Milano
Caso Pifferi, il pm: "Punteggi inseriti dalle psicologhe prima del test"
Le contestazioni del pm nei confronti di altre due psicologhe che hanno seguito Alessia Pifferi: "QI di 40 falsamente attestato". Salgono a cinque le indagate
Caso Pifferi, il pm: "Punteggi inseriti dalle psicologhe prima del test"
Le psicologhe avrebbero predisposto, tra il luglio del 2022 e il 3 maggio dell'anno successivo, i protocolli con "i punteggi già inseriti" o di aver modificato e revisionato "la versione originaria" della relazione "'cambiando' alcuni grafici". E' una delle contestazioni del pm di Milano Francesco De Tommasi nei confronti delle due professioniste indagate per falso e favoreggiamento nel caso con al centro Alessia Pifferi, la madre accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia Diana. Si tratta di una psicologa che alterna il lavoro all’Asst Santi Paolo e Carlo alle ore di servizio nella casa circondariale, e di un'altra professionista esterna al carcere ma che lavora per la stessa azienda sanitaria della collega. Due nuove indagate, oltre alle due psicologhe già coinvolte ed all'avvocato difensore di Alessia Pifferi.
La falsa attestazione sul quoziente intellettivo di Alessia Pifferi
Le due nuove indagate avrebbero inoltre "falsamente" attestato, in una relazione del 3 maggio del 2023, un quoziente intellettivo pari a 40 e quindi un "deficit grave" laddove invece il test Wais, per la pubblica accusa, non era da somministrare alla detenuta che "non era un soggetto a rischio di atti anticonservativi e si presentava lucida, orientata nel tempo e nello spazio, nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali e determinata".
Dalle due psicologhe una "consulenza difensiva" non rientrante nelle loro competenze
Viene contestato alle due psicologhe è di aver messo in atto "un'attività di consulenza difensiva", non rientrante nelle loro competenze e "volta esclusivamente a creare, mediante false attestazioni", le condizioni per tentare di giustificare la somministrazione del test psicodiagnostico e fornire alla Pifferi una base documentale che le permettesse di richiedere e ottenere in giudizio, eventualmente con il filtro di un'ulteriore consulenza di parte, la tanto agognata perizia psichiatrica" sulla sua imputabilità.