Milano

Caso Yara, la Cassazione accoglie i ricorsi presentati da Bossetti

Caso Yara, la Cassazione accoglie i ricorsi presentati dalla difesa di Massimo Bossetti: apertura all'esame di 54 campioni di dna ed altri reperti

Caso Yara, la Cassazione accoglie i ricorsi presentati da Bossetti

Annullamento con rinvio dei provvedimenti con cui la Corte d'assise di Bergamo aveva dichiarato inammissibili le istanze della difesa di Massimo Bossetti relative all'esame di reperti, in particolare 54 campioni di dna. E' quanto ha deciso la prima sezione penale della Cassazione, accogliendo due ricorsi presentati dai difensori del muratore di Mapello, i quali sono alla ricerca di nuovi elementi per poter chiedere la revisione del processo che si e' concluso nel 2018 con la condanna definitiva all'ergastolo per Bossetti, ritenuto responsabile dell'omicidio della 13enne Yara Gambirasio, scomparsa da Brembate di Sopra, paese del Bergamasco in cui viveva, il 26 novembre 2010 e ritrovata morta 3 mesi dopo in un campo della zona. Dopo il deposito delle motivazioni, da parte della Cassazione, della sua decisione odierna - presa dopo una camera di consiglio svolta ieri - la Corte d'assise di Bergamo dovra' esaminare di nuovo l'istanza dei difensori.

Bossetti: "Non ho mai perso la speranza"

"Non ho mai perso la speranza, sono sempre stato convinto che la giustizia mi darà ragione. Credevo che già i giudici dell'appello ci avessero concesso la perizia sul Dna, con la decisone della Cassazione ora potremo analizzare quei campioni genetici che dimostreranno che io non ho ucciso Yara". Così Massimo Bossetti ha vissuto l'attesa del verdetto della Corte Suprema che oggi ha deciso di annullare con rinvio le ordinanze con cui la Corte d'assise di Bergamo aveva respinto come inammissibile la richiesta dei difensori dell'imputato di accedere ai reperti, tra cui i 54 campioni di Dna dimostratasi la prova regina nei processi e gli abiti della vittima. Le parole di Bossetti - riportate dall'Adnkronos - sono state confidate all'avvocato Claudio Salvagni che, come il suo assistito, ha vissuto con "ansia e speranza" questo periodo. La decisione di oggi è decisiva in vista di una eventuale richiesta di revisione del processo.








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