Milano

Caporalato Straberry: Sanguinetti (Flai Cgil), una Rete del lavoro di qualità

“In Lombardia ci sono altri casi di sfruttamento pesante. Da oltre un anno noi come sindacato chiediamo la costituzione di una Rete del lavoro di qualità"

IMPRESE-LAVORO.COM - Milano - Alle porte di Milano, a Cassina de Pecchi, la Guardia di Finanza ha sequestrato la Straberry, azienda per metà agricola e per metà impegnata nella vendita diretta di frutta e derivati, grazie ad una rete di Apecar che battevano l’area metropolitana. Una realtà che aveva ottenuto riconoscimenti anche da Coldiretti. Ma i lavoratori venivano pagati 4,5 euro all'ora, minacciati di licenziamento e costretti a sforzi fisici per accelerare la raccolta della frutta. “Purtroppo ci aspettavamo che una situazione del genere potesse deflagrare da un momento all'altro”, spiega Giorgia Sanguinetti, segretaria della Flai Cgil di Milano. “Noi – spiega la sindacalista - avevamo dei contatti coi lavoratori che ci avevano chiesto aiuto, in particolare con chi era dedicato alla vendita diretta dei prodotti sugli Apecar. Anche a loro veniva applicato il contratto agricolo. Avevamo registrato forzature sull’orario di lavoro e pressioni piuttosto pesanti, poi, come spesso avviene in queste situazioni, l’azienda è riuscita a soffocare ogni protesta”. Ma il problema più grave è emerso tra i lavoratori dei campi, dove il quadro era davvero drammatico, sia per le condizioni sanitarie che per gli aspetti contrattuali. Il sequestro dell’azienda da parte della Guardia di Finanza dimostra che la situazione era insostenibile. Ora noi stiamo tutelando i lavoratori, anche nel sostegno al reddito, proprio in questa fase di passaggio”. E’ un fatto isolato o il caporalato è una piaga anche in Lombardia? “In Lombardia ci sono altri casi di sfruttamento pesante. Prova ne sia che da oltre un anno noi come sindacato chiediamo la costituzione di una Rete del lavoro di qualità, anche per sostenere la legge contro il caporalato. Una Rete che coinvolga istituzioni, imprese e sindacati e che serva a monitorare una situazione che può sfuggire di mano. Abbiamo trovato forti resistenze proprio da parte datoriale e questo è un brutto segnale. Anche perché l’obiettivo è quello di mettere in evidenza le aziende virtuose, che rispettano anche i lavoratori”, conclude Giorgia Sanguinetti.

 







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