Milano

Cesare Maldini, a migliaia per l'ultimo saluto in Sant'Ambrogio

Presenti anche Silvio Berlusconi, Mihajlovic, Zanetti, Teocoli

Il feretro di Cesare Maldini, ricoperto di rose bianche e' arrivato attorno alle 11 alla basilica di Sant'Ambrogio dove si è svolta la cerimonia funebre. Dietro la bara si e' raccolta tutta la famiglia con il figlio Paolo Maldini, visibilmente commosso. A salutare l'ex calciatore e ct della nazionale morto nella notte tra sabato e domenica scorsa a 84 anni, sono migliaia di milanesi, gente comune, amici, calciatori, rappresentanti del mondo dello sport.

UNA FOLLA PER CESARE MALDINI - Tra i primi ad arrivare Adriano Galliani, il presidente Mediaset Fedele Confalonieri, Gigi di Biagio, Daniele Massaro, Andrey Shevchenko, Massimo Ambrosini, Nevio Scala. Oltre ad una rappresentanza della squadra attuale del Milan, composta dal capitano Riccardo Montolivo, dall'allenatore Sinisa Mihajlovic e dai giocatori Ignazio Abate e Cristian Abbiati, anche l'ad rossonero Adriano Galliani, il numero 1 del Coni, Giovanni Malago', e il presidente della Lega Calcio, Maurizio Beretta. Poco prima erano giunti a rendere omaggio a Maldini anche il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, e il vice presidente dell'Inter, Javier Zanetti.  Arrivati anche Azeglio Vicini, Giovanni Lodetti, Luisito Suarez, Serginho, Clarence Seedorf. E ancora Giovanni Malago' presidente del Coni, Umberto Cairo presidente del Torino. A salutare il "grande Cesare", anche Teo Teocoli, memorabile nella sua imitazione dell'ex ct della nazionale. Presente anche il presidente rossonero Silvio Berlusconi. All'esterno della basilica, le corone di fiori di Barbara Berlusconi, della Figc e della Juventus.

small 160405 122835 to050416cro 1981L'ultimo saluto a Cesare MaldiniGuarda la gallery

MONSIGNOR DE SCALZI: "UN MODELLO DI SIGNORILITA'" - "Tutti lo ricordiamo come grande giocatore, un ottimo allenatore, uno dei personaggi piu' amati del mondo sportivo, un modello di signorilita' nel comportamento, un simbolo dei valori alti dello sport, un fine scopritore di talenti". Cosi' monsignore Erminio De Scalzi, vescovo ausiliario di Milano, e abate di sant'Ambrogio, ricorda Cesare Maldini, durante un passaggio della sua omelia per il funerale del grande allenatore della nazionale morto a 84 anni. "Ma dietro il personaggio pubblico c'e' sempre un uomo, con le sue domande, le fragilita' e i suoi affetti - aggiunge - . Guardando la vita di Maldini non solo dico che c'e' un grande sportivo ma c'e' soprattutto un uomo, una persona amata, un marito, un padre, un nonno". La pensa allo stesso modo Don Angelo Casati, da sempre molto vicino alla famiglia, che di lui ha detto, come ricorda il vescovo: "Mai il ruolo aveva soffocato l'uomo". "E io vedo la stessa cosa - continua - la sua famiglia come una grande squadra unita vicina al suo capitano". Un pensiero di vicinanza va alla moglie Marisa e ai figli Monica, Donatella, Valentina, Paolo, Alessandro, Pier Cesare. "Quando muore qualcuno che ci e' caro - dice De Scalzi - ogni persona cerca un momento di riflessione, degli amici, fratelli per condividere con loro lo smarrimento che un tale momento comporta. Anche noi siamo qui per una riflessione e per la preghiera". E ricorda: "Per un cristiano morire e' un po' come tornare a casa sentendosi atteso, dopo un viaggio".

LA FIGLIA DONATELLA: "GRAZIE PER QUESTO VIAGGIO MERAVIGLIOSO" - "Non ci resta che ringraziarti per questo viaggio unico e meraviglioso che abbiamo fatto insieme. Inevitabilmente ci fara' tornare il sorriso ogni volta che penseremo a te, grazie papa'". A prendere la parola dopo l'omelia, e' Donatella Maldini, una delle figlie dell'ex allenatore della nazionale che parla a nome suo e dei fratelli, Monica, Valentina, Paolo, Alessandro e Pier Cesare. Fa un breve ritratto del padre, dell'ultima settimana "intensa" quando gia' sapevano quello che stava per accadere. "Ti siamo stati vicini sapendo che presto te ne saresti andato - dice Donatella -. Lucido e un po' burbero hai goduto di ogni minuto della nostra compagnia, cosi' come sempre hai fatto nella tua vita". "Avevamo pensato che ti sarebbe piaciuto condividere qualcosa con chi ti e' stato amico, per trasmettere anche a loro l'essenza del vero Cesare - aggiunge - ma quando ci hai lasciato e' successa una cosa incredibile: siamo stati sommersi da messaggi di affetto nei tuoi confronti, toccanti e non banali. Che ti descrivevano per quello che sei stato veramente. Allora ho capito che ad ognuna di queste persone avevi regalato un po' di te. E avevi trasmesso a tutti quei valori che sempre ti hanno contraddistinto". Molto toccante anche il ricordo di una delle nipoti, che ha parlato con la voce rotta dalla commozione. "Volevi essere discreto ma bastava che entrassi in una stanza che tutto si riempisse della tua risata sincera, come quando guardavi Stanlio e Ollio" dice e ricorda come al nonno piacesse insegnare a giocare a pallone ai nipoti maschi. "Gli insegnavi che si calcia con tutti e due i piedi e non solo con quello che ti viene piu' spontaneo - racconta - e a noi ci chiamavi zingare e anche un po' girovaghe. Ma non andavi a dormire se non ci avevi sentito rientrare. Tu che non potevi perderti una partita in tv, ma poi accontentavi i piu' piccoli e giravi sui cartoni animati. Caro nonno ci manchi gia'. Senza di te e tutto un po' piu' grigio. I tuoi nipoti".







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