Caso mense, Lodi condannata: regolamento da riscrivere
Per il giudice Nicola Plotti, il Comune ha tenuto una "condotta discriminatoria" andando oltre i suoi poteri.
Caso mense scolastiche: Lodi deve riscrivere il regolamento
Il Comune di Lodi deve riscrivere il 'Regolamento per l'accesso alle prestazioni sociali agevolate' e ammettere al servizio di mensa scolastica e di trasporto scuolabus anche i bambini figli di genitori stranieri che non possano presentare la certificazione richiesta sulle proprietà immobiliari nei paesi d'origine. La decisione è stata presa dal giudice Nicola di Plotti, che ieri ha emesso un'ordinanza pubblica con cui di fatto condanna il Comune e lo obbliga a cambiare linea per consentire ai cittadini extra Ue “di presentare la domanda di accesso a prestazioni sociali agevolate mediante la presentazione dell’ISEE alle stesse condizioni previste per i cittadini italiani e dell’Unione Europea in generale".
La notizia è riportata da Repubblica, che cita l'accolto dalla prima sezione del Tribunale di Milano a cui si erano rivolte alcune famiglie straniere residenti a Lodi con la tutela legale dell'Asgi, associazione studi giuridici sull'immigrazione, e dal Naga di Milano. La protesta contro il regolamento si basava sulle oggettive difficoltà incontrate dalle famiglie provenienti da paesi in cui mancano il Catasto e gli uffici pubblici che possono rilasciare i documenti.
Il giudice, accertata "la condotta discriminatoria del Comune di Lodi consistente nella modifica del 'Regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate' con la delibera del Consiglio Comunale n. 28/2017, nella parte in cui si stabilisce che i cittadini non appartenenti all’Unione Europea, per accedere a prestazioni sociali agevolate, debbano produrre la certificazione rilasciata dalla competente autorità dello Stato esterno, corredata di traduzione in italiano legalizzata dall’Autorità consolare italiana", ha inoltre condannato l'amministrazione a pagare 5 mila euro per le spese processuali.
Secondo il giudice, quello della Giunta guidata da Sara Casanova è un "provvedimento che introduce una disparità di trattamento emesso da un’autorità che non ha il potere di assumere decisioni in proposito".
Grimoldi: "Come Lega non cambiamo idea"
Immediata la replica della Lega, affidata all'onorevole Paolo Grimoldi, segretario della Lega Lombarda: "Come Lega non cambiamo idea e andiamo avanti ad appoggiare la norma di buon senso varata dal Comune di Lodi, con voto del consiglio comunale, che semplicemente chiede ai cittadini extracomunitari di dimostrare con un atto certificato dal loro Stato di provenienza di non possedere beni immobili - ha detto Grimoldi - Perché bisogna regalare la mensa gratuita a chi magari in patria è proprietario di immobili? Perché un cittadino italiano per accedere ad una tariffa agevolata deve dimostrare di non possedere immobili e pretendere altrettanto da un cittadino extra UE è discriminatorio? Sindaco Casanova vai avanti, siamo con te".
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