Cgil, Landini: da Camusso atto di responsabilità, non c'è solo proposta nome
Landini: trovo singolare che si possa parlare di divisione con il 98% dei dirigenti che sostengono il documento
Cgil, Landini: da Camusso atto di responsabilità, non c'è solo proposta nome
"Sono due anni che sento dire da Camusso che il segretario generale e la segreteria si devono assumere la responsabilità di avanzare un nome sulla futura leadership. E la fase di ascolto e le proposte indicate nell'ultima segreteria non nascono come un'azione improvvisa ma sono frutto di una discussione fatta approfonditamente. Tutti sapevano tutto e tutto il percorso è stato deciso insieme. E quella avanzata non è stata solo una proposta nominativa ma una proposta complessiva sui criteri della nuova squadra". Così Maurizio Landini, candidato designato da Susanna Camusso alla guida della confederazione di Corso Italia chiarisce i termini dello scontro in atto nel sindacato sulla prossima leadership, chiudendo il IX Congresso della Cgil di Milano.
Un scontro che Landini però non riconosce: "ieri la commissione di garanzia ha reso noto che il documento congressuale ha ricevuto il 98% di sì. A me pare che un risultato di questo genere dica che le proposte sono state condivise e che l'unità c'è, non la dobbiamo costruire. Trovo perciò singolare che si possa parlare di divisione con il 98% dei dirigenti che sostengono quel documento", prosegue ritornando sulla contrastata riunione del direttivo di sabato scorso che ha deciso al momento di aggiornare la discussione ed il voto all'11 novembre prossimo. "Il nuovo segretario sarà eletto al congresso nazionale di Bari, nessuno lo mette in discussione ma il segretario generale si deve assumere questa responsabilità", prosegue. E rivela,"quando Camusso ha informato la in segretaria di questa idea non vi nascondo che nei primi 5 minuti sono stato felice ma quella notte lì non ho dormito", racconta dal palco e ribadisce: "la Cgil o è collettiva o non è. Su questo non si discute. E' un'organizzazione in cui si è sempre potuto dire cosa si pensa, non c'è un problema di democrazia e chi lo dice racconta una Cgil che non è". E assicura ancora: "non ci sono cose personali che vengono prima dell'interesse della Cgil", dice tra gli applausi guardando con ottimismo al prossimo round fissato l'11 novembre prossimo per la nuova riunione del Parlamentino Cgil. "Credo che il direttivo sia in grado di affrontare questa discussione perchè il nostro compito è rafforzare l'unità dell'organizzazione, è la nostra responsabilità e dipende dalla nostra intelligenza".
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