Milano

Centrodestra, Salini: "Forza Italia fondamentale per Meloni anche in Europa"

di Nicolò Rubeis

L'europarlamentare azzurro: "E se l'alleanza tra le forze del centrodestra italiane fosse un modello anche a Bruxelles?". L'intervista

Centrodestra, Salini: "FI fondamentale per Meloni anche in Europa"

"Forza Italia è l'Italia in Europa e a Giorgia Meloni serve un forte partito popolare che goda di buona salute. Anche su questo la premier si giocherà la partita come leader di tutto il centrodestra". Massimiliano Salini, europarlamentare di Forza Italia, in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano proietta lo sguardo alle elezioni europee del 2024. "C'è bisogno di un corposo aggiustamento dell'assetto politico della maggioranza Ursula, oggettivamente sbilanciata a sinistra". Il rischio, secondo l'azzurro, è "di ridimensionare drasticamente la fiducia che il mondo dell'economia reale nutre nei confronti delle istituzioni europee".

Salini, ci spieghi meglio.

Sulle partite più sfidanti si sta già da tempo cominciando a perdere punti di competitività. Bisogna invertire l'ordine delle priorità, magari rivedere l'approccio sul Green Deal. Noi siamo già il continente più brillante al mondo sulle politiche sostenibili, una partita che abbiamo stravinto. Mentre stiamo perdendo quella sulla tutela della manifattura e del digitale dove siamo scesi nelle classifiche.

Come si inverte dunque la rotta? Oggi i tre partiti maggiori del governo italiano fanno parte di tre gruppi diversi in Europa.

Si parte dal gruppo principale, che è il Ppe (quello di Forza Italia, ndr). A mio parere bisogna rivedere il rapporto con i Conservatori, scoprire le carte e vedere se quello che è accaduto in Italia, con un'alleanza tra tutte le forze, anche quelle più di destra, può accadere a livello europeo. Una maggioranza alternativa a quella attuale è difficile da realizzare ma una proposta chiara fin da subito potrebbe generare sorprese. Serve una maggioranza che sia consapevole che l'agenda Timmermans (Commissario europeo per il clima e il Green Deal europeo, ndr) non ha funzionato.

Il tema politico che in Italia si sta affrontando è quello di avvicinare la tradizione cattolica e popolare a partiti più di destra, come Fratelli d’Italia.

Quello che è accaduto di veramente interessante in Italia è che il centrodestra ha confermato in maniera marcata la vicinanza al mondo popolare superando degli imbarazzi che hanno fatto solo male ai cattolici che hanno optato per la sinistra italiana, dove sono stati completamente marginalizzati. La stessa prospettiva farebbe bene al Ppe. All'interno del contesto europeo la diversità culturale rende ancora più sfidante la connessione con la propria origine cattolica che rimane non solo nel nome del gruppo ma anche come fondamentale tessuto connettivo. E sarà uno degli elementi per definire le forme di rapporto con i Conservatori. Senza una visione antropologica chiara, e per certi versi semplice e comprensibile, è impossibile avanzare proposta politica. Diventerebbe capriccio di potere.   

Il garante di una nuova alleanza, quantomeno in Italia, non può che essere Forza Italia?

C'è una costante in Forza Italia che è Silvio Berlusconi, che indirizza le mosse della nostra azione politica. E poi c'è una costante bis, che è Antonio Tajani: la sua autorevolezza è la principale fonte a cui si abbevera Forza Italia nell'individuare un ruolo nel centrodestra italiano. Il posizionamento di Berlusconi e Tajani nel Ppe sono ciò di cui ha bisogno Meloni per dare solidità e postura istituzionale al governo di destra-centro.

I cambi in Forza Italia degli ultimi mesi come li giudica? Politicamente è un tentativo di presidiare di più il centro, a maggior ragione dopo l'implosione del Terzo polo?

Siamo un partner decisivo per la solidità del governo e rappresentiamo l'Italia in Europa. Un movimento politico senza correnti, con sensibilità che a volte prevalgono su altre ma tutte legate a quella del suo fondatore. Nemmeno i peggiori detrattori lo hanno mai negato: la vera natura di Berlusconi è quella di rappresentare l'Italia nel mondo come un Paese aperto, economicamente brillante e fondato sulla logica della cultura liberale e cattolica. Quel che è accaduto in questi mesi in Forza Italia mi sembra figlio di questa consapevolezza e del bisogno di chiarire che la nostra natura è quella.

A proposito, lo ha sentito Berlusconi recentemente?

Mi ha chiamato un mese fa, prima di essere ricoverato, per chiedermi cosa ne pensassi di quanto stava accadendo nel partito. Una chiacchierata molto rilassata di dieci minuti, come se fossimo seduti davanti a un tè.







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