Milano

Caso Visibilia, la Procura chiede il processo per falso in bilancio per Santanchè: "Sapeva e ha taciuto"

I pm accusano: la ministra e i vertici Visibilia avrebbero nascosto le difficoltà economiche dell'azienda, danneggiando pesantemente gli investitori

Caso Visibilia, la Procura chiede il processo per falso in bilancio per Santanchè: "Sapeva e ha taciuto"

La Procura di Milano ha chiesto formalmente che la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, venga processata per falso in bilancio, nell’ambito dell’inchiesta Visibilia Editore. L’indagine, condotta dai pm Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi, sostiene che la ministra, insieme a vari dirigenti e familiari con ruoli nella società, avrebbe ignorato segnali di difficoltà economiche nei conti di Visibilia, causando potenziali danni agli investitori e azionisti.

Inchiesta Visibilia: coinvolti familiari e collaboratori della ministra

Oltre a Daniela Santanchè, altri membri del gruppo dirigente di Visibilia Editore sono sotto inchiesta. Tra questi figurano il compagno Dimitri Kunz, la sorella Fiorella Garnero, la nipote Silvia Garnero e l’ex compagno Canio Giovanni Mazzaro, tutti coinvolti con diversi ruoli societari. In totale, 17 persone e tre società (Visibilia Editore spa, Visibilia srl in liquidazione e Visibilia Editrice srl) sono indagate.

Le accuse: “Tutti sapevano e hanno taciuto”

La tesi dei pm è chiara: “Tutti sapevano e hanno taciuto”. Secondo la Procura, nonostante l’andamento negativo dei conti aziendali e le evidenti difficoltà finanziarie, il gruppo dirigente avrebbe ignorato le criticità e dato il via libera ai bilanci, con il sospetto che lo scopo fosse ottenere vantaggi personali o evitare una svalutazione delle azioni.

Il nodo dei bilanci: piani ottimistici e conti in perdita

Gli inquirenti hanno rilevato, a partire dal 2016, che i bilanci di Visibilia riportavano previsioni di reddito che non si sono poi realizzate. Piani industriali e previsioni di crescita risultano ampiamente disattesi, con scostamenti significativi rispetto ai risultati effettivi. Tali discrepanze avrebbero indotto in errore gli investitori, mettendo a rischio la stabilità finanziaria dell’azienda, quotata sul mercato della Borsa Italiana.

L’udienza: il destino degli imputati deciso entro novembre

La prossima e ultima udienza preliminare, fissata per il 26 novembre, stabilirà se Daniela Santanchè e gli altri indagati dovranno affrontare il processo. Nel frattempo, una delle persone coinvolte ha chiesto di patteggiare e le società Visibilia hanno accettato una sanzione amministrativa, il cui giudizio resta però in sospeso.

L’origine dell’inchiesta: l’esposto degli azionisti minori

L’indagine è stata avviata in seguito a un esposto presentato da un gruppo di piccoli azionisti, tra cui l’imprenditore Giuseppe Zeno, assistito dall’avvocato Antonio Piantadosi. I soci lamentano gravi squilibri finanziari nei bilanci societari che, secondo l’accusa, avrebbero compromesso il valore delle azioni e leso i loro interessi.

Difese al via, ma la posizione della Procura è netta

Nel pomeriggio sono iniziati gli interventi delle difese, che cercheranno di contestare le conclusioni della Procura. Tuttavia, la posizione dei pm resta ferma: le decisioni e le azioni dei vertici Visibilia sono considerate azioni sistematiche, tese a mascherare i problemi finanziari dell’azienda, con pesanti ricadute su chi ha investito nella società.







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