Milano

Castelletti: "Continuità con Del Bono, Brescia è un cantiere continuo"

di Nicolò Rubeis

Laura Castelletti è la candidata sindaca del centrosinistra: sarà sostenuta dal Pd, dal Terzo Polo e da sei liste civiche

Castelletti: "Continuità con Del Bono, Brescia è un cantiere continuo"

"Brescia è un cantiere continuo, una città in accelerazione che non si può fermare". Laura Castelletti è la candidata sindaca del centrosinistra a Brescia. Già vicesindaca e assessora alla Cultura della 'Leonessa d'Italia', alle comunali sarà sostenuta dal Pd, dal Terzo Polo e da sei liste civiche. L'obiettivo è quello di portare avanti il lavoro di Emilio Del Bono, sindaco di Brescia negli ultimi dieci anni che oggi siede sui banchi del Consiglio regionale della Lombardia. "Una continuità che ci chiedono i cittadini stessi vedendo i sondaggi di queste settimane: i bresciani hanno un gradimento alto su quanto è stato fatto".

Castelletti, il centrosinistra continua a tenere nelle grandi città nonostante l'avanzata di Fratelli d'Italia. A Brescia non teme l'effetto Meloni?

C'è richiesta di continuità anche perché il centrosinistra sa esprimere una classe dirigente in grado di intercettare i bisogni dei cittadini e dare risposte. L'effetto Meloni qui non c'è stato né alle politiche né alle regionali. Questa è una città che mantiene un rapporto molto diretto con la Loggia e i suoi amministratori. È stato essenziale quanto abbiamo fatto sulla partecipazione, lavorando sui consigli di quartiere, sulle consulte e sulla coprogettazione.

Il suo sfidante, il leghista Fabio Rolfi, attacca Del Bono per le mancate dimissioni da sindaco.

Intanto c'è da dire che il sindaco ha fatto un qualcosa che è consentito dalla legge. Se si vuole bene alla città non si chiede di avere un commissario ma di concludere un percorso avviato. Noi abbiamo scongiurato la presenza del commissario e accompagniamo la città alle elezioni con la nostra coalizione. E siamo molto orgogliosi di questi dieci anni di lavoro.

Con lei in coalizione c'è anche il Terzo polo, uno schema che funziona nelle città che il centrosinistra governa in Lombardia.

La nostra è una coalizione coesa che ha dato governabilità e stabilità alla città imprimendo anche un'accelerazione verso l'innovazione. Oltre al Pd e al Terzo polo ci sono sei liste civiche che hanno sensibilità diverse. E c'è stato anche un interessante movimento dei Fridays for Future che hanno provato a creare una lista per entrare nelle istituzioni. Un passaggio interessante, che non credo sia accaduto in altre città d'Italia.

Il M5s, invece, non farà parte della sua coalizione. A Brescia i 5Stelle si sono alleati con Unione Popolare e il Partito Comunista. Non sentirete la loro mancanza?

I 5Stelle erano all'opposizione in Comune e rimangono all'opposizione. Con Unione Popolare e il Partito Comunista hanno fatto una scelta molto diversa.

Quest'anno Brescia è la Capitale della Cultura insieme a Bergamo. Primi riscontri?

Per noi questa è una straordinaria occasione di accendere i riflettori sulla città. Abbiamo fatto un lungo percorso di valorizzare del patrimonio e questa sta diventando l'occasione per raccontarlo. I primi risultati sono molto buoni: c'è una grande presenza visibile nella città e sono ottimi i numeri dei musei, del trasporto pubblico e delle tasse di soggiorno. Sono entusiaste anche le associazioni di categoria. La città è viva e vissuta e c'è un protagonismo dei bresciani che si sente.

Uno dei suoi obiettivi?

Noi abbiamo un'area archeologica romana importante, la più estesa del Nord Italia, su cui abbiamo lavorato molto in questi 10 anni. Abbiamo riportato in Capitolium la Vittoria Alata dopo il restauro e recuperato la quarta cella del Santuario Repubblicano. Una sorta di parco archeologico che i bresciani possono sfruttare anche come parco pubblico. Uno dei miei obiettivi è il recupero del teatro romano. La stratificazione nel tempo ha portato ad avere lì intorno degli edifici monumentali tutelati dalla sovrintendenza che non possiamo abbattere. Ma una parte può essere recuperata e immaginiamo un teatro da almeno 1000 posti (adesso sono poco più di 200, ndr). Abbiamo mandato un progetto al ministero all'epoca del governo Draghi che poi è caduto. Ci pare un progetto speciale che vogliamo concretizzare.

Il sogno nel cassetto?

Candidarci al riconoscimento di 'European green capital', premio che viene assegnato alle città con più di 100mila abitanti e che certifica le azioni compiute a favore dell'ambiente, consentendo di darsi delle prospettive. Uno strumento importante per condividere con la città gli sforzi verso la transizione climatica. E noi molti passi in avanti li abbiamo già fatti.








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