Capelli (SinistraxMilano): “La cosa arancione può partire"
Intervista a 360 gradi con Alessandro Capelli, portavoce di SinistraxMilano: Pisapia, il referendum e le prospettive nazionali della "cosa arancione"
di Fabio Massa
Alessandro Capelli è uno dei portavoce di SinistraxMilano, la formazione politica che una volta erano gli arancioni di Pisapia e adesso invece si stanno strutturando non solo come movimento civico per la città, ma anche e soprattutto come possibile embrione di qualcosa di più largo, con vocazioni addirittura nazionali. Ad Affaritaliani.it Capelli parla non solo di Pisapia e del referendum (“Il 5 dicembre l’Italia si sveglierà con lo stesso bisogno di sinistra di oggi. Pisapia vota sì? Lo fanno anche alcuni nostri dirigenti, ma per noi questo è un valore”), ma anche del Partito Democratico (“A noi serve una interlocuzione con i dem, a patto che non si alleino con pezzi di centrodestra) e soprattutto della sinistra radicale (“Sono affascinato più dalla sinistra utile, che dalla sinistra che ha sempre ragione poi non fa mai nulla”). L’INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT
Alessandro Capelli, Giuliano Pisapia si è espresso abbastanza chiaramente sia in interviste (come a Repubblica) sia pubblicamente, sul referendum.
Giuliano Pisapia, sia nell’intervista che da altre parti, ha detto tante cose. Io ci tengo a valorizzarne due, che sono molto importanti. Lui dice che non vuole rompere con i suoi compagni di strada, che ha fatto un percorso che vuole continuare. E poi dice un’altra cosa importantissima: dopo il 4 dicembre c’è il 5 dicembre. Io penso davvero che il 5 dicembre l’Italia si sveglierà con lo stesso bisogno di sinistra di oggi.
Pisapia ha anche detto che non voterà no. Il che vuol dire che voterà sì, giacché a votare ci andrà.
Io invece voto no, e lo faccio convintamente, e lo faccio perché la riforma è sbagliata. Ma anche perché se vince il no si apre un nuovo campo politico progressista. Attenzione però: il campo che si apre sarà ovviamente composto da chi ha votato no e da chi ha votato sì. Pisapia sta cercando di fare proprio questo: tenere insieme i pezzi.
Anche SinistraxMilano vota no…
La maggior parte dei militanti di SinistraxMilano voterà contro la riforma. Ma ci sono anche dirigenti che votano sì. Per ora questo per noi è elemento di valore, perché ci rendiamo conto che possiamo essere un luogo utile di discussione.
Ma l’Italia ha bisogno di una “cosa arancione”, o di una “cosa rossa 2”?
Io penso che a sinistra serva una storia nuova. Già chiamarlo partito è riduttivo. Serve una storia larga, utile e contemporanea. Io sono sempre stato più affascinato dall’utilità della sinistra rispetto alla sua unità, spesso declinata in microalleanze elettorali. Questo Paese ha davvero bisogno di sinistra e oggi buona parte degli elettori si sentono schiacciati tra il renzismo e un’opposizione di sinistra che oggi punta sempre all’aver ragione piuttosto che a cambiare la vita delle persone. A me personalmente non interessa fare una piccola lista civetta del renzismo, né però fare la lista della solita sinistra radicale che dopo trincera la propria inutilità dietro l’aver sempre ragione.
Della “cosa arancione” Pisapia potrebbe essere leader?
Io rovescerei il discorso. Io penso che noi prima abbiamo bisogno di ragionare sul progetto politico, e poi di ragionare sulla leadership. Il leader deve essere eletto democraticamente. A sinistra l’epoca dei salvatori della patria non ha portato fortuna. C’è bisogno di una classe dirigente nuova. Io spero che Giuliano Pisapia ci dia una mano nel fare questa operazione di allargamento. Una volta che ci sarà il progetto politico potremo ragionare di leadership. Usciamo dal dibattito ombelicale. Ma vorrei dire un’ultima cosa…
Prego.
Io penso che tutto ciò che dico, quindi la ricostruzione di un campo largo e progressista dipende da più condizioni: la prima riguarda noi. La capacità di mettere in piedi una sinistra che sappia guardare fuori da se stessa. La seconda è che a noi occorre una interlocuzione con il Pd, partendo dal fatto che il Pd non si allei con pezzi di centrodestra. Infine ci serve un programma elettorale davvero alternativo alle larghe intese. Solo così potremo fare qualcosa di utile.
@FabioAMassa
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