Milano
Cartabia al boschetto di Rogoredo: manutenzione affidata ai detenuti di Opera
Firmato protocollo per la promozione di attività di cura e manutenzione del verde del parco di Rogoredo con il coinvolgimento di detenuti del carcere di Opera
Cartabia al boschetto di Rogoredo: manutenzione affidata ai detenuti di Opera
Il boschetto di Rogoredo era una sfida alla citta', una provocazione, ha spiegato il sindaco di Milano Giuseppe Sala, intervenendo in Prefettura a Milano alla firma del protocollo per la promozione di attivita' di cura e manutenzione del verde del parco di Rogoredo con il coinvolgimento di persone detenute, insieme al ministro della Giustizia, Marta Cartabia e al prefetto, Renato Saccone. "E' evidente - ha sottolineato Sala - che non si e' risolto il problema della tossicodipendenza e a chi dice che ora" i tossicodipendenti "si sono spostati lungo i binari, rispondo che noi interverremo, con pazienza cercheremo di mettere mano alla cosa, ma il punto e' che Rogoredo aveva raggiunto un simbolismo da rappresentare una sfida alla citta' e per questo siamo intervenuti tutti assieme".
"La detenzione deve essere rieducazione e reinserimento: a Milano stiamo facendo la nostra parte abbiamo dimostrato la volonta' di farlo e io ci credo in particolare", ha aggiunto Sala che ha poi citato tre esempi: "Il primo l'Expo, dove abbiamo impiegato a turno 200 detenuti e detenute del carcere di Bollate e ha funzionato in maniera incredibile, poi nel 2017 all'idroscalo avevamo detenuti di Opera e Bollate che si erano occupati di quello di cui si occuperanno a Rogoredo, ovvero la manutenzione del verde e il terzo quello che stiamo facendo ora, a Rogoredo".
Dei detenuti del carcere di Opera saranno "formati e impegnati nella manutenzione del verde del cosiddetto boschetto di Rogoredo: un evento importante che celebra una rinascita iniziata da anni", ha commentato la ministra della Giustizia, Marta Cartabia. "Il boschetto - ha proseguito Cartabia - area tristemente famosa a Milano e oltre come una delle maggiori piazze di spaccio e consumo di droga in Italia, che ha risucchiato le vite di tanti ragazzi spesso giovanissimi, diventera' un bene comune fruibile da parte di tutti, e non sara' piu' un luogo di degrado".
L'emergenza della droga "non e' sconfitta con il risanamento del boschetto di Rogoredo, ma mi piace pensare che il protocollo firmato oggi abbia un valore simbolico di speranza e rinascita per i troppi ragazzi che vengono risucchiati in quell'abisso", ha aggiunto Cartabia. "Lo spaccio si sposta, il mercato della droga cambia contesti e meccanismi e non svanisce, alimentato dalla criminalita' organizzata il cui potere poggia anche (e in modo non secondario) sul traffico internazionale di stupefacenti" il protocollo firmato oggi e' "un passo in avanti, e noi continueremo pazientemente ad affrontare questo problema che non si risolve da un giorno all'altro". "Milano, Rogoredo e ciascuno dei detenuti coinvolti, il progetto rappresenta un'occasione di riscatto collettivo", ha detto Cartabia, aggiungendo: "Il coinvolgimento dei detenuti, che sono lavoratori particolarmente motivati, mette in rilievo due aspetti del tempo della pena: la formazione e il lavoro", sottolineandone l'importanza per "dare senso a quel tempo e fare si' che sia l'occasione per una seconda possibilita'".
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