa" dall'interesse della trasmissione "Report. In realta' Report si e' palesata il 1 giugno, erano trascorsi gia' 18 giorni". Fontana ha ricordato che "vi era una drammatica emergenza. Le critiche alle mie azioni di governo sono legittime e doverose, purche' tengano conto della verita', non posso tollerare che si dubiti della mia integrita' e di quella dei miei familiari".

Il governatore aggiunge che "sono state coinvolte delle aziende e tutte e 5 aziende che avevano dato propria disponibilita' a riconvertire le produzioni, tutte e 5 hanno visto acquistate loro merci e camici. Con costi differenti. Per tutte queste aziende e' valsa la medesima procedura, dopo l'autorizzazione del governo a Regione Lombardia di una effettuare procedura semplificata per l'emergenza".

"Gli attacchi generano sentiment negativo contro Regione"

Durante l'emergenza coronavirus "ogni euro raccolto e speso ha una sua giustificazione, motivazione e rendicontazione".  "A causa di tutti questi attacchi, Regione Lombardia ha subito un grave contraccolpo a livello di reputazione" determinando "un sentiment negativo" e "arrivando a mettere in discussione un'eccellenza, quella del sistema sanitario lombardo, riconosciuto a livello nazionale e internazionale". Riferimenti anche alla mancata istituzione della zona rossa nelle Bergamasca ed alla realizzazione dell'ospedale Covid alla Fiera di Milano. Contro "di me, il mio partito e la coalizione di centrodestra" è stata fatta "una ricostruzione distorta. Quello che mi è dispiaciuto di più è l'attacco dello spirito lombardo, con l'atteggiamento di chi arriva quasi a godere delle disgrazie altrui". "Basta polemiche, basta recriminazioni, è l'ora di guardare oltre e di ricostruire insieme il futuro. Regione Lombardia è pronta a fare il ruolo che le spetta, essere la locomotiva del Paese. Come si può immaginare un rilancio del Paese senza la Lombardia?".

"Non ho arretrato davanti alla pandemia, non mi arrendo davanti a nulla"

 "Sono il presidente della Lombardia e di questa giunta, il presidente che non si e' arreso davanti al Covid-19, che non e' arretrato davanti alla pandemia e non intende arrendersi davanti a nulla". A dirlo e' il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, nel corso del suo intervento in Consiglio regionale, dopo l'indagine che lo vede coinvolto per una fornitura di camici ad Aria spa (la centrale acquisti della Regione). "Intendo guidare con orgoglio, con immutato entusiasmo questa Regione, guardando all'autonomia non come una mera concessione ma come un diritto costituzionale. La Lombardia e' libera e come tale va lasciata", ha concluso il governatore.

Fontana: "Bongiovanni ha svolto il suo compito con competenza"

Fontana ha parlato anche di Filippo Bongiovanni, l'ex direttore di Aria spa, la centrale regionale per gli acquisti, il quale "in una fase difficile ha svolto il suo compito di civil servant con passione e competenza e senza mai venire meno alle sue responsabilita'". Bongiovanni, ora dimissionario, e' indagato per turbata liberta' del contraente. Per Fontana, Bongiovanni "e' esempio di pubblica amministrazione che non si muove solo con le logiche difensive, ma che prova ad intervenire e rispondere alle necessita' dettate dall'emergenza e anche in questa fase sono state rispettate le regole dettate dall' emergenza". "Stare a guardare prima e giudicare poi e' lo sport preferito per molti", ha concluso Fontana.

Al termine dell'intervento del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in Consiglio regionale la maggioranza di centrodestra e' scattata in un lungo applauso. I consiglieri della Lega hanno sventolato anche delle bandiere della Lombardia con il simbolo della Rosa Camuna.

Fontana: "Troppe ricostruzioni false create ad arte"

L'atteso intervento di Fontana in aula era stato anticipato dalle parole dello stesso Governatore su facebook: "Oggi ore 10.30 rispondo. Intervengo in Consiglio regionale per rispondere alle troppe false ricostruzioni create ad arte in queste settimane per danneggiare me e la giunta che presiedo per mero opportunismo politico". "Le notizie uscite in questi giorni avrebbero dovuto porre fine alle polemiche. In molti mi avete espresso solidarietà, vicinanza e finanche ringraziamenti", continua. "Altri purtroppo stanno travisando i fatti e, come al solito, in questa Regione lo scarso contenuto politico delle opposizioni porta a ricostruzioni fantasiose della realtà per attaccare la giunta che con orgoglio presiedo", ha concluso Fontana.

La linea delle opposizioni sulla mozione di sfiducia

"Nelle prossime ore discuteremo su quale sara' strumento piu' efficace per mandare a casa la giunta. Vogliamo capire se il Presidente Fontana e' in grado di spiegare quanto accaduto e se sia in grado di smentire di avere mentito agli elettori lombardi e se ritiene di poter rappresentare Regione Lombardia dopo i fatti emersi. Noi siamo convinti che non abbia piu' la fiducia dei cittadini lombardi". Lo ha detto il capogruppo del Partito democratico al consiglio regionale lombardo, Fabio Pizzul, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Pirelli prima dell'inizio della seduta del consiglio regionale insieme a tutti i capigruppo delle opposizioni. "Abbiamo preparato una mozione di sfiducia da discutere con le opposizioni - ha aggiunto il capogruppo del movimento 5 stelle, Massimo De Rosa - siamo imbarazzati per questa gestione dilettantesca dell'emergenza Covid, questa dei camici e' l'ultima goccia, questa gente lasci Palazzo Lombardia". Assente alla conferenza la consigliera di Italia Viva, Patrizia Baffi, ma, che, assicurano Pizzul e Usuelli, "e' in linea con le nostre posizioni", giustificando la mancanza per "visita medica".

L'inchiesta sulla fornitura di camici e la ricca eredità dalla madre

L'inchiesta sulla fornitura di camici da parte dell'azienda Dama del cognato di Fontana ha portato sotto i riflettori anche il tema collaterale della sostanziosa eredità ricevuta da Fontana da propria madre. Una somma di 5,3 milioni di euro provenienti da banche estere ma regolarizzati  con  lo  scudo  fiscale  nel 2015. E' da un conto svizzero che Fontana ha tentato, senza successo, di inviare al cognato un bonifico da 250mila euro come personale risarcimento per la vicenda della fornitura dei camici, nel momento in cui tale fornitura era stata trasformata in donazione. Ed è questo tentato gesto che sta costando ora a Fontana l'iscrizione nel registro degli indagati per frode in pubblica fornitura.  «Che vadano a vedere tutto quello che vogliono. Noi siamo tranquilli. È una eredità, scudata, regolarizzata, e assolutamente ufficiale», ha dichiarato il legale di Fontana, Jacopo Pensa. Oggi o domani l'avvocato incontrerà i magistrati per discutere di questo e di altri aspetti.

Le accuse al governatore

Fontana è accusato di frode anche perchè i camici ordinati da Regione erano 75mila euro ma ne sono arrivati solo 50mila. La Procura ritiene inoltre che l'idea di trasformare la vendita con affidamento diretto tramite Aria in donazione abbia visto parte attiva Fontana assieme al cognato Andrea Dini, impegnati a far svanire il conflitto di interessi presso la centrale acquisti regionale. Tanto che nella causale del bonifico da Fontana a Dini del 19 maggio era indicato un esplicito riferimento ai camici che il giorno dopo Dama decise di far donare. Bonifico non andato a buon fine, peraltro, per ragioni legate alle norme antiriciclaggio:  l’invio  del  denaro  fu  bloccato  dalla  fiduciaria che lo segnalò alla Banca d’Italia,  la  quale  a  sua  volta  girò  la pratica alla Procura. E lo stesso Fontana revocò il bonifico.

Il giallo della donazione: non ci sarebbe nessun atto formale

Secondo quanto ricostruisce oggi il Corriere, la vicenda sarebbe ancora più complicata: non ci sarebbe infatti nessun atto formale della Regione Lombardia che ha trasformato la fornitura di 75mila camici in donazione da parte della Dama spa. La trasformazione del contratto non risulterebbe registrata. Secondo quanto scrive il quotidiano, i pm hanno cercato senza trovarla all'interno di Aria, la centrale acquisti regionale, la delibera con la quale la fornitura dal valore di 513mila euro firmata il 16 aprile e' stata trasformata il 20 maggio in donazione, e sono arrivati quindi alla conclusione che non esiste. Quindi, formalmente sarebbe ancora in essere il contratto che prevede la consegna di 75mila camici alla Regione, che ne ha ricevuti invece poco meno di 50mila, e proprio la fornitura parziale del materiale e' alla base dell'accusa di frode in pubblica fornitura per il presidente Fontana.

Fontana: "Nulla su cui basare falsi scoop mediatici"

Da Varese, dove ha trascorso il fine settimana, il governatore domenica è tornato ad esternare i propri pensieri su facebook: "Sono emotivamente coinvolto dall'abbraccio di solidarietà e di stima che mi avete manifestato per tutto il giorno. Centinaia di telefonate, migliaia di messaggi mi hanno supportato in queste ore in cui anche manifeste maldicenze hanno avuto facile vetrina.  Nelle dichiarazioni richieste dalle norme sulla trasparenza sono riportati nel dettaglio i miei patrimoni, non vi è nulla di nascosto e non vi è nulla su cui basare falsi scoop mediatici.  Adesso qualche ora di riposo, da domani si riprende come sempre il lavoro alla guida della Regione più bella del mondo".







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