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Milano
CasaPound attacca: "Sala falsario dimettiti". Avviate le indagini
Striscione di CasaPound contro il sindaco Sala

CasaPound attacca: "Sala falsario dimettiti". Avviate le indagini

La polizia "sta raccogliendo tutti gli elementi utili per le indagini". Per ora il reato per le affissioni abusive è a carico di ignoti. Per il blitz in Comune degli esponenti di CasaPound, "la relazione e le immagini sono state consegnate alla Digos" .

LE INDAGINI
La Polizia locale "sta raccogliendo tutti gli elementi utili per le indagini, comprese le immagini delle telecamere, e domani il comandante Antonio Barbato depositerà in Procura una notizia di reato a carico di ignoti per le affissioni abusive di questa notte di striscioni firmati CasaPound". Per quanto riguarda invece il blitz della scorsa settimana in Consiglio comunale da parte degli esponenti di CasaPound, "la relazione di servizio e le immagini dell'aula sono state già consegnate alla Digos". Lo comunica l'assessore milanese alla Sicurezza, Carmela Rozza. "Questi due episodi a poca distanza l'uno dall'altro - commenta l'assessore -, denotano un'organizzazione e una strategia preoccupante che richiede una condanna netta da parte di tutte le forze politiche. In democrazia la libertà di pensiero è un diritto, ma il pensiero presuppone anche idee e proposte. In questo caso vediamo solo insulti: un tipico atteggiamento squadrista e fascista".

LE SCRITTE
"Sala falsario dimettiti". Questo il tenore degli striscioni firmati Casa Pound che sono stati affissi in 11 punti della citta'. Il nome del sindaco e' scritto in rosso mentre il resto del testo e' in nero con il simbolo del gruppo di estrema destra. Uno striscione e' apparso in via Bayron, un altro a palazzo Marino, un altro in piazza San Babila e su alcuni cavalcavia della citta'. L'atto si collegherebbe all'episodio di giovedi' scorso quando alcuni militanti si sono introdotti nel consiglio comunale e alle conseguenti misure di sicurezza adottate ieri dal Sindaco in un vertice con il prefetto e il questore.

«Sala deve dimettersi. È inaccettabile – commenta Massimo Trefiletti, responsabile milanese di CasaPound – che il sindaco, con la copertura dei consiglieri di maggioranza, non senta il dovere di rispondere ai milanesi delle proprie responsabilità e del tradimento del patto che aveva contratto con loro in campagna elettorale, quando prometteva onestà e trasparenza».

«Dopo il nostro blitz in Consiglio comunale – sottolinea Angela De Rosa, portavoce milanese del movimento - il sindaco si è preoccupato solo di "blindare" il Palazzo. È comprensibile: è normale che chi favorisce il business dell'immigrazione e non garantisce diritti ai milanesi si senta sotto assedio da parte dei cittadini e degli italiani che non si arrendono».

«Regalare la residenza agli immigrati - continua De Rosa - è l'ennesima prebenda che il sindaco paga ai centri sociali, con i quali ha un sodalizio di fatto basato su interessi di parte, non rappresentativi del bene comune».

«Non accettiamo lezioni di democrazia e dialogo da chi tenta di negare la nostra legittima agibilità politica e continueremo questa battaglia politica - concludono De Rosa e Trefiletti – senza farci intimidire da minacce di repressione».

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