Milano

Caso Eni-Nigeria: condannati a 8 mesi i pm De Pasquale e Spadaro per aver occultato prove

Nascoste prove chiave nel processo sulla maxi-tangente Eni-Nigeria: il Tribunale di Brescia condanna a 8 mesi i pm De Pasquale e Spadaro

Caso Eni-Nigeria: Condannati a 8 mesi i pm De Pasquale e Spadaro per aver occultato prove

Colpo di scena nel processo legato alla maxi-tangente Eni-Nigeria: i pm milanesi Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro sono stati condannati a 8 mesi di reclusione dal Tribunale di Brescia. I due magistrati sono stati riconosciuti colpevoli di rifiuto di atti d'ufficio per non aver depositato prove chiave favorevoli alla difesa durante il controverso processo di corruzione internazionale, conclusosi con l’assoluzione dei vertici di Eni e Shell.

La Corte conferma: prove decisive nascoste, accolta la tesi dell'accusa

La sentenza, emessa dal collegio presieduto dal giudice Roberto Spanò, ha accolto le richieste avanzate dall’accusa rappresentata dai pm Francesco Milanesi, Donato Greco e dal procuratore Francesco Prete. Il tribunale ha stabilito che De Pasquale e Spadaro hanno omesso di presentare atti decisivi che avrebbero potuto influire sull’esito del processo, in cui si discuteva la presunta tangente da un miliardo di dollari legata a concessioni petrolifere in Nigeria. L’accusa ha sostenuto che la mancata trasmissione di tali prove costituiva un grave abuso del loro ruolo, che avrebbe violato il diritto alla difesa degli imputati, poi assolti.








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