Milano

Caso Barbato, il Comune di Milano: "Falsità, quereliamo"

Palazzo Marino risponde ai sospetti sulle dimissioni dell'ex comandante di Polizia locale Antonio Barbato e annuncia l'intenzione di denunciare

La ricollocazione in AMAT

Il 10 agosto 2017 Barbato rappresenta quindi al Direttore Generale del Comune di Milano “la propria disponibilità ed interesse ad una eventuale mobilità anche verso enti o aziende del sistema pubblico milanese attivi nel settore della mobilità e dei trasporti”, ritenuti affini alle competenze ed alle esperienze maturate nel corso di lunghi anni di servizio, e dichiara la propria “disponibilità ad accettare immediatamente il nuovo eventuale incarico con contestuale rinuncia definitiva ed irrevocabile all’incarico di Comandante del Corpo di Polizia Municipale e Direttore della Direzione Sicurezza Urbana”. Dopo le necessarie verifiche sull’esistenza di una posizione affine alle competenze di Barbato, il cui contratto non comportasse aggravio di spesa per l’Amministrazione comunale e con una durata pari a quello già sottoscritto in precedenza, Barbato viene ricollocato in AMAT Srl, partecipata del Comune operativa nella pianificazione e regolazione della mobilità, della sosta e del trasporto, che a sua volta riscontra la rispondenza del profilo di Barbato con le esigenze aziendali di supportare lo sviluppo del progetto 'LEZ' (denominato successivamente 'Area B').

La ricollocazione al nuovo incarico – che lo vedeva mantenere ruolo e retribuzione da dirigente – non è mai stata contestata da Barbato dinanzi all’Autorità giudiziaria. Del resto il trasferimento è avvenuto a seguito della manifestazione di disponibilità e interesse di Barbato e grazie all’istituto dell’incompatibilità ambientale che non ha una connotazione disciplinare o sanzionatoria, ma si basa su una valutazione discrezionale di fatti che possano indurre a ritenere la permanenza del dipendente in una determinata sede o funzione anche potenzialmente nociva per il prestigio, il decoro o la funzionalità dell'ufficio.

La nomina del Comandante Ciacci

Come rappresentato, nei primi giorni del mese di agosto, il Comune si trova nella condizione di dover avvicendare il Comandante della Polizia Locale. In quel momento il Corpo, costituito da circa 3.000 agenti e ufficiali, poteva contare solo su un unico dirigente. La procedura di selezione pubblica per la posizione di Comandante del Corpo effettuata solo 9 mesi prima, a cui avevano partecipato dirigenti e funzionari in possesso dei requisiti minimi previsti dal bando, aveva portato ad escludere la presenza di altri profili compatibili con le funzioni di Comandante. Dette circostanze hanno orientato l’Amministrazione a scegliere di coprire la posizione attraverso l’istituto del comando (ossia chiedere in prestito ad altra Amministrazione un dirigente già formato e idoneo senza altra formalità che il consenso delle amministrazioni e del dipendente), nel pieno rispetto delle norme vigenti e con garanzia di celerità.

Individuata la figura del primo dirigente della Polizia di Stato Marco Ciacci, già conosciuto e apprezzato dall’Amministrazione comunale per le molte e proficue collaborazioni e iniziative congiunte svolte da numerosi anni nell’ambito del settore della sicurezza nella città di Milano, il Comune avanza richiesta di comando al Questore di Milano. La richiesta è stata inoltrata in data 11 agosto, ossia dopo circa dieci giorni dall’insorgere dell’emergenza e non dunque “il giorno dopo”.

Acquisite le necessarie autorizzazioni del Ministero dell’Interno, il 4 settembre 2017 con decreto sindacale viene conferito al dott. Ciacci l’incarico di Comandante e di Direttore della Direzione Sicurezza Urbana del Comune di Milano per una durata di tre anni prorogati.

Marco Ciacci, già primo Dirigente della Polizia di Stato, viene scelto sulla base di un profilo altamente specializzato che lo rende pienamente abile ed idoneo ad assumere il ruolo. Laureato in Giurisprudenza e in Polizia dal 1989, a Milano ha ricoperto numerosi incarichi, ideando tra le altre cose una sezione specializzata nei reati in danno agli anziani, composta da personale della Polizia di Stato e della Polizia locale del Comune di Milano. Dirigente del Commissariato ‘Mecenate’ della Questura di Milano e Responsabile, dal 2003 al 2017, della Sezione di Polizia Giudiziaria – Polizia di Stato presso la Procura della Repubblica di Milano, ha cooperato con tutte le Forze di Polizia, Agenzia delle Dogane e Banca d’Italia e, a livello internazionale, con le Autorità Giudiziarie e di Polizia di numerosi Paesi.

Per completezza occorre rappresentare che rispetto ad un presunto elenco di ANCI con nominativi di soggetti idonei al ruolo, si fa presente che si tratta semplicemente di un elenco di docenti e funzionari (non dirigenti) di Polizia Locale che avevano partecipato ad un corso di formazione per comandante di Comuni con più di 15mila abitanti. Iniziativa lodevole ma che di certo non qualifica l’elenco come una graduatoria giuridicamente valida all'assunzione, né rendeva predetti funzionari automaticamente compatibili e idonei ad un ruolo di elevata complessità quale quello di Comandante del Corpo di Polizia Locale in una città come Milano, che di abitanti ne ha oltre 1,4 milioni.

Precedenti interrogazioni, accertamenti e verifiche

Gran parte dei fatti fin qui esposti sono stati già oggetto di chiarimento in precedenti occasioni e in diverse sedi istituzionali. A seguito di un esposto presentato dal Consigliere comunale Basilio Rizzo, l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha presentato, con nota del 7 novembre 2017, richiesta di informazioni al Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza del Comune di Milano in ordine alla collocazione in altro incarico del Comandante della Polizia Locale. In particolare l’Autorità richiedeva approfondimenti sul presunto utilizzo improprio di un contratto a tempo determinato. A seguito dei chiarimenti forniti, il 16 gennaio 2018, l’Autorità comunicava di avere disposto l’archiviazione della segnalazione.

Presso la Corte dei Conti Lombardia è stata presentata una segnalazione avente oggetto ipotetiche “Irregolarità relative alla collaborazione in altro incarico del dott. A. B. già Comandante del Corpo della Polizia Locale e all’incompatibilità del Dott. M.C. nuovo comandante”. Sono stati forniti chiarimenti in data 24 gennaio 2018 attraverso una relazione dettagliata sulla nomina del nuovo Comandante Ciacci, sulla collocazione ad altro incarico del dott. Barbato, unitamente alla nota di archiviazione ANAC. Da allora non sono pervenute ulteriori richieste di informazioni, né la magistratura contabile ha notificato altri atti. Al Consigliere comunale Fabrizio De Pasquale, che in data 4 settembre 2017 ha presentato interrogazione urgente ad oggetto “Nomina del Comandante dei Vigili Urbani di Milano”, e all’onorevole Igor Iezzi, che ha presentato ben due interrogazioni parlamentari in ordine alla vicenda del comando del dott. Ciacci, sono state fornite risposte puntuali tanto è vero che da parte dello stesso consigliere De Pasquale non arrivarono obiezioni.

La campagna denigratoria intrapresa da Barbato contro l'Amministrazione comunale

A seguito della sentenza del Tribunale Penale di Milano del 29 novembre 2018 sopra richiamata, che ne stigmatizza la condotta del tutto inappropriata al ruolo di Comandante della Polizia locale, il dott. Barbato ha intrapreso la nota campagna diffamatoria contro l’Amministrazione comunale, che ha poi intensificato a seguito della notizia diffusa dalla stampa di un'indagine della Procura di Milano a suo carico per “frode nella campagna per la sicurezza” che egli avrebbe commesso in qualità di Vice Comandante della Polizia Locale.

Con questa campagna Barbato tenta evidentemente di precostruirsi una tesi difensiva da spendere nel procedimento penale suddetto e in altre vertenze in atto con AMAT e con il Comune di Milano, che hanno intrapreso più procedimenti disciplinari tuttora in corso, in relazione ai quali appare quindi opportuno mantenere un adeguato riserbo.

Secondo la tesi del dott. Barbato, egli sarebbe non il responsabile di tali condotte, ma la vittima di una sorta di congiura ordita ai suoi danni dalla Procura della Repubblica e dal Sindaco di Milano, della quale avrebbe beneficiato in ultima istanza il dott. Ciacci. Questa teoria, oltre che in contrasto con i fatti storicamente accaduti e sopra ripercorsi e priva di qualsiasi elemento di prova, appare del tutto illogica se si considera che il dott. Ciacci era già dirigente della Polizia di Stato e responsabile della Sezione di Polizia Giudiziaria, per cui il comando come dirigente della Polizia Locale non ha certo rappresentato per lui un avanzamento di carriera.

Ma il centrodestra non arretra: "Il sindaco scappa dal confronto in consiglio comunale"

Il comunicato stampa del Comune di Milano non ha soddisfatto il centrodestra. Così Max Bastoni, consigliere comunale e regionale della Lega: ""Un comunicato stampa che non dissipa i sospetti sulla nomina di Marco Ciacci a comandante della Polizia Locale di Milano. Se Sala non ha nulla da nascondere si presenti in consiglio comunale, che sarebbe gia' una novita', e poi in commissione regionale antimafia e trasparenza"."L'intenzione del Comune di Milano di rivalersi in sede legale nei confronti di chi ha sollevato dubbi sull'intera vicenda e' la dimostrazione che Sala cerca alibi per non presentarsi ne' in consiglio comunale ne' in commissione regionale - aggiunge -. Fugge e fugge di nuovo. Ma si dimentica delle azioni legali e un esposto al Csm su quanto avvenuto".

"Il sindaco Sala scappa di nuovo dal confronto in Consiglio comunale per evitare la sua audizione richiesta dall'opposizione per far chiarezza sul caso del comando della polizia locale. La Giunta non ha fornito ai consiglieri comunali le informazioni e i documenti richiesti fin dal 2017, ben prima che Le Iene rendessero la questione più conosciuta. Invece di venire in Aula il lunedì pomeriggio, il Sindaco fa scrivere una nota stampa firmata dal 'Comune di Milano' che, contrariamente a quanto segnalato da Anci, afferma che non ci sarebbero stati all'interno dell'amministrazione comunale profili adeguati a ricoprire il ruolo di comandante delle polizia locale per sostituire Barbato". Così in una nota i consiglieri di opposizione a Palazzo Marino, Fabrizio De Pasquale (Forza Italia), Matteo Forte (Milano Popolare), Andrea Mascaretti (Fratelli d'Italia), Alessandro Morelli (Lega), e Manfredi Palmeri (lista civica Io corro per Milano).

 “Il caso dell’avvicendamento del Comandante della polizia locale Barbato, i 4 suicidi di vigili avvenuti in 2 anni, le vicende di appropriazione indebita con riferimento alle multe e le vicende legate anche alla droga sono questioni sulle quali si deve fare chiarezza al più presto in consiglio comunale. Da marzo chiedo la convocazione di una Commissione d’inchiesta o di una Commissione sicurezza in cui vengano spiegate ai consiglieri lo svilupparsi di queste situazioni. Se la maggioranza non ha timore di affrontare queste vicende delicate aggiunga le sue firme a quelle del centrodestra per chiedere la convocazione di una Commissione. Bisogna fare luce anche su questi scandali, droga e multe intascate, che hanno travolto la polizia locale di Milano. Le commissioni possono anche svolgersi a porte chiuse, richiamando i consiglieri alle loro responsabilità considerando che ci sono indagini in corso, ma tutto il consiglio deve essere informato su queste vicende. Insomma, i modi ci sono. In alternativa alle commissioni, Sala potrebbe semplicemente venire in consiglio e in quella sede confrontarsi con i consiglieri”, dichiara il consigliere comunale di FDI a Milano, Riccardo De Corato, già vice Sindaco del capoluogo lombardo ed assessore regionale.








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