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Cernusco sul Naviglio: è morto Angelo Ratti, ex deportato a Mauthausen
Angelo Ratti 

Cernusco sul Naviglio: è morto Angelo Ratti, ex deportato a Mauthausen

"Addio a un prezioso testimone dell'orrore nazifascista - scrive Silvia Roggiani, segretaria del PD Milano Metropolitana su Facebook - Se n'è andato Angelo Ratti, nella sua Cernusco sul Naviglio. Antifascista con la "A" maiuscola, deportato politico a Mauthausen e Gusen, ha vissuto sulla sua pelle l'orrore dei campi di concentramento ed è stato un testimone prezioso per le giovani generazioni. A loro ha tramandato memoria e la sua tragica esperienza. La scomparsa di Angelo è una perdita dolorosa per la sua città e per tutti noi, grati a un uomo coraggioso che ha scelto di anteporre la libertà collettiva e i valori democratici e antifascisti alla sua stessa vita. È per questo che ci impegneremo a mantenere vivo il ricordo della sua storia, come - siamo certi - lui avrebbe voluto."

"Ho avuto modo - scrive Roberto Cenati, presidente ANPI provinciale di Milano - di conoscere Angelo, punto di forza dell'Aned di Milano. Angelo era sempre disponibile a raccontare le sue terribili vicissitudini. Non si sottraeva mai agli inviti che come Anpi gli rivolgevamo per testimoniare nelle scuole, alle giovani generazioni, con grande sensibilità, la sua tragica esperienza e le nefandezze commesse dai nazifascisti. La notizia della sua scomparsa ci ha profondamente addolorato. Angelo rimarrà sempre nei nostri cuori per il suo instancabile impegno per i valori della Memoria e della conoscenza storica", scrive Cenati. RATTI era nato a Cernusco sul Naviglio il 2 maggio del 1926. Per la sua scelta antifascista (il padre era socialista) viene arrestato dalle SS con cinque suoi compagni. Il 18 dicembre 1943, arrivano da Milano alcuni militari tedeschi che, casa per casa, arrestano tutti i componenti del gruppo: Roberto Camerani, Ennio Sala, Quinto Calloni, Virginio Oriani e Pierino Colombo. Angelo, a soli 17 anni, viene trasportato, con i suoi compagni, nel carcere di San Vittore, a Milano. Dopo gli scioperi dei lavoratori contro la guerra e l'occupazione tedesca, il carcere si riempie di operai ed antifascisti. Il 4 marzo del 1944, di notte, con cento prigionieri, Angelo viene chiuso in un vagone merci e fatto partire per la deportazione, con destinazione Mauthausen. Pochi mesi dopo raggiunge il campo dopo una marcia di circa otto chilometri, con i piedi ormai piagati dagli zoccoli di legno completamente rotti. Nel maggio del 1945, Angelo, finalmente libero, torna in Italia, lavora presso una grande industria editoriale a Milano, dove vive con la famiglia. Diventa un prezioso testimone e guida numerosi viaggi a Mauthausen-Gusen.

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