Milano
“Caro infermiere eroe, adesso tornatene a casa”
Venti parole, 24 ore di preavviso. Tanto vale il posto di lavoro di uno degli angeli del Covid chiamato a Milano per l'emergenza. Gli infermieri tornano a casa
“Caro infermiere eroe, adesso tornatene a casa”
Venti parole. Tanto vale il posto di lavoro di un giovane infermiere del sud chiamato a Milano per l'emergenza. “Gentilissimo, purtroppo non è stata indicata la proroga per Lei. In caso ci fossero ulteriori necessità, sarà nostra premura contattarla”. Questa la mail, consultata da Affaritaliani.it Milano, che un infermiere 27enne di Reggio Calabria che ha prestato servizio nei mesi duri della pandemia al Policlinico di Milano, ha ricevuto a settembre con 24 ore di preavviso sulla fine del suo contratto. Firmata: Termpor spa, agenzia di lavoro interinale dal 1997 (tra le prime dieci in Italia) che ha fornito gli “eroi” temporanei del Covid. “Per loro siamo solo macchine che lavorano, un numero e basta. Vedono questo” si sfoga il lavoratore chiedendo l'anonimato perché “non vorrei avere problemi con l'agenzia”. Racconta di aver visto la sua prima vittima del virus il primo giorno di lavoro al Policlinico.
Li abbiamo chiamati “eroi” e “angeli”. Di loro c'è stato un bisogno immediato per l'emergenza nei reparti di terapia intensiva, nel tentativo di far fronte ai numeri crescenti del Covid-19 nella primavera 2020. Ma anche perché il personale presente negli ospedali si è ammalato e doveva rimanere a casa, con ulteriore necessità di turn over. Il sistema sanitario pubblico lombardo – 80mila dipendenti di cui poco meno di 40mila sono infermieri – ha provato a rispondere anticipando le sessioni dei corsi di laurea, saltando a pié pari gli orpelli burocratici per iscriversi all'ordine delle professioni infermieristiche, richiamando su base volontaria il personale pensionato (tuttavia una quota minima visto che si tratta di lavoratori over 65 ancora più a rischio). Si sono fatte assunzioni dallo scorrimento delle graduatorie. In mezzo a questo sforzo ci è finito anche lui. Che ora, dopo sei mesi, può tornare a casa con una mail di 20 parole.
Francesco Floris/Fabio Massa
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fabio.massa@affaritaliani.it