Milano
Carcere di Bollate: detenuti sequestrano agente di polizia penitenziaria
Un agente di polizia penitenziaria e' stato aggredito da due detenuti di origine campana e poi sequestrato e rinchiuso in una cella del carcere di Bollate
Carcere di Bollate: detenuti sequestrano agente di polizia penitenziaria
Un agente di polizia penitenziaria e' stato aggredito da due detenuti di origine campana e poi sequestrato e rinchiuso in una cella. Ne da' notizia il sindacato Spp, specificando che l'episodio si e' verificato ieri sera intorno alle 22 al carcere di Bollate, a Milano. Il segretario nazionale del sindacato di polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo, ha raccontato che "i due detenuti di origini campane che si trovavano nel reparto isolamento, dopo essere stati accompagnati in infermeria, hanno aggredito il collega in servizio presso il reparto detentivo, poi hanno preso le chiavi della sezione e lo hanno rinchiuso nella cella". I due hanno approfittato del fatto che erano stati portati poco prima in infermeria e hanno minacciato il poliziotto "armati di strumenti rudimentali". La denuncia si fa ancora piu' grave, perche' - stando a questa ricostruzione - i "due detenuti avevano intenzione di aggredire un collaboratore di giustizia recluso nello stesso reparto, ma non sono riusciti ad aprire la cella dove era rinchiuso". L'agente rimasto chiuso in cella, ha urlato ed e' cosi' riuscito ad attirare l'attenzione dei colleghi e a farsi liberare.
La 'liberazione' e' avvenuto solo dopo "una lunga trattativa con i due rivoltosi" e si e' conclusa "senza che nessuno subisse danni", nemmeno il collaboratore di giustizia preso di mira. Il sindacato Spp denuncia "l'inadeguata condizione lavorativa in cui era costretto a operare l'agente a causa della carenza di organico e "le pessime le condizioni di lavoro in cui si e' costretti a operare a rischio della propria vita ogni giorno. In seguito all'episodio la sigla sindacale e il suo responsabile Di Giacomo hanno avviato "una campagna di sensibilizzazione e protesta dal nome "Da solo come soli sono i nostri colleghi, noi le vittime non i carnefici".