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Milano
Caso Englaro, il Tar condanna la Regione Lombardia
Il Tar condanna la Regione Lombardia a risarcire Beppino Englaro, padre di Eluana.

La regione Lombardia è stata condannata dal Tar a versare 142mila euro di risarcimento a Beppino Englaro, padre di Eluana, la giovane rimasta in stato vegetativo per 17 anni, fino alla morte, avvenuta nel febbraio 2009. Lo riporta Il Giorno. Il Consiglio di Stato, nel settembre del 2014, aveva definito illegittimo il provvedimento emesso dalla Regione Lombardia, stabilendo che la giovane lecchese aveva il diritto di morire in Lombardia.

Il Tar ha stabilito che Beppino Englaro ha diritto a essere risarcito dei danni materiali e morali. Perché, "a fronte di un decreto della Corte d’Appello di Milano contenente l’ordine di eseguire la prestazione richiesta", ossia di sospendere le cure inutili e non accettate, "la Regione si è rifiutata deliberatamente e scientemente di darvi seguito, ponendo in essere un comportamento di natura certamente dolosa".

MARONI: "ORIENTATI A NON FARE RICORSO" - La Regione Lombardia sta valutando il ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che ha stabilito un risarcimento per Beppino Englaro anche se l'orientamento, come spiegato dal presidente Roberto Maroni, sarebbe quello di non procedere. "Io rispetto le sentenze - ha detto Maroni -, ho solo chiesto ai miei uffici per scrupolo, visto che teoricamente c'e' la possibilita' di ricorrere al Consiglio di Stato, se ci siano le condizioni per farlo, valutando tutta la vicenda anche dal punto di vista umano, perche' noi dobbiamo risarcire. Entro oggi sapro' qual e' la proposta degli uffici legali - ha concluso Maroni - ma credo che l'orientamento sia di non ricorrere. Lunedi' in giunta decideremo".

CATTANEO: "SORPRESO DA MARONI, EUTANASIA E' BARBARIE" - Ma il presidente del consiglio regionale, Raffaele Cattaneo di Ncd, si è invece detto sorpreso: "La decisione di non consentire l'eutanasia in Lombardia per Eluana era la strada giusta perché l'eutanasia è una barbarie che non poteva e non può essere consentita. Quella decisione, peraltro, fu presa allora dalla Giunta regionale in accordo con il Governo di cui lo stesso Maroni faceva parte. Anche ora dobbiamo continuare a sostenere le nostre ragioni in ogni sede possibile, anche ricorrendo al Consiglio di Stato. La questione non può essere accantonata in questo modo e credo meriti un chiarimento in maggioranza". Aggiunge Cattaneo che "affermare una sorta di diritto all'eutanasia è un principio che stravolge il senso stesso dell'esistenza del servizio sanitario".

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